D) Vuoi parlarci brevemente di te, della tua vita e delle tue esperienze formative e professionali?
R) Nato in un paesino alle porte della più nota Montecatini Terme ed a due passi da Collodi, mi sono diplomato all’istituto alberghiero e nel frattempo ho fatto esperienze nei 4 e 5 stelle della città, conoscendo grandi cuochi, che una volta finita la scuola mi hanno indirizzato verso ben più noti ristoranti e chef.
D) Come nasce la passione per la cucina?
R) La passione nasce da papà, che lo fa per passione, e pian piano è sbocciato questo mio amore e voglia di ricerca ed aggiornamento continuo. Il resto lo hanno fatto i pazienti maestri che ho incontrato durante la famosa “gavetta”, anche se credo che questa gavetta non finisca proprio mai!
D) Hai avuto un maestro o una persona di riferimento che ha ispirato la tua ricerca?
R) Collaborando con colleghi illustri, Bartolini, Rugiati, Pierangelini, Pirozzi, la mia crescita e voglia di fare nuove cose è stata determinante nel voler avere un locale tutto mio, dove mettere a frutto il proprio sapere. Mi piace rendere partecipe la mia clientela nel loro mangiare, gli spiego i passi, le tecniche, gli accostamenti e le varianti, anche con un po' di pazzia!! Non guasta mai ad un vero chef..
D) Esistono libri che per te sono stati se non fondamentali, di grande aiuto?
R) I libri che leggo sono di vita in cucina, ma mai di ricette, quelle le improvviso. Fondamentale nella mia crescita è stato collaborare per Food editore.
D) Come definisci la tua cucina?
R) La mia cucina la definirei tradizionale ma moderna, vecchia ma nuova, semplice ma complicata.
D) Che peso ha la tradizione nella tua cucina e quali sono le idee innovative che intendi esprimere?
R) Cerco di riportare in modernità ciò che è tradizionale, scontato, magari usando cotture particolari o presentando il piatto in maniera …”diversa”.
D) Cosa ne pensi delle tendenze attuali della ristorazione?
R) La ristorazione oggi ha miliardi di sfaccettature, tutte belle e tutte brutte, è la clientela che deve saper fare le dovute differenze. Anche se penso che in molti paesini come il mio la mentalità sia ancora rimasta ad un po' di anni fa.
D) Cibo, ristorazione e internet. Cosa ne pensi del web come mezzo di comunicazione per parlare di ristorazione?
R) Il web conta molto, da qui la gente apprende notizie, si incuriosisce, si invoglia a fare cose nuove, basti pensare al volume di utenti di facebook, canale pubblicitario gratuito e di grande impatto.
D) Cosa ne pensi dello show food, il cibo che stupisce?
R) Lo showfood è qualcosa di nuovo, una bella vetrina per uno chef… un modo nuovo di comunicare una passione.
D) C'è un ingrediente che detesti e uno che adori?
R) Gli ingredienti sono il mio lavoro, li posso solo amare.
D) Cosa mangi tu a casa?
R) Non sono spesso a casa a pranzo, ma se ci sono fa tutto papà.
D) Ma tu vai a mangiare al ristorante? Se sì, cosa prediligi?
R) Spesso vado al ristorante e prediligo le cose semplici, quelle che ad immagine le associo a come le farei io.
D) Che consiglio daresti ai giovani che vogliono diventare chef?
R) Se dovessi dare un consiglio a chi volesse diventare chef direi: “non fate perdere tempo a chi vi insegna se non siete totalmente convinti”!
D) Cosa ne pensi delle guide, delle forchette, dei cappellini assegnati dai grandi network dell’informazione?
R) Le guide sono utili se seguono uno standard di giudizio trasparente e sereno, altrimenti sono solo un “italianata”.
D) Cosa ne pensi dei fast food, dello street food e della moda di mangiare di corsa, in piedi…
R) Il cibo da strada è un esigenza dei ritmi di vita di oggi, non è sano ma ci deve essere.
D) Definisci te stesso in poche battute
R) Definitemi voi, dopo avere assaggiato i miei piatti.
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