Archivio Storico 2011-2017

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L’altra faccia del Bordeaux

14 Marzo 2015

Chateau Carbonnieux 1988 Grand Cru Classé de Graves Pessac-Léognan

Per me, champagnista convinta, bere e parlare di rossi è un fatto estremamente circoscritto a vini che ritengo eccellenti, come minimo ovviamente.

E’ il caso di questo Bordeaux, AOC PessacLéognan, prodotto da Château Carbonnieux proprio a Léognan, piccolo village delle Graves.

LesGraves sono una denominazione della regione Bordeaux (dipartimento della Gironda) che si trova proprio a sud della città di Bordeaux e che è famosa sia per i vini bianchi che per quelli rossi, molto meno conosciuti.

Le “graves” sono dei depositi di ghiaia e ciotoli spesso mescolati a sabbia e ad argilla, depositati dal fiume Garonna.

Va da sé che il terreno intorno sia naturalmente drenato e i vini che ne derivano molto freschi, minerali e snelli.

Château Carbonnieux è famosa soprattutto per i vini bianchi anche se, ultimamente, i suoi rossi stanno avendo parecchio successo proprio perché considerati vini di alta qualità.

Ne avevo una bottiglia risalente ancora al mio passato da “rossista” e quindi ho voluto togliermi lo sfizio.

Château Carbonnieux è stata acquistata nel 1956 dalla famiglia Perrin che ha sempre cercato di mantenere alta la qualità del vino prodotto.

I vini rossi sono prodotti con taglio di Cabernet (Sauvignon e Franc), Merlot, Petit Verdot e Malbec che in totale arrivano a 45 ettari e sono classificati come GrandCru delle Graves.

Il 1988 che ho aperto è stata una vera sorpresa in termini di longevità.

Come fa un vino a non sentire questi 27 anni di riposo, prima in botte e poi in bottiglia?

I primi profumi arrivano al naso e si sente subito che ha bisogno di prendere ossigeno.

Aspetto quindi almeno mezz’ora prima di risentirlo. E quando lo faccio è tutta un’altra musica.

Frutta rossa, petali di rosa, caffè tostato, per finire sul cuoio e sul tabacco da sigaretta.

In bocca è sorprendente perché è fresco, tannico quanto basta e molto equilibrato.

Il finale è di tamarindo e di prugna nera, e su tutto spicca la sapidità enorme di questo vino.

Un vino salato, mai come in questa occasione ho avuto modo di percepirlo.

Un vino che si accompagna in modo meraviglioso alla carne ma, perché no, anche ad un risotto con la salsiccia!

Inutile dirvi che la bottiglia è finita in fretta, quasi quanto una bottiglia del mio amato Champagne.

 

E’ proprio vero che il vino è come un bambino nato da una madre, la Natura, e da un padre, l’Uomo.

Il bambino diventa un bambino prodigio quando la Natura e l’Uomo danno tutto il meglio di loro stessi.

 

 

 

 

 

 

 

 

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