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Ferrara: i sapori che non ti aspetti

17 Luglio 2012
Viaggio gustoso alla ricerca dei prodotti tradizionali
Ci sono zone della nostra Italia che appartengono a tutta l'umanità, che ormai vengono condivise con il mondo intero: Roma, Firenze, Venezia, Pisa, Napoli e Milano, tanto per citarne alcune. Sono città invase di turisti, che possiamo ritrovare nelle fantasie di popoli molto lontani da noi. Poi ne esistono altre, più piccole, più silenziose, ma non per questo meno magiche.
Ricorderò sempre la reazione di un gruppo di Giapponesi che ogni anno veniva in Italia. L'ultima volta, dopo aver visitato le città più famose, mi hanno chiesto consiglio su dove andare. Gli propongo di prendere il treno, affittare una bici, e divertirsi tra strade vecchie di secoli e monumenti tutti da scoprire. Li ho spediti a Ferrara, e sono tornati sconvolti del fatto che nessuna guida giapponese ne avesse mai parlato.

Ferrara è un paese troppo cresciuto o una piccola cittadina. Ferrara è quella compagna di banco seduta a metà dell'aula, nascosta sotto gli occhiali e l'apparecchio, che diventa stupenda al ballo della scuola. Ferrara è odore di cioccolato e tempi lontani. Ferrara è un leone di pietra davanti al duomo che si cavalca da piccoli, e che ti aspetta fino a che non andrai in pensione. Ferrara si accontenta di una visita di 1 – 2 giorni, ma saprà stupirti se vorrai ritornare.

Ferrara offre una varietà gastronomica che andrebbe scoperta tutto il tempo dell'anno. Sono state individuate 17 perle, a metà tra terra e acqua, alcune delle quali faranno sorridere, altre, forse, mai sentite. Partiamo con le cose facili, ossia la verdura:
1. La carota del Delta ferrarese: non tutte le carote sono uguali, sicuramente hanno origini molto antiche, ma a Ferrara si selezionano le migliori varietà dal Rinascimento.
2. L'asparago verde di Altedo IGP: va bene, Altedo, tecnicamente, non è in provincia di Ferrara ma di Bologna, però buona parte è prodotto in provincia di Ferrara, e se state mangiando asparagi avete il 40 % di possibilità che arrivino da questa zona.
3. L'aglio di Voghiera DOP: è bianco, grosso e ha un profumo inconfondibile e delizioso, se non siete vampiri. Tutti inorridiscono all'odore di aglio, ma le cozze non sarebbero le stesse senza. La cucina italiana si basa su ingredienti semplici di altissima qualità, e per due spaghetti aglio, olio e peperoncino meglio fare scelte intelligenti.

Ma visto che è estate...
4. Cocomero ferrarese: alla corte degli Este si mangiava già dal 1300, ora non potremmo farne a meno. In più, la produzione dei cocomeri impegna un bel po' di manodopera giovane, che passa l'estate facendosi i muscoli. Meglio di così?
5. Melone dell'Emilia: dove ci sono cocomeri ci sono anche i meloni, che viaggiano in coppia già dal Rinascimento, solo che una volta si coltivavano nel proprio orto.
6. Pesca e nettarina di Romagna IGP: se la trovate buona acquistata al supermercato, provate a passare nelle campagne ferraresi e convincere un contadino a farvi provare quelle maturate fino all'ultimo sulla pianta...
7. Pera dell'Emilia Romagna IGP: si fa presto a dire 'pera', ma ne esistono di diverse varietà (per fortuna), con caratteristiche peculiari. Bisognerebbe imparare a distinguerle, cosa che avverrà dopo ripetuti assaggi...

E cambiando settore:
8. Riso del Delta del Po IGP: se le coltivazioni più diffuse sono baldo, arborio, carnaroli, volano, se ne possono trovare anche altre, come il venere e il riso integrale rosso, dai profumi intensi. È divertente trovare il riso giusto per ogni risotto.
9. La coppia ferrarese IGP: si tratta di un pane particolare, romantico già nel nome, morbido al centro e con crostini fragranti. Le signore lo vanno a comprare la mattina, e nessuno resiste se arriva a casa ancora tiepido.
10. Il pampepato: no, non ha il pepe, è speziato ma non c'è il pepe. Si tratta di un dolce dalla forma di uno zuccotto, con cioccolato e frutta secca; lo prepararono le monache quattrocento anni fa per il Papa (pan del Papa). Oggi lo si mangia a Natale, e lo si trova nelle pasticcerie e sulle bancarelle di piazza Trento Trieste durante i tradizionali mercatini.
11. I cappellacci di zucca ferraresi: si tratta di 'tortelli' di pasta fresca ripieni di zucca violina, parmigiano e noce moscata (qualcuno mette pure l'uovo) e basta. Scordatevi amaretti e mostarda tipici di altre zone, le 'zdore (massaie) della zona sono e sono state più semplici delle colleghe mantovane. Non resta che provare per scegliere la versione migliore.

E ancora...
12. L'anguilla delle Valli di Comacchio: qualcuno si lecca i baffi e qualcun altro inorridisce all'idea di mangiare qualcosa che assomigli ad un serpente. Se non volete provare l'anguilla, ne rimarrà di più per gli estimatori, e non c'è niente di meglio delle sapienti mani di una signora delle valli per prepararla.
13. Il salame ferrarese: è all'aglio, impastato con i migliori tagli della carne, a cui vengono aggiunte altre spezie di cui nessuno vi darà mai la ricetta esatta, segreta quasi come la formula della coca cola. Viene fatto stagionare in cantina e a primavera è pronto per il panino.
14. La zia ferrarese: si tratta di un salame simile a quello all'aglio, ma più grosso (quindi più stagionato e armonioso) e aromatico. Lo si fiuta da grandi distanze e la salivazione diventa incontrollabile.
15. La salama da sugo: sembrerebbe un salame quasi tondo, ma per i ferraresi è quasi una religione. Lorenzo de' Medici si leccò i baffi, oggi succede la stessa cosa ogni Natale. È un insaccato fatto con tagli nobili del maiale, molto speziato a cui viene aggiunto il vino e servito con abbondante puré (di quelli fatti come si deve, dimenticatevi il preparato in busta). Viene cotto almeno sei ore senza toccare il fondo della pentola, otto se si vuole che la carne si sbricioli.
16. Vongola di Goro: dopo il trionfo di salumi è giusto bilanciare con qualcosa di più 'leggero' ma non per questo meno saporito. La costa ferrarese può regalare vongole e cozze di alta qualità.

E per finire (?)...
17. I vini del Bosco Eliceo DOC: è dagli etruschi che si coltiva uva nel ferrarese, dove c'è una strana combinazione di nebbia, sabbia e acqua salmastra.

Le sagre non mancano, i ristoranti e i b&b neanche, Ferrara non pretende nulla, ma se le si offre un'opportunità saprà come non deludere.
primi sui motori con e-max.it
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