Archivio Storico 2011-2017

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Gianni Capovilla

16 Aprile 2013
Da meccanico a distillatore
Una sera a cena dal caro Josko Gravner, parlando di grappe e distillati venne menzionato il nome di Gianni Vittorio Capovilla, un meccanico che nel mentre della sua vita spinto dalla passione decise di diventare un distillatore.
Dave Broom collaboratore di Whisky Magazine, e assaggiatore di fama mondiale, lo definisce il più grande distillatore al mondo, ma io come dico sempre ho bisogno di guardare negli occhi le persone chiacchierando a tu per tu. Adoro farlo, è la mia passione di vita e il mio maggior arricchimento, una ricchezza interiore che non s’inflaziona e che ti porta a conoscere grandi persone. Detto questo come dico io, “pronti…via!” Direzione Rosà in provincia di Vicenza.

Ma cominciamo dall’inizio…
La mattina della partenza, pronta ed entusiasta per partire inserii la chiave nella macchina,che però non diede segni di vita! Ero disperata! Ma come le dicevo: “Hai solo sei mesi di vita… e poi proprio oggi!” Dovete sapere che ho una vera passione per le auto, tanto da arrivare a parlargli! Avevo proprio bisogno di Gianni, si, Gianni Capovilla. E ora mi direte: “Ma scusa Cinzia, ma non dicevi che faceva il distillatore?” Certo che sì, ma anni fa era un meccanico… e che meccanico! Lui aveva la passione che ho anch’io per le macchine sportive. Ma ci pensate, di Treviso come me, appassionato d’auto, e pure distillatore! Una favola!

Gianni nacque a Crespano del Grappa in provincia di Treviso. La sua infanzia come in parte la mia, trascorse nel verde dei campi e dei boschi dove nacque il suo amore per i frutti spontanei. A volte mettiamo nei cassetti della memoria alcune nostre passioni, ma statene certi che prima o poi li riapriamo! Per me e per Gianni è stato così.

La sua avventura di meccanico iniziò a Bassano del Grappa dove il Signor Tosin, un severo ma ottimo insegnante, gli diede i primi rudimenti del mestiere. La svolta decisiva arrivò quando grazie ad un offerta dell’Alfa Romeo ebbe un contratto in Svizzera. Qui un cliente dell’officina con la stessa passione lo coinvolse, portandolo con sé a gareggiare e a carburare macchine di serie e di formula Tre. Il suo entusiasmo era alle stelle visto che alle gare partecipavano veri piloti tra cui un certo Clay Ragazzoni.
Conobbe Jurg Dubler, un campione Svizzero di formula Tre che correva nel campionato europeo su pista. Dubler propose a Gianni di seguirlo come suo meccanico personale. Lo stipendio offerto era inferiore a quello che percepiva al momento, ma la cosa era troppo allettante, quindi accettò. L’avventura, che durò tre stagioni, fu interrotta solo dalla chiusura dell’officina della squadra. Una volta tornato a Crespano, Gianni affittò un capannone in cui nacque “l’Officina meccanica sport auto Capovilla”.

Qualche anno dopo, essendo uomo creativo e bisognoso di stimoli, sentì l’esigenza di voltar pagina. L’occasione gli fu propizia quando un suo cliente produttore di pigiadiraspatrici gli propose una collaborazione nel mondo enologico. Si era avvicinato al vino anni prima costituendo con tre soci una piccola azienda vinicola.
La passione per la distillazione nacque in quel periodo, quando di nascosto, come solitamente avveniva, con un alambicco iniziò a sperimentare nella preparazione della grappa e dei distillati.
Visse di provvigioni di vendita girando per l’Europa fino al 1985, ma intuendo soprattutto quanto mancasse in Italia la cultura della distillazione.
L’Austria e la Germania erano nettamente avanti sia come numero di distillerie, sia nelle tecniche artigianali per la produzione degli alambicchi. Essendo la meccanica e la tecnica la sua passione decise lui stesso di progettarne uno. Nacque così, nel 1986, l’azienda agricola nella quale investì la sua passione e il suo amore per la distillazione.

Bene, con questa premessa ho voluto presentarvi Gianni, e quindi torniamo a me, o meglio, alla mia visita! Ero in una macchina di appena sei mesi che non partiva! Vista l’emergenza fui costretta a chiamare a raccolta gli amici, e grazie a una spintarella e ai giusti scongiuri, magicamente si accese. Mi misi alla guida senza spegnere il motore fino a destinazione, e fortunatamente tutto andò per il meglio.

Arrivata a Rosà il navigatore mi mise in direzione, indicandomi l’ingresso verso una stradina sterrata. La percorsi fino a raggiungere un ampio spazio in cui vidi un cartello con una semplice scritta: “Parcheggio della Distilleria”. Entrando timidamente fui accolta da una gentile signora che mi accompagnò da Gianni. Iniziammo con sorrisi e presentazioni seduti a tavola tra chiacchiere e degustazioni. Come abitualmente capita si finì a parlare di me e delle mie avventure. Devo dire che vivo talmente tanto in questa fase della mia vita che non mi mancano mai gli argomenti.

Continuammo poi con una passeggiata nella distilleria in cui, onorata dalla sua guida, ho potuto ascoltare le varie fasi della lavorazione. Gli alambicchi, vere opere d’arte, vengono realizzati da un artigiano di Oberkirch nella Foresta Nera, il Signor Muller. Ma la vera forza trainante di questa sua passione è la materia prima proveniente per lo più dai suoi frutteti coltivati secondo il metodo dell’agricoltura biologica certificata. Pensate che occorrono 30/35 kg. di frutta per ottenere un litro di distillato puro. Ovviamente senza nulla togliere alle vinacce italiane per la produzione di grappa. E qui vorrei fare una precisazione. “Si parla di grappa quando si ha un distillato prodotto da vinacce ricavate da uve raccolte e vinificate nel territorio Italiano o nella Svizzera Italiana”, quindi parliamo di una tipicità esclusiva italiana.

Altro ingrediente amato ed utilizzato da Gianni per i suoi distillati sono le bacche, una classica ad esempio è il Sorbo dell’Uccellatore. Incominciammo con l’assaggio di un distillato alle prugne, per poi continuare con uno alle mele cotogne, con un altro ai lamponi selvatici, con uno alle bacche di sambuco…insomma, non mi sono fatta mancare nulla quel giorno! Ed eccovi pronti che penserete: “Cinzia sicuramente sarà uscita storta!” Ma io vi dico di no, e lo sapete perché? Perché Gianni mi ha fatto assaggiare i suoi distillati a modo suo, e cioè - dito imbevuto nel contenitore in acciaio, e poi in bocca e… voilà!-

“Sono entrato nel mondo della distillazione dalla porta di servizio ma è stato subito amore vero, perché la passione fa si che il lavoro non sia pena ma gioia”
Gianni Vittorio Capovilla
primi sui motori con e-max.it
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