Il Danubio è un piatto di origine napoletana ma in realtà a Napoli è noto come “danubiana” o “brioche al pizzico”.
È una torta rustica lievitata e formata da una serie di “palline” ripiene di salumi e formaggi. Queste palline sono accostate le une alle altre in una teglia rotonda e dopo la lievitazione e la cottura, diventano un’unica torta le cui parti si possono staccare e mangiare come dei panini, ecco perchè brioche al pizzico.
Nasce come rustico tipicamente pasquale, oggi invece lo si trova insieme a tutti i rustici della tradizione napoletana che accompagnano ogni festa importante, c’è ad esempio, chi lo ricorda al centro della tavola quando ci si riunisce per giocare nel periodo natalizio, essendo comodo perché accessibile con una sola mano.
Le teorie sulle origini e sul perché di questo nome suggestivo sono diverse.
Secondo una teoria molto poetica, il nome nasce paragonando la superficie del “Danubio” alla superficie del fiume increspata dalle onde.
C’è poi una teoria molto “partenopea” che viene portata avanti da Nicola Scaturchio, titolare e volto di una delle più antiche pasticcerie napoletane, che è noto come “il pasticcere gentiluomo”, il quale sostiene che il Danubio sia stato inventato da una sua zia materna che lo chiamò così perchè era di origini austriache.
L’ultima teoria viene fuori incrociando dati gastronomici, all’albero genealogico dei Borbone di Napoli che governarono il Regno delle due Sicilie. I Borbone ressero il Regno di Napoli e di Sicilia prima, unificato poi nel Regno delle due Sicilie dal 1734 al 1861, periodo in cui Ferdinando I di Napoli sposò in prime nozze, Maria Carolina di Asburgo-Lorena; questa, di origine austriaca, col suo arrivo a corte introdusse cuochi viennesi e fece mescolare la cucina viennese alle tradizioni locali.
In Austria, infatti, c'è un dolce chiamato “buchteln” (di origini boeme) che ha la stessa struttura del “Danubio”, ed è costituito da una serie di “focaccine” ripiene di prugne, una confettura preparata senza aggiungere zucchero, messe le une accanto alle altre in una pirofila a cuocere, e che lievitando diventano una torta unica.
Quindi è facile pensare che l’arrivo dei cuochi viennesi alla corte dei Borbone, con la collaborazione dei cuochi locali, e gli ingredienti della cucina tradizionale partenopea potrebbero aver creato questo piatto.
Oggi è un must negli aperitivi e antipasti e si prepara anche con farcie dolci.
Per quanto riguarda la ricetta, ne esistono diverse versioni, quella che descrivo è quella che preparo sia dolce che salata e quest'anno l'ho realizzata anche in versione abete per un centrotavola natalizio.
550 gr di farina,
250 ml latte,
100 ml olio extravergine,
1 cucchiaio di zucchero,
1 cucchiaino di sale,
1 lievito di birra,
1 uovo per spennellare,
salumi e formaggi a dadini secondo i propri gusti.
Mettere la farina sulla spianatoia e formare la fontana, unire il lievito, l'olio, lo zucchero, il sale e versando il latte caldo lentamente amalgamare tutti gli ingredienti fino ad ottenere un impasto liscio e morbido. Lasciarlo lievitare coperto fino al raddoppio.
Successivamente dividere l'impasto in tante palline grosse come un mandarino, schiacciare ogni pallina formando una pizzetta, mettere al centro un mucchietto di misto di salumi e formaggi e chiudere come un fagottino, sistemare i fagottini con la parte che abbiamo chiuso sul fondo della teglia, comporre una torta con tutte le palline e lasciarla lievitare ancora mezzora. Dopo lucidarla con l'uovo e cuocerla in forno caldo a 200° per circa 20 minuti. Nella versione abete ho aggiunto della granella di pistacchi sulla superficie.
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