Una domanda banale per molti, ma non per tutti. Questa poi non lo è affatto, anche perché ve la sta rivolgendo Luigi Veronelli. Ora vi spiego.
Ho iniziato il 2015 a Zagarolo, un borgo antico di Roma sui Castelli Romani. Un paese con un intreccio di viuzze, vecchie case e botteghe storiche con personaggi e tipicità tutti da scoprire. L’Italia, con le sue molte diversità, è un pullulare di ricchezze artistiche, territoriali ed enogastronomiche tanto amate dagli stranieri, ma ahimè,trascurate dagli italiani.
E’ in questi giorni che ho conosciuto, sia pur brevemente,alcuni personaggi che mi hanno fatto trascorrere i primi giorni del 2015 in modo molto intenso ed emozionante. Grazie a loro e alle belle giornate di sole, oltre a passeggiare sui campi circostanti raccogliendo finocchietto selvatico, mi sono dedicata all’appassionante lettura di una meravigliosa raccolta di vecchie edizioni della Domenica del Corriere.
In particolare mi sono soffermata sulle rubriche dell’epoca di Luigi Veronelli. L’anno è il 1965. Ricordo che poco tempo fa, con un amico cuoco, si discuteva sulle incertezze di molte persone su alcune preparazioni base. Forse è questo il motivo che ha attirato la mia attenzione il titolo di questo articolo. Nella sua apparente banalità nasconde una verità, o meglio, la poca padronanza dei più sulle tecniche base in cucina.
Veronelli racconta che un suo zito prete, Don Rinaldo, veniva burlato dalla sua famiglia perché sosteneva che nessuno sapeva cuocere le uova al guscio o alla coque, come le monache di Corso Monforte. Personalmente me le preparo spesso, uno spuntino veloce condito con un po’ di sale, un buon olio extra vergine di oliva, e una fettina di pane casareccio. Come diceva Veronelli – a saperlo preparare, è una grande specialità! –
L’uovo al Guscio di Luigi Veronelli
Anzitutto munitevi di una casseruola adatta, in cui si possa introdurre un cestello (di quelli usati per le fritture) che non impedisca la chiusura del recipiente con un coperchio. Nella scelta della casseruola ricordate che le uova devono letteralmente affogare nell’acqua. Mettete dunque questo tegame con abbondante acqua salata (per un sorprendente processo di osmosi ciò influisce sulla buona riuscita) sul fuoco, e portatela a forte ebollizione. Ritirate la casseruola dal fuoco, immergetevi il cestello in cui si sono adagiate le uova, coprite col coperchio e contate tre minuti. E’ importante che l’acqua sia abbondante perché la sua temperatura, introducendo il cestello, non scenda troppo, ma anche che la cottura avvenga fuori dal fuoco, a temperatura decrescente.
A proposito, parte il countdown per Expo 2015, l’esposizione universale che si svolgerà a Milano tra il 1’ Maggio e il 31 Ottobre 2015 e che ci porrà come un uovo cosmico al centro del mondo. Siamo pronti?!