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Autunno, tempo di Miele

19 Ottobre 2010
L'oro liquido è un toccasana
Il miele deriva dalla trasformazione del nettare, ed è il prodotto principe dell’apicoltura, assieme al propoli e alla pappa reale.
Poiché è un prodotto totalmente naturale, non riproducibile in laboratorio, non esiste un miele uguale all’altro. Infatti, influiscono sulla sua preparazione molte variabili tra cui l’andamento meteorologico, l’inquinamento atmosferico, la salute delle api stesse, e non ultima la salute e la varietà dei fiori e degli alberi su cui le api vanno a far bottino.
Quale che sia la composizione comunque, i dietologi e i nutrizionisti sono concordi nel definire questo alimento un vero e proprio miracolo della natura. Vediamo perché.
E’ un alimento altamente energetico (320 cal / 100 gr), utile per sopportare sforzi fisici anche intensi e prolungati, e sarebbe buona regola consumarlo abitualmente, specie nel periodo autunnale e invernale.
Per coloro che seguono regimi alimentari ipocalorici più o meno rigidi, il miele è un fenomenale alleato nella dieta. Grazie al suo contributo energetico aiuta infatti a combattere la spossatezza, ma a differenza dello zucchero bianco non altera il metabolismo dei grassi, e quindi non provoca aumenti di peso. Questo perché, come vedremo tra poco, il miele è una sostanza praticamente già predigerita.
A livello nutrizionale il miele è ricco di vitamine C, E e K (tutte e tre utili alla buona salute delle mucosa, specie in regimi alimentari rigidi, inoltre la vitamina K è la principale protagonista della coagulazione sanguigna), oltre che di molti zuccheri semplici tra cui saccarosio, glucosio e fruttosio (questo però ne limita l’uso per i diabetici). Contiene anche alcune vitamine del complesso B, utili alla buona salute di pelle e capelli, e alcuni minerali importanti quali sodio, potassio, calcio e zinco. Contiene infine moltissimi enzimi.
I lunghi studi dedicati a questo alimento (il fascino del miele sta nel fatto che per produrlo le api effettuano una vera e propria digestione interna, passando le sostanze da un’ape all’altra, eliminando l’acqua e i vari liquidi a favore della concentrazione degli zuccheri), ha dimostrato che il miele ha capacità regolarizzanti per il sistema nervoso centrale, è sedativo, ed è riequilibrante per il sistema digestivo, respiratorio e cardiocircolatorio. Inserito in una dieta dimagrante anche rigida, il miele è antianemico, antibatterico, antibiotico, diuretico e ricostituente. Funge inoltre da regolarizzatore intestinale, e migliora in generale l’aspetto dell’organismo poiché le sue proprietà nutrienti ed emollienti aiutano a mantenere la pelle in buona salute e a conservare un colorito sano.
Il miele è anche ricco di sostanze antibatteriche e antibiotiche, come dimostra l’elevato utilizzo di questo alimento nel campo della fitoterapia, per la cura o l’attenuazione delle più disparate patologie. Le proprietà curative del miele, come del resto le caratteristiche organolettiche quali colore, odore e sapore, sono determinate e accentuate dal tipo di piante utilizzate dalle api per la sua produzione.
Il miele è infine l’unico alimento semisolido consentito nei regimi di digiuno, ed è uno dei primi alimenti somministrati nella cura dei disordini alimentari, per il suo eccezionale potere ricostituente.
Oggigiorno il miele sta diventando uno di quegli alimenti del passato.
Eppure è molto facile inserirlo nella dieta di tutti i giorni, non solo per ritrovare la linea, ma anche per variare la nostra alimentazione con una sostanza che può essere considerata un vero e proprio medicamento e un toccasana per la nostra salute.
Si può consumare con il pane, nello yogurt o come dolcificante in tisane, infusi o semplicemente nel latte caldo. Per chi piace, lo si può semplicemente mangiare a cucchiaiate.
Un’unica raccomandazione, non usatelo con bevande troppo calde e tenetelo in frigo o almeno lontano dal calore. Infatti, essendo un alimento totalmente naturale, il calore eccessivo ne danneggia le vitamine e molti degli enzimi che contiene.
Perciò, la prossima volta che andrete in un agriturismo o in qualche paese di campagna, al posto dei tradizionali dolcetti portatevi a casa un bel vaso di miele. Ci guadagnerete in linea, bellezza e salute.
Vediamo adesso le tipologie di miele più diffuse sul mercato, sempre ricordando che non esiste un miele uguale all’altro, neppure se la composizione è la stessa. L’unico possibilità è che i barattoli appartengano alla stessa mielata, e che quindi siano stati ottenuti dalla stessa raccolta di nettare da parte delle stesse api.
- Miele Millefiori: è il miele più comunemente venduto nella grande distribuzione, e viene prodotto quando il “pascolo” delle api non viene selezionato. Il suo nome deriva appunto dal fatto che le api bottinatrici pascolano su zone ricche di molte specie floreali, rendendo così il miele molto variegato dal punto di vista della composizione. Poiché raramente, anche ad attenta analisi, si riesce a distinguere un sapore dominante in questo tipo di miele, il millefiori viene suddiviso in due sole sottocategorie.
o Miele Millefiori di Pianura: viene raccolto più precocemente e vi si rintraccia una composizione formata prevalentemente da trifoglio, erbamedica, tarassaco e lupinella, oltre che di varie erbe spontanee in percentuale minore. E’ un miele dal sapore tenue e dal gusto poco pronunciato, di colore chiaro, di solito usato per il consumo quotidiano.
o Miele Millefiori di Montagna: viene raccolto in stagione più avanzata, ed è di solito in miele considerato più naturale, in quanto proveniente da zone meno urbanizzate e soggette ad inquinamento. La sua composizione è formata da varie specie floreali tra cui violacciocche, tarassaco, aquilegia ed erica, oltre a vari altri fiori d’alta quota in percentuale minore. Di colore più scuro e di sapore più aromatico, può essere destinato anche a usi terapeutici, ad esempio per curare alcune affezioni bronchiali minori.

- Miele Monoflora: è il miele ricavato da “pascoli” in cui una specie floreale domina sulle altre per un minimo del 45% fino al 100%. Viene ricavato in zone dove i pascoli sono monospecifici, oppure nel caso in cui l’apicoltore ricorra alla pratica del “nomadismo”, forzando cioè le api a bottinare sempre lo stesso tipo di fiore. Ovviamente, più il fattore monoflora si avvicina al 100%, più il miele è pregiato. Colore e sapore dipendono dalla specie dominante utilizzata per la sua produzione. Le voci successive illustrano i più diffusi.

- Miele di Lavanda: prodotto nella regione francese della Provenza, è un miele di colore che va dal verde tenue al rosato, a seconda della stagione. Dal caratteristico sapore amarognolo, è molto pregiato ed apprezzato in fitoterapia per la cura dell’emicrania e dei disturbi del sonno.

- Miele di Abete: di colore scuro e di sapore fortemente aromatico, è il miele ricavato nelle zone ricche di conifere. Benché sia considerato un miele monoflora, di solito presenta nella sua composizione anche tracce di pino e di altre conifere, benché le api prediligano gli abeti. Molto apprezzato per il suo sapore particolare, è anche utilizzato in fitoterapia per la cura delle affezioni polmonari e dei sintomi influenzali, oltre che per correggere l’alito cattivo.

- Miele di Acacia: miele di colore ambrato, con sapore dolce e delicato, viene ricavato dai boschi di latifoglie dove vi sia un’alta concentrazione di acacie. E’ particolarmente amato dai bambini per il sapore non invasivo, ed è indicato in caso di infiammazioni delle mucose dell’apparato respiratorio o gastrointestinale. Preso a piccole dosi è tollerato anche dai diabetici perché è il meno ricco in glucosio, mentre è più ricco in altri zuccheri più semplici come saccarosio e levulosio. Recenti studi gli riconoscono proprietà blandamente lassative.

- Miele di Arancio o di Agrumi: è il miele ottenuto dall’apicoltura praticata nei pressi degli agrumeti. Gli agrumi infatti hanno fiori molto cerosi, ricchi di oli essenziali, che attirano le api e le invitano a bottinare nelle zone dove questi alberi vengono coltivati. E’ un miele di colore chiaro, dal caratteristico profumo, molto gradevole e rinfrescante. Il sapore è contraddistinto da note di agrumi, variegate a seconda dell’agrume dominante utilizzato. Di solito l’agrume preferito dalle api bottinatrici è l’arancio. Dalle proprietà antispasmodiche e sedative, la fitoterapia lo consiglia nei casi di nervosismo, ansia o insonnia, anche per il sonno dei bambini. Ha inoltre un elevato potere cicatrizzante, ed è usato nella cura delle ulcere.

- Miele di Eucalipto: poco prodotto in Italia, è un miele molto aromatico, particolarmente ricco di enzimi, con un caratteristico colore che va dal verde tenue al grigio scuro. Dalle ovvie proprietà antiasmatiche e anticatarrali, è utilizzato nelle affezioni bronchiali, nella cura della tosse ostinata, e anche per i casi di febbre alta, perché il suo consumo induce la sudorazione. Studi più recenti ne consigliano inoltre il consumo per la cura dei vermi intestinali.

- Miele di Biancospino: è uno dei più noti tipi di miele monoflora. Intensamente prodotto in Italia, è un miele di colore ambrato chiaro, con sapore dolce e delicato e consistenza granulosa. E’ detto il “miele del cuore”, perché particolarmente consigliato ai cardiopatici. Possiede infatti un’eccezionale azione calmante, utile nei casi di ipertensione, palpitazioni, arteriosclerosi ed epilessia. Viene anche consigliato in caso di insonnia, specie nei bambini.

- Miele di Tiglio: di colore giallo chiaro o verdolino a seconda della stagione, ha sapore e profumo assai pronunciati, molto dolci. Gli vengono riconosciute, come per la tisana dei fiori, blande proprietà calmanti, utili nei casi di insonnia, ansia e nervosismo.

- Miele di Timo: di produzione difficile, perché è molto complesso forzare le api a bottinare da piante pressoché prive di fiori, è detto il “miele delle epidemie”. Infatti la sua azione antisettica è talmente potente da renderlo utile nei casi di epidemie, pandemie e nelle situazioni in cui ci sia pericolo di diffusione di malattie infettive. Un tempo con il miele in cui veniva fatto macerare il timo (da qui l’idea di forzare il nomadismo verso questa pianta) c’era chi ci curava peste e colera. E’ un miele dal colore scuro e dal sapore pronunciato, fortemente aromatico. Viene consigliato in generale per le affezioni bronchiali e la tosse ostinata.

Oltre alle numerose proprietà curative già elencate, il miele ha anche molte proprietà cosmetiche. Infatti molte creme e saponi sono a base di miele. Chi ha la pelle o i capelli secchi può approfittare di queste proprietà, sia con applicazioni di tipo artigianale sia con prodotti specifici. Il miele ha infatti un elevato potere emolliente e idratante, utile anche nei casi di couperose ostinata.
Per l’acquisto di questi prodotti, si consiglia di rivolgersi ad un buon erborista o ad una profumeria di fiducia, che possano consigliarvi prodotti validi. Infatti, in certi prodotti di tipo commerciale, il miele è presente solo in tracce, oppure come aroma per la profumazione.
Infine, una nota curiosa. Il miele era alla base di alcuni alimenti leggendari, tra cui l’ambrosia, il cibo degli dei. Di certo, alcune bevande del passato, oggi riscoperte, lo contemplano come ingrediente principale. E’ il caso dell’idromele, tipica bevanda celtica, derivata appunto dalla fermentazione del miele.
Per chi volesse tentare (tanti auguri, perché il procedimento è complesso e dal risultato tutt’altro che certo), ecco la ricetta.

Idromele (bevanda celtica):
- 2 kg di miele
- 2 kg di acqua
- Damigiana da 5 litri precedentemente sterilizzata
- 1 bustina di lievito di birra (da panificazione o da vinificazione)
Fate bollire l’acqua e scioglietevi il miele, quindi portatelo ad ebollizione qualche istante, poi toglietelo dal fuoco (le bolle devono appena iniziare a staccarsi dal fondo).
Dopo aver raffreddato versate il tutto nella damigiana aggiungendo acqua fino a ½ litro circa sotto la capienza massima.
A liquido freddo o appena tiepido, aggiungete il lievito e agitate qualche minuto.
Chiudete il collo della damigiana con un tappo di stagnola, in modo che l’anidride carbonica possa sfiatare.
Entro un giorno dovreste notare la formazione di bollicine di gas, indice dell’inizio della fermentazione. Mettete la damigiana in un ambiente a temperatura costante, attorno ai 20/22 °C. Lasciate fermentare 2/3 mesi. Alla fine di questo periodo la fermentazione dovrebbe iniziare a cessare, e il lievito si depositerà sul fondo.
Il liquido dovrebbe presentarsi limpido.
Attendete ancora 10 giorni, tempo in cui l’attività dovrebbe cessare definitivamente, e travasate il liquido in bottiglie dal tappo ermetico (ad esempio quelle con il tappo a gancio). Cercate di lasciare il lievito sul fondo.
Sfiatate una volta alla settimana per almeno 3 mesi, poi sfiatate almeno una volta al mese.
Conservate le bottiglie al buio e al fresco, e fate invecchiare per almeno 1 anno, ancora meglio per 2.
L’idromele è una bevanda ferma, senza bollicine, e si aggira sui 10°/14°.

Annotazioni:

1- La proporzione 1:1 tra acqua e miele deve essere mantenuta, quindi se aumentate le dosi di miele per la prima fase, dovete aumentare anche l’acqua.
2- La damigiana deve essere sempre almeno ½ litro sopra la somma di miele e acqua, in questo caso 2+2 = 4+0.5 = 4.5 litri. Da qui la damigiana da 5 litri.
3- Non fatevi tentare da tappi ermetici per la damigiana, a meno che non siate degli amanti delle esplosioni.
4- Sempre per il motivo al punto 3, non dimenticate di sfiatare le bottiglie.
5- Usate di preferenza miele grezzo, cioè ancora con la cera, perché fermenta meglio. Lo trovate negli agriturismi o nei negozi che vendono prodotti d’agricoltura biologica.
6- Per il primo tentativo usate miele millefiori, che ha un sapore più neutro. Gli altri tipi tendono a variare il sapore dell’idromele in base al sapore del miele stesso.
7- Non accorciate i tempi d’invecchiamento, o l’idromele avrà un gusto sgradevole.
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