Ormai per tutt’Italia è Marco Chef, ma ci tiene a precisare di avere anche un nome all’anagrafe: Marco Dossi. L’istrionico chef made in Varese, protagonista di innumerevoli showcooking e icona dei cuochi a domicilio dello Stivale ci racconta come è nata l’idea di Social Gusto, l’attesa due giorni di alta cucina che si terrà ai Giardini Estensi di Varese dal 22 al 23 giugno.
(LPL) Ciao Marco, in questi giorni sei presissimo: parallelamente a Cooking Varese, una sorta di festival di cucina popolare dei rioni della nostra città, stai mettendo a punto la prima edizione di Social Gusto: ce ne vuoi parlare?
(M.Chef) Certamente! Tutto nasce da un’idea che mi è venuta in collaborazione con altri tre soci.Ero a cena in una tavolata di colleghi ed ero reduce dalla Milano Food Week, gasatissimo! Così è stato quasi spontaneo, assieme al titolare di Ploonge.com (partner dell’evento), ad un’altra amica e ad un fotografo di food, pensare di “partorire” un evento di alta cucina che coinvolgesse Varese, la mia città. Il Comune, letteralmente ingolosito dall’idea di ospitare una manifestazione legata all’alta cucina – non dimentichiamoci che purtroppo Varese non può purtroppo vantare alcuno chef stellato - ci ha offerto nientemeno che i Giardini Estensi come location. L’evento è sponsorizzato anche dall’Università dell’Insubria e per dirla in breve abbiamo invitato da ogni parte d’Italia a cucinare per noi dieci grandi chef italiani: l’eccezionalità sta nel fatto che i loro menu verranno proposti a prezzi popolari, sei euro al piatto (esclusi i dodici di ingresso che comunque danno diritto ad una consumazione: se poi si prenota per le due giornate, nei venti euro saranno compresi due piatti). Questo per permettere al grande pubblico di fare conoscenza con l’alta ristorazione italiana. All’interno della meravigliosa cornice dei Giardini Estensi allestiremo una serie di tavolate rotonde, vere e proprie “aree social” in strutture coperte, dove avverranno le degustazioni.
(LPL) Facci qualche nome illustre e raccontaci di cosa ti occuperai materialmente in quei giorni.
(M.Chef) Io seguirò tecnicamente l’organizzazione e mi occuperò del “Ristorante dei bambini”, un’area dove metterò i piccoli a giocare con frutta e verdura e creerò un babymenuvegetale.
Per quanto riguarda i dieci partecipanti, che si possono leggere sul sito www.socialgusto.it alla voce “Ristoranti”, ci sono alcuni grandi chef del Varesotto ed altri che provengono da diverse parti d’Italia: non vi voglio rovinare la sorpresa, per cui venite voi stessi a leggere sul sito! Invece vi anticipo che ci sarà uno stand eccentrico interamente dedicato a “La Cucina Italiana”, la nota rivista, dove Anna Prandoni, la direttrice, ospiterà una serie di personaggi legati al mondo della cucina... in salsa mediatica.
(LPL) Parlami un po’ di te e di come nasce la tua, diciamolo, curiosa figura di chef a domicilio.
(M.Chef) Uno chef a domicilio, professione che sta prendendo sempre più piede anche in Italia, è un’alternativa molto interessante al ristorante. Ingaggiando uno chef on demand si può mangiare tutti assieme, fare una festa o dare un ricevimento a casa propria o in un luogo in affitto, nello stile che si preferisce: elegante oppure decisamente familiare a seconda delle esigenze, il tutto abbassando decisamente i costi rispetto all’uscita collettiva al ristorante.
Questo lavoro itinerante nasce dal mio carattere poco incline alla ripetitività e al chiuso di un ristorante, dove comunque mi sono formato. Io sono un “animale sociale”, ho bisogno di esprimere la mia creatività; in particolare la ristorazione varesina non mi aveva mai aperto grandi prospettive. Invece attualmente, proprio grazie al nuovo “status” di personal chef itinerante, collaboro con società diverse, fra cui Whirlpool, Banana e il Raviolificio Lo Scoiattolo: posso definirmi senza dubbio un freelance della cucina! Ognuna delle aziende per cui lavoro ha le sue esigenze: questo mi richiede una grande duttilità ma mi permette anche di esprimere la fantasia che facendo lo stesso mestiere al chiuso e per un unico datore di lavoro non potrei liberare.
(LPL) Quanta importanza gioca internet nella tua professione?
(M.Chef) Io sono nato come chef a domicilio praticamente quando ho aperto la mia pagina FB e ho iniziato a pubblicare ricette mie: per questo mi piace autodefinirmi “cuoco social”.Tuttora il 60% dei contatti lavorativi li ho tramite Facebook. Curo anche un’ esperienza radiofonica: tutti i martedì ho un appuntamento fisso su Punto Radio, dove presento settimanalmente una ricetta nuova ai radioascoltatori.
(LPL) Che tipo di cucina proponi?
(M.Chef) Ovviamente la mia cucina rispecchia il mio carattere “social”. Possiamo parlare di cucina fusion, precisando però che nonostante mi piaccia mischiare i sapori, il punto di partenza è sempre la tradizione italiana. Ti faccio un esempio: ho creato un sugo piccante in salsa thai, ma su un casoncello (la tipica pasta bergamasca) al brasato. Intrigante, no?
(LPL) E’ un periodo di incertezze, in particolare sul piano del lavoro. Tu sei una figura molto carismatica: come consiglieresti di muoversi ai giovani che vogliono intraprendere la tua strada?
(M.Chef) Determinazione e diretti sull’obiettivo. La passione per il proprio mestiere deve guidare ogni passo. E’ un consiglio molto generico, me ne rendo conto, ma è il mio unico segreto.
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