Archivio Storico 2011-2017

x5

Chi sarà il nuovo cuoco del papa?

23 Febbraio 2013
Sicuramente un unto del Signore!
In questa manciata di giorni che precedono l’addio definitivo al soglio pontificio di Benedetto XVI, mentre tutti giustamente si arrovellano sulle ragioni del grave gesto e su chi potrebbe essere il futuro vescovo di Roma, il Cavolo prova a spostare le congetture su un piano… gastronomico: chi sarà, alla fin fine, il prossimo cuoco della Curia? Sicuramente… un unto del Signore, e ci si conceda questo piccolo gioco verbale!

Papa Ratzinger per la verità non ci aveva abituati all’idea di un pontefice particolarmente votato alla forchetta; eppure è curioso venire a scoprire che la sua mamma era stata cuoca in diversi alberghi della Baviera, loro regione d’origine. Non è che sia mai trapelato molto altro delle velleità culinarie del papa dimissionario, a parte il fatto che all’inizio del suo mandato si era vociferato di una sua grande passione per gli asparagi, che pare si facesse inviare direttamente dalla Germania. E si era anche guardato ad Heinz Beck come il potenziale, novello Bartolomeo Scappi, il grandioso cuoco di ben quattro papi considerato il Michelangelo della Cucina, sia per il fatto che allestì con manicaretti spettacolari le mense pontificie, sia perché lavorava a Roma nello stesso periodo in cui il grande genio affrescava la Cappella Sistina. In effetti il divino chef delle Pergole e il papa teutonico sono conterranei, per cui dall’associazione di un pontefice così intellettualmente raffinato e del principe bavarese dei fornelli sarebbe potuto benissimo tornare in auge un Rinascimento gastronomico in Vaticano.

Cosa che invece non si è verificata per il carattere austero di Ratzinger, non avvezzo a pranzi fastosi con porporati ed altri dignitari, come invece pare fosse quel buongustaio del suo predecessore (ovviamente negli anni della sua forma migliore). Sul suo cuoco personale ad oggi non si sa proprio nulla, mentre sul maggiordomo che gli serviva la cena ahimè sin troppo: già che c’era avrebbe anche potuto aggiornarci rispetto alle ultime notizie sulle mense pontificie firmate appunto dallo Scappi. E invece ci tocca raccogliere le briciole, e venire a sapere da una recentissima intervista rilasciata da Beck a Repubblica che i nostri due eroi avevano avuto modo di incontrarsi più volte quando Ratzinger era ancora cardinale e amava pranzare proprio nel suo ristorante, dove aveva festeggiato anche il suo settantesimo compleanno; tutte le premesse erano buone, insomma, per un connubio gastronomico siderale, ma pare che, durante il pontificato, Ratzinger non si sia proprio più fatto vivo col grande chef. Un’occasione decisamente mancata, dal nostro punto di vista, un sodalizio che avrebbe lasciato decisamente il segno: addio sequel coi crauti dell’Opera, dove il ”cuoco secreto” del novarese Pio V, varesotto di nascita, aveva condensato il sapere gastronomico dell’epoca infarcendolo di molta cucina lombarda, e, già che c’era, illustrato con dovizia di particolari la novella meccanizzazione delle cucine vaticane (spiedo per il pollame in testa).

Insomma, mancano pochi giorni al conclave: quanto durerà? E’ pronto, stando alle notizie dell’ultim’ora, il Motu Proprio di Benedetto XVI che conterrebbe anche indicazioni per ridurre le tempistiche di voto. Viene allora spontaneo correre col pensiero a quello storico conclave, etimologicamente il primo, e il più lungo in assoluto della storia, in cui si doveva scegliere il successore di Clemente IV. I cardinali riuniti nel palazzo papale di Viterbo, il luogo dove sarebbe dovuto emergere il nome del futuro pontefice romano, dopo ben diciannove mesi di discussioni non avevano ancora sortito nulla; così il capitano del popolo della città, esasperato per l’attesa, chiuse a chiave letteralmente gli elettori nel palazzo papale e scoperchiò il tetto, lasciandoli a pane ed acqua, giusto per convincerli a sveltirsi un po’. Nonostante tutto ci volle ancora un bel po’ prima di conoscere il nuovo papa: Gregorio X fu eletto dopo trentaquattro mesi. Era il settembre del 1271 ed il vicario di Pietro, che non era nemmeno sacerdote ma semplicemente un chierico, in quei giorni era impegnato nella crociata in Terrasanta al seguito di Edoardo Plantageneto.

Oggi probabilmente nessuno si sognerebbe (ma chi può dirlo?) di razionare i viveri ai porporati chiusi in ritiro nella Cappella Sistina.Che oltretutto dall’ultimo conclave, secondo le nuove normative della Universi Dominici Gregis di Giovanni Paolo II, anziché pernottare nelle austere cellette del palazzo apostolico, al termine delle consultazioni quotidiane si ritirano tranquillamente, e dotati di tutti i comfort - non ultimo la mensa - nella Domus Sanctae Marthae, normalmente alloggio destinato ai prelati che gravitano in Vaticano.
Nel frattempo, in questi giorni i cardinali elettori (ed eleggibili) si apprestano a fare le valigie.

Proviamo ad immaginare se alcuni fra quelli considerati più “papabili” si portassero con sé, come ai bei vecchi tempi michelangioleschi, un proprio stuolo di servitori, cuoco compreso. Angelo Scola, ad esempio, chi sceglierebbe fra l’inossidabile Gualtiero Marchesi, Carlo Cracco o Davide Oldani? E’ una bella lotta. Odilo Pedro Scherer, cardinale brasiliano fra i più favoriti, non esiterebbe forse un istante a nominare Gaston Acurio, il geniale chef filantropo peruviano impegnato nel recupero dei giovani con disagi sociali. E Peter Turkson? Il potenziale primo papa africano della storia potrebbe fare un’accoppiata coi fiocchi con David Higgis, 42 anni, l’affascinante chef del Saxon Boutique Hotel di Johannesburg, noto per essere amico di Nelson Mandela. Ma se invece dovesse spuntarla il cardinal Bagnasco? Un papa zeneize dei giorni nostri porterebbe forse con sé, più che uno chef in carne ed ossa, la Cuciniera Genovese, twitterebbe con le foodblogger del territorio e si darebbe personalmente ai fornelli. Un vero papa mediatico… coi tempi che corrono, sarebbe davvero grasso che cola!
primi sui motori con e-max.it
primi sui motori con e-max.it