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“L’osteria D’autore”: una cucina gourmet in un borgo toscano

21 Aprile 2014
un sogno in tavola, il sogno meraviglioso di Fabio Tira
Un borgo, alle pendici del Pratomagno, la torre del 1300, disegnata da Arnolfo di Cambio, svettante e altera, ma qui, lontano dalla folla, dalla città vibrante di lavoro, caotica, piena di stress… Ci si immerge in una oasi ovattata.

Sembra impossibile, ma percorrere pochi chilometri e trovarsi in un mondo diverso, completamente nuovo e antico… Il borgo di Castelfranco di Sopra, un luogo fuori dal tempo e dallo spazio, immerso in una dimensione fiabesca; il nostro è un viaggio prezioso che si snoda tra irresistibili gastronomie e vini selezionati iniziando dallo splendido viale che conduce alla villa, già questa è una promessa, un invito a lasciarsi tutto alle spalle per entrare in una dimensione di straordinaria bellezza.
Questa incantevole dimora, curata con grande passione, svela infatti le sue antiche origini attraverso la minuziosa ricerca di materiali. Stanze sospese dal tempo, la mise en place raffinata, candele e fiori per vivere un’atmosfera di grande unicità, ampie e luminose vetrate, affacciate sul rigoglioso verde circostante, l’alternarsi dei fiori e dei colori, le stagioni, il tempo…

Qui è il regno di Fabio Tira, un personaggio giramondo, curioso, eclettico, mai soddisfatto, esigente, colto, grande successo in Inghilterra ma l’Italia nel cuore, e finalmente un locale tutto suo, a sua immagine, curato, sofisticato e rigoroso, per proposte e sapori non banali, la zona è in un crocevia toscano, pari chilometri fra Firenze ed Arezzo, un locale scovato fra i tesori della nostra Toscana: L’Osteria d’Autore a Castelfranco di Sopra.

La sua brillante creatività e la sua voglia di sperimentare sono alla base della sua cucina che ha come protagonista la natura e i prodotti del territorio. Una cucina sofisticata nella sua semplicità, curata, ricercata, naturale, fatta da materia proprio per quel suo modo straordinario di esaltare la materia prima, interpretandola con una personalissima elaborazione.

Sedetevi, mettetevi comodi: va in scena Fabio Tira, il primo attore, sul palcoscenico ricco di charme e profumi, di personaggi e di interpreti, lui evoca, descrive, e cerca di narrare i personaggi di quel fantastico mondo che si nasconde dietro a quel saper fare e promuovere una gastronomia unica e originale come quella che sa offrire. Per chi scrive raccontare un ristorante, la sua cucina e i suoi protagonisti senza cadere nel banale, nel retorico o nel già visto non è semplice. Raccontare qualcosa di originale, non stereotipato, che evochi il gioco sottile con cui si intrecciano le emozioni di chi si aggira intorno ai fuochi e ai fornelli da anni, soddisfacendo il piacere di chi si lascia andare alla gioia del buono e del bello, non è semplice, ma è certamente avvincente.

Come afferma lo chef Tira: L’abilità di un grande chef è anche quella di circondarsi di personale al suo livello e di una brigata che lo segua, interscambiando con il sous chef non solo parole, ma sguardi, cenni e occhiate, formare squadra fra la cucina e la sala è importantissimo e basilare e, e per questo, per aumentare servizio e professionalità, Maitre dell’Osteria del Gusto è Gianni Armiento, campione nazionale di lampada flambè, un appeal in più per aumentare le offerte gourmet del locale.

Una scena imbandita, mani che lavorano, impastano, servono: un palcoscenico dove ogni interprete ed ogni oggetto assume un ruolo preciso. Parlando di lui nasce il timore di cadere nel banale e di non riuscire a trovare le parole; parlando di creatività ai livelli di Fabio Tira, sorge la paura di non poter rendere giustizia a questo sofisticato interprete, che diventa personaggio in cerca di autore di pirandelliana memoria, ma che prende la strada per un proprio percorso, immortalandolo definitivamente nel ritaglio della sua vita vera e delle sue esperienze, il segreto di piatti sulla base dei profumi della memoria da trasmettere ai destinatari finali, quella emozione speciale chiamata ristorazione.

Offri vino, offri pane. Rendi il cuore a se stesso.
Derek Walcott (Poeta delle Indie Occidentali e Premio Nobel
per la Letteratura nel 1992)

www.osteriadelgusto.com
crediti fotografici: Fabrizio Gaeta
PressOffices Comunicazione
Cristina Vannuzzi Landini


Ricetta d’autore di Fabio Tira

Cruditè di verdure, con julienne di seppia scottata allo zenzero e campetto del mediterraneo.

Ingredienti per 4 persone

1 carota
1 zucchina
1 ravanello
200 gr di seppia tagliata a julienne
4 scampetti
Olio extra vergine di oliva
Zenzero qb
Sale qb
Pepe qb

Tagliare delle rondelle sottili delle verdure e metterle a marinare per una decina di minuti in olio e zenzero sale e pepe e del aneto.
Scottare le seppie per un paio di minuti in olio uno spicchio di aglio in camicia e lamelle di zenzero sale pepe.
Lo scampo cuociamolo al vapore
A questo punto componiamo il piatto, alla base mettiamo le verdure, poi le seppie e infine a decorare con lo scampetto e dei petali di fiori eduli.

Osteria d’Autore
Castelfranco di Sopra (Firenze)
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