Un vero professionista. Se dovessi descrivere Luca in tre parole queste sarebbero quelle che userei. Che si tratti di cucina o di eventi, di ospitate televisive o di food writing quello che spicca è la sua precisione, puntualità e professionalità.
Luca non sbaglia un colpo, riesce ad essere metodico e fantasioso nello stesso tempo, uno dei pochi uomini foodblogger italiani che popolano la rete, pochi se paragonati alla quantità di donne che hanno scelto di aprire un blog di cucina; in lui alberga una grande passione per la cucina e una considerevole dose di creatività, supportata da competenze non trascurabili. Conosciamolo meglio.
D: la prima domanda è oramai di rito: come mai hai deciso di aprire un blog di cucina?
R: Cucino da sempre, prima per i miei fratelli, poi per i coinquilini (da quando mi sono trasferito a Roma), infine per la mia compagna che è una buona forchetta ma si cimenta poco ai fornelli. Avendo anche dimestichezza con informatica, internet e social (per lavoro) tre anni fa ho pensato di aprire un blog per avere una “vetrina” multimediale nella quale poter presentare ciò che preparavo, per conoscere altri appassionati, per scambiare idee e ricette ma sinceramente non avevo capito d’aver scelto il momento giusto e che il blog sarebbe cresciuto così tanto in termini di impegno e numero di lettori.
D: la percentuale di uomini foodblogger e decisamente minore rispetto a quella delle donne: secondo te come mai i primi, pur se provetti chef, sono restii ad aprire un blog e perché questo metodo di comunicazione 2.0 è ancora appannaggio più che altro femminile?
R: Storicamente, forse anche per l’impegno e la fatica necessari per svolgere questa professione, il mestiere di chef è scelto dagli uomini, anche se negli ultimi anni sono sempre più le donne che raggiungono ottimi risultati e importanti riconoscimenti nella ristorazione di alto livello. Ritengo che il mondo dei foodblogger sia prevalentemente femminile perché un blog è, anche se non soprattutto, un diario personale: spesso si leggono post relativi non solo a ricette ma ad esperienze personali, e credo che le donne abbiamo maggior predisposizione e capacità nel raccontare se stesse e il loro mondo, gli uomini spesso sono di poche parole (anche scritte).
D: sul tuo blog si legge: "38 anni, un grande amore per la cucina, ed in particolare per i dolci..." da dove nasce questa predilezione per la pasticceria?
R: L’amore per la pasticceria ha avuto origine dalla “privazione” e dall’ammirazione: mia madre da sempre è amante (giustamente) dei dolci fatti in casa ed odia (o poco ci manca) le “merendine” che si comprano al supermercato. Quindi in casa c’erano sempre poche cose “di marca” che però vedevo (ed assaggiavo) alle feste o a scuola grazie agli amichetti. Ciò faceva crescere in me il desiderio di mangiar dolci. Inoltre ad ogni compleanno (e sono tanti, siamo 4 figli) c’era sempre la Torta preparata da mamma, e mi affascinava veder riprodurre nella propria cucina dolci che vedevo solo in pasticceria. La voglia di emulazione ed il desiderio d’aver sempre dolcetti a disposizione mi hanno portato ad avvicinarmi alla pasticceria.
D: Qual è la tua formazione in materia di cucina? non vorrai mica dirci che sei un autodidatta?
R: Nasco autodidatta, osservando la nonna ed aiutando la mamma. Dopo la laurea ed il trasferimento a Roma, cucinando ogni giorno, ho iniziato a seguir corsi nella varie scuole di Roma (Gambero Rosso, A Tavola con lo Chef, Pepe Verde, Les Chefs Blancs) e dopo tanti corsi amatoriali ho deciso di investire tempo e denaro per apprendere tecniche e migliorare la conoscenza di ingredienti e cotture. Ho seguito il corso semi-professionale presso la scuola Les Chefs Blancs e vari corsi di pasticceria con Giulia Steffanina prima e Luca Montersino poi. Infine, per completare la preparazione, ho fatto uno “stage” presso il ristorante di un amico (Baccano, a Largo Beltramelli) e devo dire che quest’esperienza è stata decisiva per mettermi alla prova, perché in una scuola tutti sono a disposizione, in una linea di cucina sei solo e devi cavartela.
D: Hai una compagna, due figli (uno nato da pochissimi giorni), un lavoro in ambito statistico eppure sei un vero e proprio presenzialista degli eventi food a Roma e in giro per l'Italia (ultimo al Merano Wine Festival), ma come riesci a conciliare il tutto?
R: Parto con il dare il benvenuto a Niccolò, il mio secondo bimbo, che è nato il 13 gennaio. I segreti, se posso utilizzare questo termine, sono 2: iperattività ed organizzazione. Se non sono sempre impegnato mi annoio, ed è chiaro che quindi svolgere molte attività non mi pesa anzi, mi aiuta a star bene. Ma è anche chiaro che per poter fare tante cose tutti gli spostamenti devono essere ottimizzati: famiglia, lavoro, figli, amici, blog, eventi, corsi di cucina, non è facile conciliare tutto, spesso devo rinunciare ad alcune cose, ma se c’è qualcosa di interessante o che può permettermi di imparare ancora cerco d’esserci.
D: scrivi per Scatti di Gusto, cucini in occasione di eventi (come nell’anniversario del Mind, tanto per fare un esempio), sei stato ospite in tv in vari programmi di cucina e presentatore in occasione di una serata al Merano Wine Festival ma “da grande”, cosa vuoi fare?
R: Ho pensato spesso all’evoluzione che ha avuto il mio rapporto con il mondo food in questi 3 anni: si sono presentate varie occasioni ed ho cercato di coglierle. E’ chiaro che non posso definirmi un giornalista perché non ho studiato per far questo mestiere, così come non amo definirmi Chef perché non ho alle spalle i sacrifici che hanno fatto altri per diventar grandi in quest’ambito. L’umiltà viene prima di tutto e io sono fondamentalmente un intruso per ora, ma d’altro canto è anche vero che me la cavo con la scrittura (l’Università sta tornando utile), in cucina ottengo buoni risultati (grazie ai corsi di cui prima), ho fatto scuola ed Accademia di teatro in passato e quindi “affrontare” il pubblico non mi spaventa: insomma, tante piccole competenze mi permettono di districarmi in questa giungla di opportunità. Il mio ego mi dice però che se proprio dovessi scegliere, mi piacerebbe parlare ad un pubblico di appassionati, in una qualunque veste.
D: "Questo l'ho fatto io", su Gambero Rosso Channel, Cuochi e Fiamme", su La7D e “Casa Alice", su Alice TV sono solo alcune delle trasmissioni cui hai preso parte. Ma qual è l'esperienza che ti è rimasta nel cuore?
R: Sono state tutte esperienze interessanti, divertenti, particolari. Ma è chiaro che partecipare ad “Accademia Montersino” ha lasciato in me sensazioni e ricordi indelebili. Luca è un maestro ed è il mio punto di riferimento per la pasticceria, e scoprire che l’uomo è all’altezza del professionista è stato entusiasmante. Disponibile, competente, generoso, un vero maestro non solo dei dolci, come ho potuto scoprire nei 3 giorni (e nelle 5 puntate) trascorsi a Chieri.
D: il cappero è uno dei tuoi ingredienti preferiti, tanto che ha anche dato nome al blog. Vuoi regalarci una ricetta che lo veda protagonista?
Con molto piacere! Amo i capperi in ogni forma, sotto sale, in salamoia, ma anche il fiore del cappero, che trovo gustoso e delicato al tempo stesso. Vi lascio una ricetta semplice, veloce ma molto saporita, il Petto di pollo in salsa verde.
Ingredienti (per 2 persone):
250 gr petto di pollo
1/2 limone (succo)
farina
20-25 capperi desalati
50 gr prezzemolo
olio evo
Preparazione:
Lavare i capperi con acqua fredda per desalarli. Lavare il prezzemolo. Tritare i due ingredienti con il mixer. Passare le fettine di petto di pollo nella farina. Scaldare in padella l'olio evo e friggere i petti di pollo. A cottura ultimata, togliere i petti di pollo dalla padella e metterli in un piatto. Aggiungere il succo del limone all'olio nella padella e mettere anche il trito di capperi e prezzemolo. Amalgamare a fiamma viva per un minuto, quindi mettere nuovamente in padella i petti di pollo e condirli con il sughetto. Servire subito.
www.perunpugnodicapperi.it
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