I liguri non sono mai stati molto amanti del Carnevale, e quindi non sono molti i dolci che lo rappresentano. Infatti, probabilmente a causa del grande crocevia di culture ed usi differenti che sono andati mescolandosi nei secoli sulle nostre coste, il Carnevale in Liguria è arrivato molto tardi, probabilmente importato da Venezia, ai tempi delle Repubbliche Marinare. Tuttavia le bugie, diffuse in quasi tutta Italia sotto nomi differenti, sono per i liguri l’espressione più tipica di questo periodo dell’anno. A differenza che nelle altre regioni, in Liguria vengono preparate per tutto il periodo del carnevale fino a Martedì Grasso, per poi lasciare il posto ai dolci tipici della Pasqua.
In Liguria vi sono due differenti modi di prepararle, partendo dalla ricetta base, e cioè cotte in forno oppure fritte.
Questa differenza è legata al tipo di produzione. Infatti, le bugie al forno sono articolo da panetteria, mentre quelle fritte sono tipiche delle friggitorie. Non si sa di preciso quali siano nate per prime, probabilmente quelle cotte in forno.
Tuttavia, entrambe le preparazioni hanno il loro seguito di estimatori, e l’unica differenza effettiva è che le bugie fritte sono certo più saporite, ma più pesanti. Quelle al forno invece, sono più delicate e leggere, assai più digeribili, e vengono da sempre considerate le più “raffinate”.
Ai tempi dei Dogi, era uso tra le classi sociali elevate andare in visita durante il carnevale portando in dono piccoli cabaret di bugie.
Bugie (Böxïe):
- 250 gr di farina bianca
- 1 uovo
- 1 bicchiere d’acqua di fiori d’arancio
- ½ scorza di limone grattugiata finemente
- 1 cucchiaino di lievito in polvere
- 100 gr di zucchero
- sale q.b.
Impastare la farina con tutti gli ingredienti, fino ad avere una pasta omogenea e non grumosa.
Tirare una sfoglia e tagliarla con la rotellina da ravioli, a strisce oppure a quadratini.
Cuocere le bugie secondo il metodo preferito:
- Fritte nell’olio bollente, utilizzando olio extravergine d’oliva e scolandole quando sono ben gonfie.
- In forno, cuocendole a fiamma alta fino a che non sono gonfie e dorate.
Quando le bugie sono pronte, spolverizzarle con zucchero a velo e servirle ancora tiepide.
A proposito di Carnevale e di Venezia….
Non tutti sanno che i rapporti tra genovesi e veneziani sono sempre stati (e sono tuttora…) piuttosto burrascosi. Infatti, ai tempi delle repubbliche marinare, tra Genova e Venezia non correva affatto buon sangue, benché gli scambi commerciali tra le due città fossero intensi.
Così, proprio alla vigilia di un Carnevale, si era appena conclusa una delle tante battaglie tra le due città (e Genova aveva avuto la peggio…), che da una parte commerciavano, e dall’altra se le davano di santa ragione.
Quindi, i genovesi decisero che, visto che a Carnevale ogni scherzo vale, era il caso di rendere la pariglia. Così, una squadra di genovesi rubò da una piazza veneziana un leone di San Marco, di marmo, e se lo portò a casa. Un risarcimento? No, piuttosto un dispetto, e ovviamente i veneziani non la presero bene. Il leone fu portato a Genova, dove fu riprodotto in posa specchiata, e i due leoni furono posti a guardia della porta del Duomo di Genova, la Cattedrale di San Lorenzo.
Sono tuttora al loro posto, al punto che nessuno sa più quale sia l’originale.
Ma se passate nei vicoli, andate a darci un’occhiata…..
Per la foto si ringrazia Angela De Marco
(http://laricettadellafelicita.blogspot.com/2011/02/e-arrivato-il-carnevale-giu-la-maschera.html)
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