Archivio Storico 2011-2017

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Frittata con le ramoracce

28 Febbraio 2014
Erbe spontanee, quelle sconosciute
Hanno nomi insoliti e pittoreschi, crescono nei nostri prati e giardini, le chiamiamo solitamente “erbacce” ma molte di queste – a ben vedere – sono tutt’altro che “erbacce”. Sono le erbe spontanee commestibili, con i loro sapori particolari e insoliti, un vero tesoro per chi sa riconoscerle.

Io personalmente mi destreggio bene tra cicoria, borragine e bieta selvatica, riconosco a metri di distanza la malva , ho qualche dubbio quando si tratta di papavero ma solo certezze quando incappo in loro, le mie preferite, le ramoracce.

Raphanus Raphanistrum è il nome originale di questa specie di broccoletto selvatico, “ramoraccia” per gli amici ed estimatori che, come me, si ritrovano nei prati a camminare guardando in basso, alla ricerca delle sue tenere foglioline o anche dei suoi germogli, pronti da essere mondati e lessati, per poi mangiarli nei più svariati modi: ripassate, come ripieno in strudel salati o pizze, come condimento per primi piatti o per arricchire succulente frittate. Come quella di cui vi scrivo, oggi, la ricetta.

Ingredienti (per quattro persone):

• 8 uova
• 400 gr di ramoracce
• Olio evo
• Sale
• Pepe
Lavate e capate le ramoracce, scegliete i germogli più teneri e le foglioline più giovani. Cuocere per 4-5 minuti in acqua bollente salata, scolatele bene e tagliatele a pezzetti.
Scaldate in una padella dell’olio evo e ripassatevi le ramoracce. Sbattere leggermente le uova, salatele pepatele e aggiungetele alle ramoracce. Fate cuocere la frittata, girarla al momento opportuno e, quando sarà cotta, servitela subito. Volendo però – così come per la frittata di asparagi selvatici - questa pietanza si gusta bene anche fredda.
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