(http://giallatraifornelli.blogspot.com/).
Ciao Ornella... o dovrei forse chiamarti Gialla? Ego ed alter ego, come spieghi in un recente post. Spiegheresti ai lettori del Cavolo Verde cosa ti ha condotto alla scelta di questo soprannome?
Gialla va benissimo! E' un nome, o meglio un soprannome, al quale sono molto legata. Ad attribuirmelo fu Nannao (il mio fidanzato, sul blog lo chiamo così); in origine era Blalla (Blu + Gialla), nomignolo che racchiude due dei colori che caratterizzano il mio volto, il biondo (o giallo, nel linguaggio dei bambini) dei miei capelli ed il blu dei miei occhi.
Con gli anni rimase solo 'Gialla' in quanto venne a sposarsi con un altro soprannome, quello di 'Paperella'.
Devi sapere che Gialla non è una vera e propria papera, ma una bimba dai capelli color oro legati con un elastico blu che li lascia cadere a fontanella e che quando è felice cammina ondeggiando come una piccola papera. Scegliere 'Gialla' come mio nome ufficiale è stata una conseguenza logica e naturale, ti dirò di più... lo stesso logo è un disegno che avevo fatto tanti anni fa proprio per Nannao. In fondo lui mi ha sempre sostenuta ed incoraggiata, era inevitabile che in un modo o in un altro entrasse a far parte anche di questo mondo.
Ah, dimenticavo, il blog ha compiuto 4 anni, gli stessi che ha la piccola Gialla descritta prima e ritratta in una foto tanto amata da Nannao.
Sei infatti autrice di un bellissimo blog e molto seguito, 'Gialla tra i fornelli'. A quando risale il primo post? E come nasce l'idea di diventare una foodblogger?
Il primo post risale al 17 febbraio 2008. La spinta ad aprire un blog tutto mio nasce dalla voglia di mettere a disposizione degli altri i piatti che preparo; più che altro è un modo per dare qualche idea a chi magari è stufo di preparare sempre la stessa cosa.
Volevo dare il mio contributo a quel mondo che mi aveva tanto affascinata e che mi era stato di supporto anni prima quando, nell'estate del 2006, mi trovavo in Romania per il tirocinio relativo alla mia prima laurea. In quel periodo vivevo sola e, siccome non mi piace mangiare senza compagnia, ritrovai nella creatività dei piatti proposti dai foodblogger e nel loro modo di raccontarli un diversivo alla noia del cucinare per me stessa le 'solite cose'; insomma, iniziai a coccolarmi ed a sperimentare in libertà... in fondo, se fossero saltate fuori pietanze non gradevoli, avrei 'avvelenato' solo me stessa!
Proprio per via della mia esperienza con i foodblog degli altri, sto molto attenta a non limitarmi solo nel dare la ricetta, ma cerco di aggiungere quanti più consigli e trucchi perché questa riesca al meglio e tendo a sottolineare le eventuali difficoltà incontrate durante la preparazione ed i modi con i quali le ho superate. Non mancano le sensazioni e gli aneddoti legati ad ogni piatto, come agli eventi della mia vita. Il blog è lo specchio di come sono fatta io, tra le righe dei post si può carpire senza troppa difficoltà lo stato d'animo del momento e, più in generale, la mia personalità.
Fra le foodblogger nostrane, a parte l'essere molto giovane e già così abile ai fornelli, hai un particolare merito: sei la prima dottoressa italiana (correggimi se sbaglio) ad essersi laureata con una tesi sul mondo dei foodblogger. Raccontaci in sintesi di quest'esperienza: come è nata l'idea, se hai preso in considerazione solo l'elemento femminile del mondo dei weblog culinari, se la tua tesi ha riguardato solo il panorama italiano oppure ha spaziato nel panorama mondiale...
Che io sappia sono la prima che ha fatto uno studio empirico che ha visto la partecipazione di un notevole campione.
Il mio lavoro nasce dall'affinità d'interessi e dalla sintonia con il professore di Sociologia dei Consumi nonché mio relatore della tesi che presentai per la laurea triennale. Un giorno ci trovammo a chiacchierare del più e del meno quando gli dissi che ero autrice di un foodblog. Mi rispose che era molto affascinato dal mondo della cucina nei blog e così rimanemmo in contatto sino a quando non decidemmo che da questa nostra passione comune sarebbe potuto nascere uno studio di una certa importanza: in fondo la letteratura su questo argomento è pressoché inesistente.
Questa tesi, sostanzialmente, ha rappresentato la perfetta fusione dell'amore che ho per la comunicazione e per la cucina. Nello specifico, mi sono concentrata sul territorio italiano per quanto riguarda la ricerca empirica; mentre, per quanto riguarda l'aspetto teorico ho raccolto quanto più materiale possibile anche a livello internazionale. Ho distribuito tramite web dei questionari differenziati in base alle quattro categorie che andavano a comporre il mio campione: foodblogger, chef, utenti ipotetici (tutte e tre senza distinzione di sesso) e aziende. I feedback ai questionari sono stati, come accennavo prima, piuttosto soddisfacenti: infatti hanno risposto 125 foodblogger, 278 utenti ipotetici, 43 chef e 39 aziende. Tutto ciò mi ha permesso di avere una visione a 360° del fenomeno nel nostro paese.
(continua)
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Intervista ad Ornella Daricello, Gialla tra i fornelli
Ovvero, la prima laureata italiana in fenomenologia dei foodblog
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