La notizia è di quelle che ci hanno fatto rimbalzare sulla sedia: pare che il novello papa Francesco cucini da solo, o almeno così aveva dichiarato di fare da cardinale. E a alcuni di noi del Cavolo, che ci eravamo domandati chi sarebbe stato il cuoco del successore di Ratzinger, e che ironicamente avevamo fantasticato – dati i tempi in cui chi fa da sé fa per tre- su un pontefice genovese dedito ai fornelli ed ai siti di cucina, questa figura ha immediatamente suscitato una simpatia unica:
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Chiamateci, insomma, i Nostradamus dei fornelli! Anche perché, sebbene non ci avessimo proprio azzeccato direttamente coi pronostici, c’eravamo andati comunque abbastanza vicini. Innanzitutto, avevamo infatti dato per primo “papabile”il cardinale brasiliano Pedro Scherer, mettendo in cima alla lista proprio quella “fine del mondo”, l’America latina, da cui proviene il neoeletto vescovo di Roma (per ricalcare le sue primissime parole dal balcone di Piazza San Pietro). Ma ancora prima, quasi in una sorta di premonizione dell’anno, avevamo deciso di indagare sulle peculiarità gastronomiche dei paesi andini proprio pochissimo tempo fa, in occasione della lettura di “Gaston e la ricetta perfetta” di Anna Lavatelli, idealmente ispirato alla storia di Gaston Acurio, il famosissimo chef peruvianoimpegnato nel sociale. E consentiteci di ricordare anche un particolare molto importante che, riletto oggi, fa di questo bellissimo libro un vero e proprio vaticinio: il giovane Gaston impara l’arte culinaria da un frate francescano, Obdulio, che, come ci conferma la stessa autrice, “con i suoi sandali francescani n. 46 aveva battuto in lungo e in largo l'Amazzonia in cerca di anime da convertire e ingredienti nuovi per la sua cucina...” e dal suo prezioso ricettario.
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Con grande piacere, insomma, apprendiamo che il nuovo pontefice arriva da questa terra sicuramente fervente di fede ma anche intrigante di sapori, e che in più è di origini italiane, fra il piemontese e il ligure. Siamo stati fra i primi, ma non certo gli unici ad interessarci alle velleità gastronomiche dei cardinali, del papa uscente e di quello prossimo futuro: nel periodo immediatamente precedente il conclave, questa curiosità, aveva praticamente monopolizzato gran parte della stampa italiana, impegnata quasi più a rincorrere questo o quel porporato con le gambe sotto il tavolo che a dipingerlo in tratti ieratici. Del resto, c’è un detto piemontese che suona più o meno così: “Per cunose ùn a b’sogna mangeje pi d’na volta ansema”. Per conoscere qualcuno bisogna mangiare con lui a tavola più di una volta. Un detto che, nel caso di papa Francesco, cade a fagiolo.
Dalle primissime notizie italiane che ci raccontano chi sia questo Jorge Mario Bergoglio ormai di bianco vestito, notizie che si rincorrono di ora in ora, pare che il suo film preferito sia nientemeno che “Il pranzo di Babette” . A questo punto abbiamo voluto indagare ulteriormente e ci siamo affidati ad una “vecchia” e fidatissima conoscenza, Jeanne Perego, l’insalatologa del fortunato Insalatamente (Mondadori), in libreria da circa un mese e già ai vertici delle classifiche di vendita. Jeanne, che sul suo blog ha dedicato al nuovo papa, pochi minuti dopo l’elezione, questo post http://insalatamente.blogspot.it/2013/03/omaggio-al-nuovo-papa.html) con tanto di insalata argentina di buon augurio, vive in Baviera ed è anche autrice di alcune pubblicazioni su papa Ratzinger. Ecco cosa ci racconta.
«Come molti, ho cominciato a leggere tutto quello che trovavo in giro sul nuovo Papa per capire chi è e, nei limiti del possibile, intuire quale indirizzo darà al suo pontificato. Tra le altre cose mi è capitato tra le mani un articolo pubblicato da uno dei due grandi quotidiani argentini, La Nacíon, del 2009, che recita: “E' molto austero nel modo di vivere. Sceglie solo alimenti frugali e sani, e beve un bicchiere di vino di tanto in tanto. Gli piacciono la frutta, il pollo senza pelle e le insalate…”.
(Es muy austero en su forma de ser. Elige alimentos frugales y sanos, y toma un vaso de vino de vez en cuando. Le gustan la fruta, el pollo sin piel y las ensaladas).Un Papa che ama soprattutto la frutta e l’insalata? Ma che bellezza, l’amore per questo tipo di alimenti semplici e sani parla per lui. E, come insalatologa, mi fa battere forte il cuore. Certo – e ora me ne pento - non ho mai indagato l’eventuale passione di Benedetto XVI per l’insalata, benché abbia scritto tre libri su di lui(“Joseph e Chico”, “Max e Benedetto” e la Guida ai luoghi di Joseph Ratzinger in Baviera): magari anche il Papa emerito adora l’insalata. Per certo so che, come Bergoglio, mangia in maniera molto frugale, privilegiando le minestrine (abitudine che deriva certamente dall’essere cresciuto in Baviera dove le zuppe, quella di patate in primis, sono un must). Sulle suddette minestrine anche per Joseph Ratzinger quasi mai vino, ma spesso e volentieri un’aranciata. E poi, spesso, una fetta di torta con il caffè nel pomeriggio, come vuole la tradizione tedesca. Un piccolo peccato, la sua passione per i dolci. Ma chi non ne ha?
D’altronde anche il cardinal Bergoglio, sempre secondo il quotidiano argentino, una volta confessò , non con poco humor : “Che bello! Vado in un monastero di suore a mangiare la Bagna Cauda!”.»Un papa di gusti semplici ma sapidi, quindi, propenso all’austerità ma con qualche doverosa concessione alla buona e sana forchetta.
Il 76enne successore di Ratzinger sfoggia quindi, a livello di… ritratto culinario, un bellissimo biglietto da visita. Dovete sapere poi che, all’indomani dell’elezione, si è presentato in preghiera sulla tomba di Pio V, l’unico pontefice piemontese della storia prima del Nostro, fautore del Rinascimento anche in cucina (Bartolomeo Scappi era appunto il suo cuoco personale). Gli avrà forse confidato di voler finalmente prepararsi una bagna cauda come Dio comanda? D’altra parte già il gastronomo Giovanni Goria la descriveva un’autentica esperienza mistica da gustare naturalmente in buona compagnia e possibilmente a lume di candela: i candelabri, probabilmente, in Vaticano non mancheranno e l’aglio, si sa, scaccia i demoni!Astigiano da parte di padre, questo papa promette insomma di avere una gran bella tempra, anche se l’età non è proprio verdissima. La speranza, a questo punto, è che sia… invecchiato al punto giusto come un buon vino d’annata del Monferrato.
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Istantanea di Francesco I, il papa cuoco
Don’t cry for me Argentina: vado nelle cucine dello Scappi
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