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Lo spreco di cibo in tempi di crisi

28 Giugno 2012
Attenzione alle scadenze!
Pare un controsenso, eppure è così.
Benché i telegiornali non facciano altro che tuonare di consumi in calo, di manovre da “lacrime e sangue”, di famiglie che non riescono ad arrivare dignitosamente non al 30, ma neanche al 20 del mese, lo spreco di cibo resta una triste caratteristica dell’Italia.

Secondo la CIA (confederazione italiana agricoltori), le ultime festività si sono chiuse con uno spreco complessivo pari a 440mila tonnellate di cibo, circa 1,32 miliardi di euro, la cui maggiore percentuale è coperta da carne, uova e latticini.
Insomma, un vero insulto alla miseria in un momento storico in cui ogni pezzo di pane dovrebbe essere guardato con rispetto.

Ma perché, con la recessione ormai molto più che alle porte, gli sprechi non si fermano?
Fortunatamente, si fa per dire, ad un’attenta analisi la stragrande maggioranza degli sprechi è legata ad errori dettati più dall’abitudine che da una reale negligenza.

Osserviamo quindi insieme i comportamenti scorretti e quelli consigliati per evitare, in questo difficile momento, lo spreco di cibo.

Cibo e Scadenze: prima dell’acquisto, verificare la scadenza di un alimento consente di sapere entro quando andrà consumato. Questa preziosa informazione ci permette di verificare, in base alle nostre abitudini, se entro la data indicata noi consumeremo effettivamente quel particolare alimento, o se è meglio acquistarlo in un secondo momento. Possiamo distinguere i cibi indicati con “da consumarsi entro”, da quelli siglati con “da consumarsi preferibilmente entro”. I primi riportano una data precisa, dopo la quale l’alimento andrebbe eliminato, mentre per i secondi si intende che possano essere consumati anche qualche giorno dopo la data indicata.

In entrambi i casi però, è d’obbligo ricordare che la data indicata è il limite fino al quale le caratteristiche nutrizionali ed organolettiche degli alimenti si possono considerare invariate, e dopo il quale tali caratteristiche iniziano a subire alterazioni chimiche e microbiologiche sempre più evidenti, che portano progressivamente alla completa degradazione dell’alimento in questione.
Si consiglia quindi di valutare molto bene, in base ai nostri effettivi ritmi di consumo, la probabilità che un certo alimento venga consumato entro la data di scadenza e che non corra il rischio di rimanere in frigorifero a deteriorarsi.

I prodotti che meglio sopportano l’invecchiamento sono gli alimenti secchi come pasta e biscotti. Il margine di tolleranza si assottiglia progressivamente con l’aumentare del tasso di umidità dei prodotti. I più delicati sono i formaggi e i latticini in genere, in quanto maggiormente soggetti ad attacchi di tipo batterico. Si deve ricordare che il termine indicato per la scadenza è inteso a prodotto integro e correttamente conservato. Se il prodotto viene aperto va consumato categoricamente entro un paio di giorni.

(continua)
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