Da quasi un anno abbiamo superato la fatidica cifra di 7 miliardi su questo mondo. Niente male, considerando che nel 1950 eravamo solo 2,5 miliardi.
La popolazione mondiale va crescendo a dismisura. Il mondo d’altronde, resta sempre la nostra piccola Terra. Non aumenterà nei prossimi anni. Si stima invece che noi uomini toccheremo i 9 miliardi nel 2050. Una cifra davvero notevole.
Tutti questi dati portano ad una drammatica conseguenza: nei prossimi decenni le risorse della terra non basteranno più per tutta la popolazione. Questo vale anche per il cibo. Non riusciremo a produrre carne e verdure per tutti.
Che ne sarà di noi? Semplice, come sempre avviene in natura, ci evolveremo e ci adatteremo alla nuova situazione ambientale.
Secondo un editoriale pubblicato dalla Bbc, abbiamo diverse opzioni per sopravvivere e sopperire alla mancanza del cibo così come lo conosciamo.
La prima soluzione proposta è quella di sfruttare una risorsa economica e praticamente illimitata: gli insetti commestibili.
In un mio articolo del 16 novembre 2011: “Uova Alla Coque? Sì Ma Di Formica!” avevo già illustrato le potenzialità di una dieta integrata con artropodi e non mi dilungherò molto su questo punto.
E’ giusto ricordare però che tra le 1400 specie commestibili di insetti si trovano le proteine e gli amminoacidi necessari alla nostra sopravvivenza e produrre 1kg di insetti ha un costo inferiore di 8,6 volte rispetto al costo per produrre 1kg di carne bovina.
Sicuramente non cominceremo a mangiare larve e cavallette rosicchiandole come pannocchie alla brace. Questi particolari cibi verranno introdotti nel mercato occidentale (non dimentichiamo che in altre parti del mondo questa è la base dell’alimentazione quotidiana) probabilmente sotto forma di hamburger, o altro cibo “senza forma di insetto”. Non sarà un processo rapido, ma alla fine avremo davvero cavallette per cena.
Un’altra soluzione alla carenza dei cibi tradizionali occidentali saranno le alghe. Anche in questo campo i nostri cugini orientali sono già molto avanti. Le alghe sono alla base di molti piatti tipici giapponesi.
Mentre i campi a destinazione agricola diminuiscono a favore di quelli edificabili, gli oceani e i mari hanno distese immense che potrebbero essere facilmente trasformate in coltivazioni di alghe.
Le 10000 varietà di alghe presenti in tutto il mondo sono davvero una risorsa ancora poco sfruttata, ma che in futuro potrebbe risultare indispensabile sia come fonte di bio-carburanti, sia come fonte primaria di cibo per uomini e animali.
Ricche di proteine e sali minerali importantissimi, le alghe dovrebbero essere già utilizzate per integrare la nostra alimentazione.
Non è difficile trovare diversi tipi di questi organismi acquatici in negozi biologici.
Un uso semplice delle alghe kombu, arame, dulse, hijiki, nori (solo per citarne alcune delle più comuni) è quello di polverizzarle e aggiungerle al sale utilizzato in cucina. E’ un buon modo per cominciare a familiarizzare con il sapore particolare delle alghe.
Un’ulteriore soluzione alla mancanza di cibo che si prospetta nei prossimi decenni, è quella più futuristica e tecnologica. E’ possibile infatti produrre della carne in vitro tramite meccanismi di riproduzione delle cellule staminali. Da poche cellule di una mucca si può ottenere molta carne.
I ricercatori stanno ancora sperimentando molti sistemi di produzione e il problema maggiore, al quale stanno cercando di sopperire, è il poco sapore della carne di laboratorio. Sicuramente troveranno nei prossimi anni la soluzione a questo problema e presto sui banconi dei supermercati troveremo anche questo alimento artificiale, pronto a rimpiazzare le bistecche usuali.
Come sempre, crisi alimentare ed economica o meno, sopravviveremo, basterà cambiare abitudini e gusti. Difficile? Tranquilli! Scommetto che chi dovrà guadagnare economicamente da questo cambio farà in modo che il cambiamento sia facile e indolore.
Per la foto si ringrazia
http://www.stetoscopio.net/alimentazione/alghe-proprieta/
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