Archivio Storico 2011-2017

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Pirichìttus

10 Giugno 2014

Delizione pietroline sarde

Da qualche mese mi trovo a Londra e fino a che non mi sarò ben documentata sui piatti tipici britannici, continuo con i piatti della mia tradizione. Essendo appunto lontana da casa e con pochissima attrezzatura a disposizione ho cercato di preparare dei piccoli semplici dolci tradizionali che ho sempre visto fare a casa da mamma e nonne, i pirichìttus.

Ho letto da varie parti fantasiose interpretazioni etimologiche che portano persino in Spagna, dove dei dolci chiamati perriquillos vengono fatti tradizionalmente per carnevale ma per quanto le dominazioni spagnole abbiano lasciato molte altre tracce, mi pare che stavolta non ci sia niente in comune.

Molto più semplicemente ritengo che così come il diminutivo del nome Pietro in lingua sarda sia "Pirìccu o Pirìcu", anche pirichittus stia per "pietroline"  con un evidente richiamo alla forma di questi deliziosi dolcetti. Da noi vengono preparati in tutte le occasioni di festa, dai battesimi ai matrimoni e non mancano mai nei vassoi di dolci misti che si acquistano nelle pasticcerie tradizionali.  

Gli ingredienti sono facilissimi da reperire anche qui quindi passo a spiegare. Occorrono 500 g di farina, 50 gr. di zucchero, 10 uova, 1 bicchierino di liquore, 150 g di olio fatto intiepidire con 2 scorze di limone grattugiata (di modo che le scorze cedano tutto il loro aroma) e infine 1 bustina di lievito per dolci. Qualche volta si utilizzano solo i tuorli anzichè le uova intere, (aumentando però la dose di olio e aggiungendo anche un goccio d'acqua,) di modo che non vadano sprecati quelli avanzati dalla preparazione dei classici bianchini che prevedono l'uso dei soli albumi.

Si comincia sbattendo leggermente le uova e aggiungendo il resto degli ingredienti molto a lungo con la sola accortezza di aggiungere l'olio tiepido poco per volta. La consistenza dev'essere come quella di una pasta all'uovo morbida. Far riposare la pasta un'ora. Ungersi le mani con un goccio d'olio e prelevare piccole quantità di pasta, dimensioni da una nocciola ad una noce, (a piacere: qui li fanno da un centimetro di diametro a 10,  ma a casa io li ho sempre visti fare piccoli) arrotondarle e disporle molto distanziate sulla placca preferibilmente rivestita di cartaforno.

Mettere in forno a 200° per 10-15  minuti, diminuire a 160 e portare a cottura a seconda della grandezza. Di norma raddoppiano o triplicano di volume.

Una volta che i pirichìttus si sono raffreddati, preparare lo sciroppo con 200 g. di acqua, il succo di 1 limone e 500 g di zucchero. Portare a 118° (in mancanza del termometro ci vogliono orientativamente 10 minuti e quando forma delle grandi bolle bianche è pronto), versare in un capace recipiente, aggiungere la scorza di un limone e versare anche i pirichìttus. Girare velocemente, ma con delicatezza, con un cucchiaio di legno finchè lo zucchero non fa presa sui pirichittus e rassodandosi diventa bianco. Sono dei dolci da credenza, durano un'infinità se conservati bene in scatole di latta e si mangiano che è un piacere. Enjoy!

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