«Mi sento imprigionata senza la possibilità di viaggiare per imparare, conoscere e scoprire. I libri non bastano, internet non basta, tutto quello che sto vivendo non basta!!! Sarebbe il momento di passare oltre.. Se solo potessi!...»
E’ trascorso già un mese da quel malinconico sfogo di Morena Roana, foodblogger fra le più amate della rete, sulla sua pagina Facebook, in un mattino di settembre inoltrato, e ormai questa madonna sfuggita ad una tela rinascimentale ha ampiamente recuperato il suo entusiasmo contagioso. Noi però abbiamo colto la palla al balzo e prendendo spunto da quella frase abbiamo rivolto all’autrice di “Menta e Cioccolato” qualche domanda a proposito dell’uscita del suo primo libro. “Soffice soffice”, edito da Trenta Editore, sta infatti facendo il tutto esaurito grazie anche alle numerose presentazioni che si susseguono a ritmi serrati in tutto il Nord Italia, per proseguire verso sud, con la data di Roma come apripista. L’autrice ci ha concesso un’intervista telefonica molto sincera, che ce la fa catalogare come anima bella prima ancora che imbattibile in cucina.
(LPL) Ciao Morena e grazie per averci concesso l’intervista. “Soffice soffice” è un manuale sull’arte dei dolci lievitati: il primo in Italia su un genere che solitamente si pensa riservato alle più esperte in cucina. Un lavoro che ti è costato mesi di studio e di lavoro sul blog e che ci fa leggere il tuo sfogo su Facebook come dettato da un periodo di stanchezza. Facciamo allora un passo indietro: ci racconti qualcosa dell’autrice del bellissimo “Menta e cioccolato”? Vai pure a ruota libera…
(Morena) Stanchezza che esce giustamente da un periodo di superlavoro, ma anche grande entusiasmo…Proverò ad essere più sintetica possibile! Sono veneta, di Schio. Provengo da una famiglia che ha sempre lavorato nel food. Mio padre è un cuoco quasi del tutto autodidatta ed ha lavorato molto all’estero: si può dire che le mani nelle pentole io le abbia sempre viste. Da ragazzina vedevo i miei genitori che preparavano qualcosa e mi veniva voglia di cucinare. Ho iniziato presto anche a consultare i ricettari classici: mi lasciava perplessa il fatto che la ricetta appariva nuda e cruda e non c’era mai spiegato il perché dell’eventuale fallimento di una preparazione. Comunque, visto che sono molto golosa, ho innato il pallino dei dolci: ho precorso i tempi con la sac à poche casalinga, facevo biscotti e pandispagna sin da bambina!
Finita la terza media, non potendo fare l’alberghiero per motivi di famiglia, ho scelto ragioneria, ma non mi piaceva. Così ho deciso di mettermi a lavorare molto presto. Nel 2006, però, mi sono ritrovata improvvisamente a casa: avevo trentanove anni,la crisi cominciava a sentirsi;le confezioni, il mio settore, avevano chiuso tutte.
Un po’ per curiosità mi sono “attaccata”(cit.) ad internet e nel frattempo coltivavo l’interesse per la pasticceria seguendo corsi amatoriali. Ma il mio vero trampolino di lancio è stato un forum di cucina (Cookaround, ndr), dove ho pubblicato le prime ricette corredate di foto. E’ stato a questo punto che ho iniziato a capire che la fotografia poteva essere un modo per comunicare meglio come mi era venuto un piatto. Il blog, che nasce per hobby, anche se poi si è trasformato in un mestiere (volevo un posto tutto mio, dove tutto quello che pubblicavo rimanesse di mia proprietà), compie gli anni proprio il sette settembre: per un gioco di coincidenze perfette, ho presentato il mio primo libro cinque anni esatti dalla nascita di “Menta e Cioccolato”!
(LPL) A chi si rivolge il tuo libro, “Soffice soffice”? Ad un pubblico di “dummies” golosi oppure di mediamente esperti?
(Morena) Il libro è un manualetto, un prontuario alla Sorelle Simili (ho fatto diversi corsi con loro!), dove poter imparare l’arte dei lievitati dolci, dal più semplice al più complicato. Si rivolge a tutti ma in particolare è pensato per chi non ha mai impastato niente. Non a caso inizia con i consigli per formarsi un’infarinatura sui liquidi, le farine, gli impasti e l’idratazione all’antica, ossia quella delle nostre nonne. E’ destinato, insomma, alla “massaia moderna” italiana. Ed è il primo, effettivamente, in Italia sul genere dei lievitati dolci: nemmeno all’estero ho trovato un libro specifico sull’argomento.
(LPL) Hai parlato di donne. Ma hai mai valutato se sul blog ti seguano nei tuoi impasti più uomini che donne? E consentimi una domanda maliziosa: secondo te il dolce è uomo o donna e perché?
(Morena) Secondo me in fatto di golosità il dolce è uomo e in fatto di preparazione è donna. Le donne, guarda caso, cercano sempre di prendere l’uomo per la gola! Riguardo al blog, “ufficialmente” (secondo cioè il riscontro dei commenti, anche sulla pagina FB) è più seguito da donne, però ufficiosamente so che mi leggono molti uomini… golosi ma anche pasticceri dilettanti!
(LPL) Il fatto che sia il primo libro italiano interamente dedicato ai lievitati dolci stona un po’ con la grande tradizione nostrana dei panettoni, pandori, babà, pandolci et similia. Siamo maestri nel mondo in quest’arte, e si può dire che la pasticceria popolare prenda avvio proprio dalle focacce dolci impastate dalle nonne, eppure a livello editoriale il riscontro proprio mancava. Ricollegandoci al tuo sfogo iniziale, è questo che temi, che rimanendo legata all’Italia potresti perderti le tendenze innovative internazionali?
(Morena). Sì e no. Mi piacerebbe viaggiare parecchio, lo confesso, ma per motivi familiari non lo posso fare. Una delle mete che ho nell’anima è la Francia: vorrei gironzolare per le stradine alla ricerca delle pâtisserie, consumarmi i piedi a caccia di prodotti sconosciuti, magari antichi, ignoti ai più: ma nuovi per le forme, particolare che nel mio lavoro mi interessa moltissimo. Nella plasticità di un dolce un dolce lievitato si concentra la sua storia, più ancora che nel suo sapore. Nel mio libro ho cercato di giocare molto con le forme, riprendendo e modificando a mio piacimento dolci italiani ed esteri. Le ricette sono tutte inedite, anche se a volte sono già comparse sul blog in una modalità base che ho riproposto in maniera più creativa nel libro.
(LPL) Pensi che le tue radici venete ti abbiano avvantaggiata nel mestiere dei dolci?
(Morena) Non particolarmente: si tratta di un’indole personale, anche se riconosco che in Veneto abbiamo così tanti dolci, tante preparazioni diverse che si differenziano da città a città e di cui sarebbe complicatissimo trovare l’origine.
(LPL) Usi lievito di birra o lievito madre?
(Morena) Esclusivamente lievito di birra. E’ molto più facile da gestire, soprattutto per una donna che deve organizzarsi con i doveri familiari.
(LPL) Un’ultima domanda: perché “Soffice soffice”?
(Morena) Perché i miei assaggiatori ufficiali sono i miei genitori. E così con questo titolo ho voluto rendere un omaggio alle persone anziane per cui il “soffice” è un dato gustativo molto importante: direi fondamentale.
x5
A qualcuno piace… Soffice Soffice
Il primo libro della foodblogger Morena Roana alla conquista delle classifiche culinarie
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