Enrico Cerea, Executive Chef del rinomato ristorante 3 stelle Michelin Relais & Chateaux "Da Vittorio" a Brusaporto (Bergamo), assieme a suo fratello Roberto porta avanti la tradizione di famiglia di grandi ristoratori, ha maturato esperienza e passione per la cucina in giro per il mondo passando da Heinz Winkler a Monaco, Sirio Maccioni a New York, Georges Blanc a Vonnas e Ferran Adria a Roses.
M) Come nasce lo Chef Enrico Cerea?
C) Nasce in una famiglia di ristoratori dove i genitori riescono a trasmettere l'amore e la passione per questa bellissima professione.
M) Quali sono le caratteristiche principali per la buona riuscita di un piatto?
C) Ce ne sono tante, in sintesi conoscenza del prodotto, delle tecniche e fantasia!
M) Quali sono le sue considerazioni riguardo la professione di cuoco oggi… Cosa manca e cosa invece bisognerebbe eliminare (anche riguardo all'ipotesi di creare un vero e proprio Albo dei cuochi così come per gli avvocati, etc)?
C) Diciamo che la professione del cuoco sta vivendo un momento magico, c'è stata una grande rivalutazione di questa professione snobbata per anni e anni. Servirebbe forse qualcosa che distingua i veri cuochi dai pasticcioni. Forse oggi è troppo forte a mio parere la visibilità mediatica, giornali televisione, ecc iniziano a stancare un po'! Non dimentichiamoci che siamo nati in cucina e dobbiamo restarci il più possibile.
M) Cosa pensa del boom di giovani "chef fai da te" esplosa grazie ai talent televisivi?
C) Che quelli che hanno davvero sostanza e passione resteranno e gli altri saranno solo una bolla di sapone.
M) Più soddisfazioni o più rimpianti, ossia c'è qualcosa alla quale sente di aver rinunciato per seguire la sua professione?
C) No senz'altro, qualche rinuncia ma tante soddisfazioni ed ogni mattina mi alzo con la gioia nel cuore di fare il mestiere più bello del mondo.
M) Qual è stato il suo primo piatto cucinato, come è stato giudicato e da chi?
C) Difficile ricordarlo, credo sia stato una spaghetti alla pescatora; lo feci provare a mio padre, giudice "supremo".
M) A cosa si ispira per la creazione dei suoi piatti?
C) Dipende, tantissimi fattori. Un viaggio, una sensazione, un sogno, una lettura, oppure un'ispirazione da un ingrediente nuovo.
M) Se ci fosse la possibilità di mettere un suo piatto all'interno di una banca dati della memoria così come è stato fatto in passato quando spedirono la sonda pioneer che raccoglieva in sintesi la storia della terra con le proprie opere d'arte, musica, quadri, libri etc quale piatto sceglierebbe per essere ricordato e perché?
C) Fragoline di mare (moscardini) al verde con polenta bergamasca. Perché è un piatto creato in tempi non sospetti dove il binomio polenta e pesce non era così apprezzato quindi un piatto d'avanguardia per il periodo di creazione. La cosa bella è che è ancora attualissimo, perché ho clienti che dopo 30 anni lo cercano ancora...
M) Quale sarà la sua prossima sfida?
C) Ho un sogno nel cassetto, ma preferisco non svelarlo... Sono superstizioso!
M) Ultima domanda: Qual è la domanda che le piacerebbe le fosse rivolta ma che nessuno finora le ha mai fatto? (ovviamente con la risposta)
C) Uno chef a 360°, come è il rapporto con la famiglia? Amo il mio lavoro, ma adoro e vivo per mia moglie e i miei figli e cerco di utilizzare il poco tempo a disposizione per stare con loro e viverli. È fantastica la loro compagnia, chiacchierare e confrontarmi. Ringrazio Dio per avermeli regalati.
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