La Graviola è il nome comune con cui viene indicata la Annona Muscata, pianta tropicale che dà frutti molto grossi (arrivano a pesare due chili), saporiti e da sempre utilizzati dalle popolazioni del sud America per preparare squisiti cocktail e fresche macedonie.
Nella cultura sudamericana la Graviola è utilizzata sin dall’antichità anche per le sue molteplici proprietà. Questo straordinario frutto esotico ha infatti funzioni digestive, decongestionanti, antivirali, antibatteriche, antidepressive, antiossidanti, riduce l’ipertensione, è un cardiotonico e un antibiotico naturale.
Le proprietà mirabolanti di questa pianta non finiscono qui. Dal 1940 infatti, si sospetta che la corteccia, le foglie e le radici della Annona siano fortemente anticancerogene.
Qui comincia il giallo. Sì perché leggendo qua e la sui vari siti internet, si viene a sapere che le ricerche in capo farmaceutico sulle proprietà anticancerogene della Graviola ci sono state e sembrerebbe che abbiano dato risultati strabilianti. Addirittura una pubblicazione sul Bollettino per i membri di gennaio 2001 Vol.5, n. 7 dell’Istututo delle Scienze della Salute riporta che questa pianta, cito testualmente, “è 10.000 volte più potente nell'uccidere le cellule del cancro del colon dell'Adriamicyn, comunemente usato come farmaco nella chemioterapia”. Il tutto avverrebbe, sempre secondo questa fonte, in assenza di danni collaterali per l’organismo, rinforzando contemporaneamente il sistema immunitario e ridonando al paziente energie e vitalità.
Questa scoperta, se risultasse vera, rivoluzionerebbe il trattamento contro svariati tipologie di tumori quali quelle al seno, alla prostata, ai polmoni, al pancreas e al fegato.
Il problema è che tutte le ricerche (anche notoriamente lunghe e sovvenzionate con parecchi investimenti economici) sono finite nel nulla. Semplicemente i dati finali e i risultati delle sperimentazioni non sono mai stati pubblicati dalle case farmaceutiche.
Come può essere possibile una mancanza del genere?
La spiegazione che più ricorre sui siti scientifici e privati riporta la considerazione che la Graviola, essendo un elemento naturale e non sintetizzato in laboratorio, non può essere assoggettata a brevetti. Le industrie farmaceutiche non avrebbero quindi interesse economico nel diffondere un trattamento anticancerogeno non riproducibile chimicamente.
Sarà davvero questo il motivo per cui le ricerche condotte non vengono quasi mai pubblicate? Le case farmaceutiche si difendono riportando dati negativi sull’utilizzo della Graviola: non sarebbe mai stata testata su esseri umani, avrebbe comunque gravi effetti collaterali quali nausee, ipotensione e sarebbe sconsigliata nel caso di problemi cardiaci.
Come sempre la verità sarà difficile che emerga a breve termine. Quando ci sono interessi economici di mezzo, non si sa davvero mai a chi credere.
per la foto si ringrazia http://www.whitewolfpack.com/2012/09/graviola-tree-natural-cancer-cell.html
x5
Graviola: un giallo ancora aperto
Una pianta tropicale che promette di sconfiggere il cancro
Pubblicato in
Altro