Archivio Storico 2011-2017

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Aurora Mazzucchelli

29 Novembre 2013
Una stella della ristorazione emiliana
Italia, Emilia, Bologna, Sasso Marconi.
Immaginatevi un obiettivo che si avvicina sempre più, ingrandendo la mappa della cittadina, penetrando nei meandri del suo territorio, fino ad arrivare su un rosso casale, dimora del ristorante Marconi, regno di Aurora Mazzucchelli, classe ’73, a cui è stata riconfermata quest’anno la stella Michelin.
Nata e vissuta tra pentole e fornelli (padre cuoco e madre sfoglina) ha girato il mondo e le sue cucine e ancora oggi si destreggia tra l’Europa (Svizzera, Polonia e Spagna) e il resto del mondo (Canada, Perù) esportando l’eccellenza italiana.

Dopo la stella ricevuta nel 2008 son seguite ulteriori conferme alla sua bravura: L’Espresso, il Gambero Rosso, Touring Club e Miglior Chef d’Italia per Identità Golose, solo per dirne alcune. Noi del Cavolo l’abbiamo intervistata, con domande botta e risposta, per scoprire qualcosa di lei che vada oltre la fama che la sua cucina le ha regalato.

D: Definisca se stessa in poche battute

R: Entusiasta, sorridente, burrosa, saporita e decisa

D: Come nasce la sua passione per la cucina?

R: Nasce in modo naturale, un percorso di vita assieme alla passione familiare e del cibo

D: Ha avuto un maestro o una persona di riferimento che l’ha ispirata?

R: Primi su tutti i miei genitori, chef e grandi lavoratori

D: Quali pensa che siano gli ingredienti del suo successo?

R: La grande ricerca, l’entusiasmo e la dedizione che ogni giorno riservo alla mia professione

D: E in cucina? c'è un ingrediente che detesta e uno che adora?

R: No, non mi piace escludere ingredienti e sono convinta che il gusto cambi e cresca assieme alle persone; credo che il discorso valga ancora di più per noi chef che lavoriamo sperimentiamo e studiamo il cibo e il gusto

D: Ma lei va a mangiare al ristorante? Se sì, cosa predilige?

R: Sì, molto volentieri, certo dipende dal contesto ma comunque amo trascorrere del tempo in luoghi belli dove tutto viene curato, non importa poi se sia per mangiare pizza, pasta, carne, pesce o cibo di strada…

D: Cosa ha provato quando, nel 2008, è arrivata per lei la prima stella Michelin?

R: La stella, una bella sorpresa che mi ha dato tanta soddisfazione e spinto a far meglio…

D: Da allora com’è cambiato – nel caso lo fosse – il suo modo di fare cucina?

R: Il mio modo di fare cucina sicuramente è cambiato a prescindere però dalla stella, poiché per me è importante esprimere e raccontare – con i miei piatti - chi sono e cosa mi piace

D: Cibo, ristorazione e internet. Cosa pensa del web come mezzo di comunicazione per parlare di ristorazione?

R: È un mezzo importante, molto comunicativo, che permette di arrivare velocemente e ovunque; naturalmente, come ogni mezzo di comunicazione, va gestito e, a volte, ironizzato…

D: Che consiglio darebbe ai giovani che vogliono diventare chef?

R: Consiglierei ai giovani di viaggiare molto, di assaggiare e di mettersi sempre alla prova perché finchè si sbaglia si può imparare…
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