Tra i frutti del periodo autunnale, pochissimi possono vantare una storia antica e articolata come quella della melagrana. La melagrana, cioè il frutto del melograno, matura da settembre a novembre, ed è da sempre simbolo di fertilità ed abbondanza. Originario dell’Asia e del Nord Africa, questo frutto ha ispirato moltissime leggende, prima tra tutte quella sull’avvicendarsi delle stagioni.
Si narra infatti che Persefone, figlia di Demetra (dea della vegetazione), fu rapita da Ade (dio degli inferi) che ne volle fare la sua sposa. Demetra, disperata, iniziò a cercare la figlia in ogni dove, trascurando i suoi doveri e facendo precipitare la terra nei rigori dell’inverno. Poiché Zeus sapeva benissimo dove fosse Persefone e fosse a conoscenza della malefatta del fratello, si recò negli inferi a liberare la giovane, che sarebbe potuta tornare con la madre a patto che non avesse toccato né cibo né acqua durante il suo soggiorno nel mondo sotterraneo.
Disgraziatamente però, Persefone, vinta dalla fame, aveva mangiato alcuni chicchi di melagrana. Poiché il frutto era ancora quasi intatto, ma Ade non sentiva ragioni, Zeus ovviò al problema, suggerendo al fratello che la sposa avrebbe potuto soggiornare con la madre sei mesi all’anno, e trascorrere gli altri con lui. Ade si dichiarò d’accordo.
E da allora, i mesi in cui la natura è rigogliosa sono i mesi in cui Demetra può stare con sua figlia, mentre i mesi freddi sono quelli in cui Persefone vive con suo marito e Demetra, presa dalla tristezza, si abbandona allo sconforto.
Ma alla fine dell’inverno, sapendo del prossimo ritorno della figlia, Demetra si rallegra e ricomincia a far crescere le cose. Sempre per il fatto di aver rappresentato un’epica storia d’amore (secondo il mito Persefone si innamorò intensamente del marito, nonostante le premesse…), il fiore del melograno (che va dal color scarlatto al rosso arancio), è simbolo di amore ardente e appassionato, e infatti seguendo il mito Zeus, risolta la questione di Ade, volle consacrare la pianta ad Era, sua sposa.
Nell’antica Grecia e in seguito a Roma le spose usavano andare all’altare con mazzi di rami di melograno e fiori di melograno tra i capelli, come augurio di un matrimonio fecondo e felice.
Al suo interno, la melagrana è suddivisa in cavità che vanno da un minimo di 7 ad un massimo di 15, e che contengono un gran numero di chicchi (o grani), dalla polpa rossa e succosa, leggermente acidula. Proprio l’elevato numero di grani ne ha fatto simbolo di prosperità e fecondità, e in Turchia è d’uso per le donne appena sposate tirare una melagrana per terra e poi contare il numero dei chicchi usciti dal frutto spaccato per predire il numero dei futuri figli.
Il colore intenso della polpa, così diverso dalle tinte spente dei frutti di questa stagione, la rende beneaugurate per il futuro. In molti paesi donare un ramo di melograno con fiori e frutti è considerato di buon auspicio, specie ai freschi sposi. Infine, il suo apprezzamento presso i popoli latini (Roma in particolare) ne ha fatto anche il simbolo di giustizia ed equilibrio. Infatti, nelle rappresentazioni più antiche, la Giustizia è rappresentata con una bilancia in una mano e una melagrana (o un ramo di melograno) nell’altra. La sua fama leggendaria di prosperità e fecondità è arrivata fino ai giorni nostri, e infatti molti pittori raffigurano Gesù Bambino con una melagrana in mano, simbolo della nuova vita.
Spostandoci dal mito alla realtà, la melagrana è ricca di virtù interessanti, tutte utili alla nostra buona salute. La polpa è una buona fonte di vitamine A e B, e contiene inoltre tannino, che è astringente e disinfettante. Mangiare questo frutto può infatti dare sollievo alle infezioni del cavo orale e contro il mal di denti. Centrifugare i grani permette di eliminare i semini, ottenendo così un succo fresco e dissetante, al quale sono state riconosciute molteplici proprietà. Per l’elevata percentuale di acqua è diuretico e drenante, rinfrescante, ed è inoltre ricco di polifenoli e antiossidanti, specie se il frutto è maturo. Il potere antiossidante del succo di melagrana è inferiore solo a quello del Tè Verde, e superiore a quello del vino rosso. Ciò rende la melagrana una preziosa alleata contro la cellulite e l’invecchiamento cellulare, dovuto all’azione dei radicali liberi.
Tra le altre proprietà si segnala un’eccellente azione vermifuga (in particolare contro la tenia), e un’efficace azione antibatterica, utilissima contro i mali di stagione. Per l’elevata quantità di sali minerali che contiene (ferro, magnesio, calcio, fosforo e potassio), assieme a buone percentuali di zuccheri e di acidi grassi essenziali, il succo di melagrana è un potente ricostituente. Infine, sembra che la melagrana abbia anche proprietà gastroprotettive e rinforzanti per l’apparato cardiovascolare. Queste ultime caratteristiche sono tuttora oggetto di studio.
Non solo la melagrana ci regala i suoi benefici effetti, ma tutta la pianta di melograno è ricca di proprietà. Queste qualità erano note già ai tempi degli antichi Egizi, ma sembra che il primo studioso delle proprietà di questa pianta sia stato Ippocrate, i cui risultati sono poi giunti fino a noi, gettando alcune basi della moderna fitoterapia. La radice di melograno ha un potente effetto vermifugo (5 volte superiore a quello del succo), e lo stesso la corteccia, che però è leggermente tossica e va usata con prudenza. Dai fiori di melograno si può ricavare invece un infuso utile contro la dissenteria ostinata.
L’unica nota negativa di questo frutto è legata al suo consumo. La melagrana infatti è una grossa bacca dalla buccia carnosa e spessa, e spesso è difficile pulirla. La parte commestibile è al massimo il 70%, e il fatto che ogni grano contenga un semino può renderla sgradita ad anziani e bambini. Si consiglia pertanto di ricorrere alla centrifugazione o, se non avete l’apparecchio adatto, alla spremitura, a cui seguirà la filtrazione su un colino per l’eliminazione dei semi.
La cucina europea non utilizza molto la melagrana, se non per la preparazione di succhi, gelatine e conserve. Recentemente la cucina orientale, nella quale questo frutto viene utilizzato per la preparazione di molti ripieni, ci ha suggerito alcune ricette. Eccone una.
Tacchino aromatizzato alla Melagrana:
- 1 tacchino di 3 kg con le frattaglie.
- 150 gr di pancetta (o lardo) a fettine
- 50 gr di pancetta (o lardo) a cubetti
- 4 melagrane
- 3 rametti di rosmarino
- olio d’oliva q.b.
- sale e pepe q.b.
Spremete le melagrane e filtrate il succo, eliminando i semini.
Pulite il tacchino e conservate le frattaglie, quindi tagliatelo a pezzi eliminando il petto.
Mettete le parti in una teglia che avrete unto con un poco d’olio d’oliva, ricopritele con le fettine di pancetta, quindi fate rosolare in forno preriscaldato a 180°C per 1 ora e ½, assieme ai rametti di rosmarino. A metà cottura irrorate il tacchino con metà del succo di melagrana.
Prendete il petto, tagliatelo a cubetti e fatelo saltare in padella con un poco d’olio d’oliva assieme ai cubetti di pancetta e a qualche aghetto di rosmarino. A metà cottura irroratelo con ¼ del succo di melagrana.
Mettete le parti di tacchino e i cubetti di petto su un piatto da portata e tenete in caldo.
Prendete le frattaglie e rosolatele in padella con sale, un poco d’olio d’oliva e qualche aghetto di rosmarino. Mettetele poi nel mixer con il resto del succo di melagrana, un filo d’olio d’oliva e una presa di pepe. Frullate tutto fino ad avere una salsa omogenea.
Mettete la salsa in una salsiera e usatela per accompagnare il tacchino.
Nota: i chicchi di melagrana, ben puliti e serviti su un piattino, possono essere un ottimo accompagnamento per un tagliere di formaggi piccanti.
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La melagrana, il dono di una dea
Il frutto dai mille chicchi succosi
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Papille gustative