Il digiuno, osannato o deprecato, accompagna l’uomo fin da quando nacque la prima società.
L’astinenza da cibo e talune volte anche da bevande, ha assunto nel corso della storia dell’umanità svariati significati.
Un primo importante significato è quello associato alla purificazione. Il digiuno ci libera da tutte le sostanze esterne considerate impure. Da questo importante punto di partenza si è presto affiancato il significato religioso. Depurazione più preghiere fanno sì che il digiuno sia la base per la preparazione a qualsiasi rito di iniziazione, evento celebrativo importante o periodo di espiazione.
L’esempio più lampante di questa forma di digiuno è il Ramadan.
Il Ramadan, uno dei cinque precetti pilastro dell’Islam, nasce come mese di preghiera e purificazione in celebrazione del mese di preghiera di Maometto, che portò il Profeta ad una rivelazione da parte dell’Arcangelo Gabriele.
Dato che il mese di Ramadan viene calcolato in base ai cicli lunari, ogni anno cambia.
Durante questo mese, i mussulmani digiunano da cibo, bevande, tabacco e atti sessuali dall’alba al tramonto, dedicandosi a preghiere e alla loro spiritualità.
Nella tradizione Cristiana anche Gesù (così come Mosè ed Elia), ricordano i Vangeli che digiunò per quaranta giorni nel deserto. L’episodio viene anceh ricordato anche per le tentazioni che in quel periodo il Cristo affrontò ad opera del Diavolo.
Il rito del digiuno è presente in quasi tutte le religioni, soprattutto nelle grandi figure spirituali.
Nel corso della storia il digiuno ha poi avuto intenti espiatori dei peccati (il famoso “a letto senza cena” di severi genitori), divinatori, ma anche politici, dimostrativi e sociali. Alzi la mano chi non ha pensato ora a Gandhi.
Il digiuno solo dall’800 ha riscoperto anche la sua funzione curativa. In verità già Ippocrate sottolineava il fatto che in natura, quando un animale soffre, smette di mangiare e si riposa fino a guarire (o a morire). Recentemente stanno sorgendo molte scuole di digiunoterapia assieme a gruppi di digiuno e corsi di digiuno. La nuova tendenza, portata avanti da studiosi quali Herbert Shelton, Arnold Ehret, John Henry Tilden, ecc. ha fatto sì che oggi il digiuno sia una pratica che va diffondendosi proprio a scopi terapeutici.
Personaggi famosi che lo praticano e ne declamano le proprietà miracolose hanno sbaragliato eruditi professori che ne denunciano la pericolosità.
Il digiuno prolungato effettivamente ha conseguenze molto spiacevoli. Il rilascio di chetoni nel corpo a seguito di carenza di cibo porta a sgraditi effetti. L’inedia, quando il digiuno va oltre la tollerabilità fisica, può portare a danni rilevanti nel corpo. Il metabolismo può venire rallentato e provocare un aumento di peso notevole nel momento in cui il digiuno viene interrotto.
Proprio dall’interruzione del digiuno vengono i problemi maggiori. Un sistema digerente bloccato per giorni può avere seri problemi a riprendere a funzionare regolarmente. Viene così ad essere un’esigenza primaria quella di ricominciare a mangiare poco alla volta, scegliendo alimenti altamente digeribili e leggeri.
Anche in questo caso quindi il consiglio che vi do è quello, nel caso vogliate darvi al digiuno, di farvi seguire da uno specialista scrupoloso, che conosca la materia e che sappia guidarvi nell’affrontare questa “cura” non semplice.
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