Archivio Storico 2011-2017

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Un sogno di Vino dall’Albania

14 Maggio 2013
Intervista a Nuhi Arben, Cantiniere de La Brugherata
In occasione di “Cantine Aperte” di qualche anno fa, decisi di visitare un’azienda vitivinicola da me poco distante, “La Brugherata”a Scanzorosciate (BG). Ricordo che, giunta a destinazione, oltre ad essere colpita dalla bellezza del luogo, fui attratta dai racconti della guida, Arben, l’anima della vigna. Poco tempo dopo decisi di rincontrarlo, questa volta da sola.

Iniziammo la nostra chiacchierata in cantina.

Gli spiegai il motivo che mi aveva riportata a lui, e cioè quella forza gravitazionale che mi attrae verso le storie di vita. Mi raccontò com’era giunto in Italia dall’Albania vent’anni prima. Nel suo paese mancava il lavoro, e l’Italia rappresentava la speranza per un’occupazione. Figlio di un agronomo, ma non conoscitore del settore, aveva trovato inizialmente occupazione in un’azienda meccanica.
Fu proprio riparando macchine agricole che ebbe i primi contatti con il vigneto. Conobbe così, pian piano, le persone che ne facevano parte. Da lì a breve gli venne proposta una collaborazione nell’attività dell’azienda agricola. Arben accettò con entusiasmo. Una volta conseguiti i corsi che gli fecero apprendere le nozioni sul ciclo produttivo e sulle forme di allevamento della vite, la sua nuova avventura iniziò.

Dalla cantina ci spostammo all’esterno.

Passeggiando tra i filari, Arben mi parlava del titolare del vigneto con parole di stima e di rispetto. Il proprietario, un avvocato nato a Bergamo con un’autentica passione per il mondo vitivinicolo, aveva ricreato qui, un angolo di toscana, sua terra d’origine. Ma non solo, aveva creato un giardino in un vigneto, avendolo arricchito di ben quindicimila piante di rose. Si leggeva nei suoi occhi una vera ammirazione verso quell’uomo che riponeva in lui totale fiducia. Io stessa ascoltandolo ero ammirata e attratta dalla personalità che ne scaturiva.

Orgogliosamente Arben mi descriveva le fasi della produzione che seguiva personalmente, quasi in modo maniacale. Il vitigno chiedeva cure costanti e continue che lui prestava in prima persona. Le difficoltà nell’acquisizione del personale in suo aiuto scaturivano proprio dall’impegno richiesto, e dalla conseguente mancanza di un orario lavorativo stabile, spesso mal sopportato dalle persone che si avvicinano a questo settore. Per chi non ha passione, questo non è il mestiere giusto!

Oggi lui è il responsabile di 7 ettari di vigneto che, a felice risultato, danno un’ottima produzione di eccellenti vini bianchi, rossi, di un brut di carattere, e del Moscato di Scanzo DOCG, vino prodotto esclusivamente nel comune di Scanzorosciate.

Al titolare va riconosciuto il merito della costituzione del Consorzio di Tutela del Moscato di Scanzo, oltreché dell’attribuzione della DOCG.
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