Si trova ovunque: nei cibi da forno, nelle zuppe, nei piatti surgelati, nei dolci, nei cibi confezionati e perfino in quelli biologici. L’olio di palma è una realtà della nostra alimentazione oramai da molti anni. Lo potete trovare con il nome di olio di palma, grasso vegetale o olio vegetale. Spesso sostituisce i cosiddetti grassi idrogenati e potrebbe quindi dare una parvenza di “bontà” per la salute.
Il suo enorme successo nell’industria alimentare è dato dal suo basso costo e dalle possibili usi come integratore economico delle materie prime. Aggiungendo olio di palma, in poche parole, si risparmia sui costi di produzione. Una ragione più che valida per far sì che questo grasso sia utilizzatissimo.
La realtà dei fatti è invece che questo olio, raffinato dai frutti di una particolare palma, è uno dei pochi grassi vegetali a contenere una percentuale molto alta di grassi saturi, quelli cioè dannosi per il nostro organismo.
Rappresenta quindi uno di quei casi in cui “vegetale” non equivale a “sano”.
Un primo motivo per cui bisognerebbe evitare cibi contenenti l’olio di palma è quindi che non fa bene alla nostra salute. Chi soffre di colesterolo alto, in particolare, dovrebbe cercare di evitare tutti quei cibi, e credetemi, sono davvero la maggior parte, con l’indicazione specifica della presenza di questo grasso, ma dovrebbe sospettare molto anche di tutti quei cibi contenenti “oli vegetali” o “grassi vegetali”. Spesso infatti questa indicazione indica ancora una volta la presenza dell’olio di palma.
Fortunatamente, grazie alle nuove normative UE, dal 14 dicembre 2014 sulle etichette dei prodotti alimentari dovrà essere specificato il tipo di olio e di grasso utilizzato. Non potranno più esserci quindi dubbi sulla presenza o meno di questo grasso nei cibi che compriamo.
Il secondo motivo per cui questo olio è incriminato è di ordine ecologico. Per soddisfare le infinite richieste dell’industria alimentare, intere foreste pluviali in Indonesia e Malesia stanno scomparendo, a favore delle coltivazioni delle piante da cui produrre il grasso. La biodiversità nelle regioni deforestate è irrimediabilmente compromessa e a volte definitivamente persa.
Ci sono davvero poche speranze che le industrie alimentari possano cambiare i redditizi processi di produzione ed eliminare questo olio dai cibi che ci propongono quotidianamente. L’unica cosa che si possa fare è sempre quella di leggere attentamente le etichette dei prodotti che compriamo.
Imparare a leggere gli ingredienti contenuti nei cibi che mangiamo è una buona e sana abitudine che dovrebbe essere sempre seguita. Se da prima potrebbero essere presenti termini sconosciuti e misteriosi, con un po’ di pazienza e abitudine si potrà sicuramente imparare a riconoscere dalle etichette ciò che è meglio evitare e ciò che invece è da preferire.
Per la salute nostra e della nostra famiglia, imparare a leggere le etichette è un piccolo sforzo che vale sempre la pena fare.
Per le foto si ringrazia
http://italian.alibaba.com/product-tp/palm-oil-biodiesel-11396802.html
http://www.greenpeace.org/italy/it/campagne/foreste/indonesia/Olio-di-palma/
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Olio di Palma: il vegetale non sempre fa bene
Un ingrediente presente in molti cibi, ma che sarebbe da evitare
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