Oggi vorrei scrivere, guarda caso, di qualcosa di dolce, qualcosa che si potrebbe però definire "dolce sparente". Direte: "...ecche ce lo racconti affá se nu se pò assaggiá?".
Lo scrivo lo stesso, parlando ancora una volta di mieli e di api, perché credo che anche da queste curiosità e stranezze di questi esseri ronzanti nasca o possa nascere l'amore per un alimento speciale quale i mieli sono da millenni. I mieli e le api erano quando l'uomo non era ancora parte del pianeta terra. Far conoscere queste stranezze è centrale per innescare passioni mellifere.
Questo il mio dolce obbiettivo finale...
Esistono due "terre di nessuno", così potremmo definirle, nella stagione mellifera.
La Stagione mellifera è il periodo di tempo durante l'anno nel quale i superorganismi alveari producono "per se stessi" mieli che immagazzinano nei favi e che poi noi, prelevando questi stessi favi, chiediamo loro in regalo in cambio della protezione che diamo loro in comode case in legno a loro adatte e cure fraterne.
Queste zone franche nella raccolta dei nettari da miele e delle melate sono i primi giorni tiepidi di fine inverno e gli ultimi giorni piacevolmente caldi che precedono i geli invernali. In queste due fasce climatiche strane, nelle quali il meteo al mattino chiede il soprabito e nel pomeriggio la manica corta, le api sono spesso in difficoltà e bottinano fiori e pollini che noi non vediamo. Fiori in giro non se ne vedono, o sono pochissimi, quasi nulla, le melate sono invisibili, ma le api sono in grandissima attività. Un lavorio immenso di volo e raccolta di pollini e nettari che però non finisce nei favi a noi accessibili, ma va direttamente ad alimentare larve e api come miele fatto e mangiato nell'arnia, sul posto.
Ecco perché ho scherzosamente definito questo miele "sparente", perché a noi non arriverà mai e dobbiamo restare nel campo delle ipotesi sul suo gusto che,viste le premesse e l'assenza del prodotto, assume l'alone del mito. Un alimento, materia prima, che non fará mai parte dei nostri biscotti o delle nostre colazioni con pane, burro e mieli.
In questi periodi dell'anno gli apicoltori lasciano ai loro superorganismi ampia libertà di azione, non chiedono loro nulla, si limitano ad accudirli e curarli se necessario aiutandoli nella lotta contro i loro parassiti-varroa e nella preparazione dei mieli per il lungo periodo, il periodo del glomere, parola strana questa della quale vi parlerò in un prossimo articolo, perché merita un capitolo a parte.
Ma tornando ai nostri mieli sparenti, è un po' come se questi superorganismi, gli sciami di api, volessero tenere per sé, solo per sé, una parte di mieli segreta e speciale.
Esclusiva.
Mieli totalmente privati, intimi, una intimità che noi apicoltori dobbiamo rispettare, onorando la loro intelligenza e accontentandoci di ciò che viene, diciamo, "reso pubblico" e messo a nostra disposizione nei favi che, vorrei specificare, non sono banali contenitori di mieli, ma organi vitali del superorganismo (anche di questo scriverò presto) dai quali noi possiamo, godendone, prelevare i mieli, chiedendo sempre: "Per favore... posso?"
Buone mie-le idee a tutti.
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