Incontriamo Gianmarco Tognazzi, fuori dai riflettori dei set cinematografici e immersi nel verde della campagna di Velletri. Siamo nella sua Tognazza, il marchio nato per volontà del grande Ugo Tognazzi, che oltre ad essere uno dei nostri migliori attori è stato anche un gran gourmet e amante della cucina e del buon cibo. Tanto da produrselo da solo e da scriver diversi libri sull'argomento...
Oggi questo progetto è una realtà vera e propria che si annovera tra le eccellenze del made in Italy.
D) Cos’è e cosa rappresenta La Tognazza?
G) La Tognazza oggi è il naturale sviluppo di quella meravigliosa intuizione di Ugo, della sua passione per il buon cibo, prodotto secondo natura e tradizione, dall’amore per la terra e della voglia di stare a tavola in compagnia. Quando mio padre ha messo su la Tognazza aveva in mente una vera e propria azienda agricola per la sua famiglia e per i suoi amici. La Tognazza ora torna a essere un’azienda che produce secondo i “dettami” di un tempo, con un occhio al rispetto del territorio, della genuinità e della tradizione, sempre con la massima qualità, lontana dalla visione industriale, ma sempre più artigianale. Ed è su questi concetti che basiamo la nostra filosofia e la alimentiamo.
D) Non solo un’azienda dunque, ma una vera filosofia di vita?
G) Esatto, una filosofia del mangiare bene e sano, del ritorno ai sapori e alle tradizioni. Già mio padre combatteva i supermercati appena nati preferendo le botteghe e i produttori. In questa filosofia mi riconosco a pieno e la riscopro ogni giorno di più, da quando mi sono trasferito a Velletri, nel luogo dove sono cresciuto. E non sono il solo, è un modo di vivere e pensare la tavola che trova numerosi sostenitori. Nel tempo abbiamo creato una squadra, gli Amici della Tognazza, e insieme lavoriamo per trasformare quel vecchio sogno in una grande realtà.
D) Parola d'ordine per la vostra produzione e ricerca dei prodotti?
G) Direi che sono tre: amore, cura e attenzione per le persone, per i prodotti e per il territorio. Sono i tre concetti cardine della nostra filosofia di lavoro. Credo sia fondamentale mettere amore in ciò che facciamo e altrettanto fondamentale è la cura e l’attenzione che mettiamo nel selezionare i nostri prodotti, andando a creare un contatto diretto con le persone che li producono. Solo così possiamo offrire un qualcosa di qualitativamente superiore.
D) Avete cominciato con i famosi “Vini di Ugo” per creare un vero paniere…
G) Sì, siamo partiti da due vini, un Velletri superiore e un Syrah. Erano i vini di Ugo che presto sono stati ribattezzati, in onori di “Amici Miei” Tapioco e Antani. A questo si è aggiunto il Conte Mascetti, una riserva con tre anni di botte. Poi abbiamo ripreso l’olio di Ugo, il Brematurato. Con il tempo abbiamo cominciato a conoscere produttori e prodotti del territorio e selezionare, proprio come faceva Ugo, così è nato un vero paniere di bontà firmate Tognazza con marmellate, creme, miele, sughi e pasta.
D) Ugo ha scelto Velletri, perché? E quanto è importante il territorio in ciò che fate?
G) Quando siamo arrivati a Roma, mio padre volle trovare un posto in campagna per poter coltivare i prodotti da utilizzare in cucina. Amava la terra e scelse Velletri come location per quella che sarebbe poi diventata la sua azienda agricola. Praticamente ci ha obbligato a vivere fuori dal mondo in un periodo in cui i castelli erano campagna incontaminata e da bambino forse ne ho un po’ sofferto, ma quando sono cresciuto ho subito apprezzato e riscoperto la bellezza di questi posti, e il valore che portano con sé, tanto da ritornarci.
D) Ugo ieri, oggi tu… Cinema e cucina come si sposano?
G) Il connubio cinema-cucina poi è sempre stato molto forte nella figura di Ugo Tognazzi: restano celebri le sue cene dove era egli stesso a cucinare per gli invitati e deliziarli delle ricette che vedevano come protagonisti quegli stessi ingredienti provenienti dalla sua terra. Ogni serata era un modo per mettere insieme colleghi golosi e amici intorno alla tavola e preparare dei menu fantastici. Il vino, fatto in casa per accompagnare i suoi piatti, era il motore di questi momenti. Favoriva l’ebbrezza, le risate, le idee, i confronti geniali tra persone che facevano lo stesso mestiere. E da situazioni, scene e battute sono nati numerosi spunti per dei film. Un esempio fra tutti è La Grande Abbuffata, nato dalla mente di Ferreri semplicemente osservando la passione di mio padre per la cucina e il cibo, le tavolate con gli amici.
D) Da aprile c'è una mostra permanente quale tributo a Ugo Tognazzi, con la presentazione del brand la Tognazza nella vostra azienda agricola di Velletri.
G)La Tognazza ha riaperto i battenti lo scorso anno, proprio nella la sede storica dell’attività di Ugo e dove saranno organizzate varie attività legate all’associazione culturale. Iniziamo con la mostra dedicata a Ugo, per poi spaziare al cinema, all’editoria e altri personaggi che hanno caratterizzato la Tognazza. Ci piace fare quella che noi chiamiamo “Agri-Cultura” a 360 gradi con l’obiettivo di far conoscere questo posto, un modo per entrare a contatto con l’origine e anche per degustare i prodotti.