Ho avuto la fortuna e l'onore di esser invitato dal Consorzio di Tutela della DOC Bolgheri, in occasione della presentazione dei vini della Denominazione di prossima uscita in commercio.
Nella splendida cornice di San Guido, sono stati messi a disposizione più di centoventi vini, l'intera produzione delle aziende vitivinicole locali. Le tipologie proposte sono state Bolgheri Rosso, Bolgheri Superiore e IGT. Poi, Bolgheri Bianco, Rosato e altri bianchi IGT.
Gli assaggi sono iniziati dalla categoria dei bianchi, dove il Vermentino domina per estensione e produzione; seguono, distanziati, Viogner e Sauvignon Blanc, che entrano in uvaggio col precedente in quote variabili.
I vini da me testati, tutti del 2010, hanno esibito caratteristiche di grande freschezza e fragranza nei profumi; personalmente ho trovato azzeccata l'unione del Vermentino con adeguate dosi di Sauvignon Blanc e Chardonnay, anche a discapito della piena tipicità del prodotto.
E poi ho apprezzato davvero molto l'espressione in purezza del Viogner, realizzata da un unico produttore: il vino era di grande consistenza, con una bocca molto persistente e delle note particolari al naso, quasi una reminiscenza di talco. Proprio un prodotto interessante.
Questi vini, alquanto giovani e briosi, appaiono ideali nell'abbinamento con la cucina marinara del litorale toscano.
L'approccio alla tipologia dei rosati è sempre un grazioso passatempo. Ho voluto confrontare un vino affinato in acciaio, più vivace in bocca e con note di fragola, con un prodotto affinato sur lies per alcuni mesi, dal caratteristico sentore fragrante.
Ben riusciti, ma niente d'indimenticabile.
La lunga pagina dei vini rossi prevedeva invece solo l'imbarazzo della scelta.
Per far chiarezza sulle varietà a bacca rossa che compongono il panorama della DOC è necessario rifarsi alla fotografia che esce dal censimento generale delle vigne del 2008.
In una superficie vitata totale di quasi milleduecento ettari, quasi tutti iscritti all'albo della DOC e una minoranza a IGT, il vitigno più coltivato è il Cabernet Sauvignon, seguito dagli altri due 'francesi' Merlot e Cabernet Franc.
La quota più importante del mercato è in mano alla tipologia Bolgheri Rosso, mentre la fascia Bolgheri Superiore ricalca l'idea originale del marchese Incisa della Rocchetta e si appoggia soprattutto al blend dei due Cabernet.
Come si diceva nel precedente articolo, negli ultimi anni diversi produttori si sono avventurati in sperimentazioni coraggiose: l'incarnazione di questo spirito pionieristico si chiama Petit Verdot, utilizzato – a onor del vero – sempre in uvaggi dall'espressione variegata; l'altro esponente degno di nota è il Syrah, anch'esso miscelato (puro solo nelle IGT). C'è anche chi glorifica il Sangiovese, sia in purezza in IGT che in uvaggi DOC. Ma la produzione è piccola.
Ebbene, nei bicchieri degustati c'era tutto questo.
I prodotti di uvaggio tra Cabernet sono risultati vini tendenzialmente monolitici, compatti, di struttura consistente, anche se l'ultima vendemmia ha mostrato discreta eleganza.
I vini dell'annata 2009, e ancor più quelli del 2008, avevano in più un buon equilibrio gustativo.
I fuoriclasse – sapete a chi mi riferisco, entrambi del 2008, non erano appaiati nell'invecchiamento: il 'Sassy' ancora piuttosto pungente nella nota vegetale, l''Orny' invece già più suadente. Merito certo di una componente di Merlot di quasi un terzo.
Molto bene i Bolgheri Superiore delle annate 2007-2006. In questa categoria ho percepito i profumi più decisi ed evoluti.
I vini a base di Merlot, figli di un'uva sempre piuttosto precoce da queste parti, erano davvero intensi al gusto e all'olfatto, con una tendenza fruttata quasi smaccata.
I Syrah li ho trovati quasi amabili, sia al naso che al gusto, con note nette di amarene e di spezie dolci.
Infine, bene il Sangiovese in purezza, con quel tratto inconfondibile, un po' ruspante ma accattivante.
Chiudiamo il viaggio nel bolgherese con una nota tecnica, riguardante la recente modifica del disciplinare della DOC (del marzo 2011), che entrerà in vigore con la vendemmia di quest'anno. I tratti salienti? In pratica, ora è possibile vinificare in purezza i Cabernet e il Merlot. Inoltre, si può riportare in etichetta l'indicazione della vigna ed è previsto l'uso, nelle tipologie Rosso (non Superiore), Bianco e Rosato, di apparati di chiusura moderni (tappo sintetico e Stelvin). Infine, è abolito in Vin Santo Occhio di Pernice.
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I santuari del vino: Bolgheri
Si torna a Bolgheri, questa volta per raccontare di degustazioni.
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Liquidi piaceri