Archivio Storico 2011-2017

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L'oro dolce di Cherso

25 Giugno 2012
Tesori un tempo italiani...
C'è un luogo magico, poco nominato, anche se si tratta della più grande isola del mare Adriatico. Il suo nome attuale è Cres, l'antica Cherso. Un'isola lunga ben 245 chilometri che si affaccia a nord nel meraviglioso Golfo del Quarnaro, guardando la nostra italica Fiume, ora croata Rijeka, toccando quasi Laurana, ora Lovran. A sud invece una volta Cres era congiunta a Lussino, ora invece è separata da un canale e guarda Veglia, ora chiamata Krk.
Tutte queste terre erano terre italiane e terre dai grandi tesori alimentari. Proprio di questi tesori voglio oggi scrivere nelle nostre belle pagine.

Parliamo di mieli e sapete tutti della mia predilezione per questo alimento. Parliamo anche di olio da olive e anche verso questo oro liquido, linfa vegetale magica, io nutro un amore sconfinato. Sull'isola di Cres ero pochi giorni fa, un bellissimo fine settimana lungo deciso da mia moglie, che a questi luoghi è legata da giovanili e stupendi ricordi di vacanze cicloturistiche. La nostra base realmente era però Lovran, l'antica Laurana, il cui nome deriva dalla presenza massiccia di una delle piante dagli aromi più seducenti, il Lauro, Alloro, il cui nome ricorda sempre a me stupendi intingoli di carni da piuma e da pelo, cacciagione... che con questo aroma si sposa in modi unici e magici.

Raggiungere Cres vuol dire affidarsi prima ad una strada costiera, nella quale una guida pronta e una vettura potente possono far divertire. Poi vuol dire una mezz'ora di traghetto e infine si sbarca in un territorio prima verdissimo, poi a tratti dalle parvenze di sud estremo, assolato. Pietre e sassi. Poi ancora boschi, e radure, in una perfetta magia mediterranea. Proprio in questa prima parte si incontrano le “città delle api”. Sono a pochi metri dalla strada che definire moderna è una vera bugia. Un tratturo leggermente asfaltato, che inoltre ci ha regalato un bel chiodo in una gomma, scoperto solo al rientro a Vienna. Ricordi da vecchie Mille Miglia anni 50.

Ma le api sono proprio lì, a pochi metri dal ciglio, un rumore assordante, la loro nota continua che vibra nell'aria e crea musica preparatoria ai futuri mieli. Ho detto più volte che i mieli sono musica e questo loro essere musica inizia da questi ronzii. Ogni tipologia di ape ha la propria nota di ronzio. Lo sapevate? A Cres credo siano al lavoro sia api Ligustiche, (le nostre api italiane più famose, di media aggressività), sia api Carniche, o Carsiche. Api molto docili, le stesse che dominano qui a Vienna e in tutta l'Austria. Questa presenza di api Carniche credo sia proprio anche in virtù del fatto che il Quarnaro fu, alla fine dell'ottocento, la spiaggia della Vienna Asburgica che amava questa riviera e le sue acque calme.

Comunque queste api, in questa isola magica, hanno a disposizione un bottino nettarifero quasi unico nel suo genere: la salvia selvatica. Sull' isola di Cres, che insieme a Pag vanta una biodiversità straordinaria, le api creano un miele unico e raro. Il miele di Salvia- Salvia Pratensis- quella che cresce sui pendii, tra rocce calcaree aride. I suoi fiori sono grandi e violacei. Non ama gli orti casalinghi, è una selvaggia che non vuole essere domata. Il suo aroma sta tutto in un olio essenziale che si attacca alla pelle delle nostre dita strofinandone le foglie. Olio essenziale che contiene sostanze dai nomi strani e magici : borneolo, tujone, canfora.

Toccasana per stomaco e pelli malate, sistema nervoso. Ma quello che interessa a noi è il miele che le api ricavano dal nettare di questi fiori di salvia e che mantiene i suoi effetti curativi. È un miele fantastico. Colore ambrato, miele aromatico, unico. Eccezionale se usato nei dolci e tal quale su pane e burro. Non è facile trovarlo al di fuori di questi luoghi, ma se sarete in zona, magari per le vacanze estive non scordatevi di farne scorta.

(parleremo dell'olio più diffusamente in un prossimo articolo)
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