Proseguiamo il pellegrinaggio enoico in terra bergamasca...
Nel 2004 è nata l'Associazione Strada del Moscato di Scanzo e dei Sapori Scanzesi, che ha tra gli obbiettivi quello di valorizzare il prezioso patrimonio enologico, e di favorire lo sviluppo del turismo enogastronomico.
E quest'anno si è svolta la sesta edizione della manifestazione legata alla Strada del Moscato, al quale hanno collaborato tutti i produttori dello Scanzo, oltre alle varie realtà del territorio, con l'intenzione di creare percorsi enogastronomici ed eventi che sappiano dare risalto al territorio scanzese. Naturalmente noi abbiamo fatto tappa ai banchi d'assaggio del famoso nettare, e visto che i produttori erano tutti presenti, abbiamo dato preferenza alle produzioni che di solito rimangono fuori dalle classiche guide di bicchieri, grappoli e forchette.
Possiamo dire di aver trovato un invitante sottobosco di cantine che vedranno una sicura evoluzione dei loro passiti. Posso altresì dire di essere un estimatore di questo vino e mi affascina, durante i corsi, raccontare di quando, nell'era mesozoica, si formò questa collina dove la pietra più importante è 'Il Sass de la Luna', e proprio su questa collina troviamo la ricchezza del terroir che consente alle vigne di regalarsi profumi più intensi e caratteristici, collina che in pochi ettari racchiude la filosofia della qualità in vigna.
Ci tengo a sottolineare che il Moscato di Scanzo fa soltanto affinamento in acciaio e in bottiglia, nel senso che non è avvicinato dal legno di qualsiasi botte e di suo, ha un colore rosso rubino con riflessi ambrati dopo qualche anno di invecchiamento; il profumo è caratteristico e varia a seconda della zona di produzione, ma sempre nel contesto del Comune di Scanzorosciate, dal floreale, allo speziato al fruttato. Il sapore che prevale è un'insieme di spezie, marasca, salvia, frutti di bosco, prugna matura e vaniglia.
Ma avremo occasione di riparlarne ancora...
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