Sideways.
Verso la fine del film, uno spossato Miles (al secolo Paul Giamatti) si accascia al tavolo di un fast-food a San Diego.
Nulla più nella vita lo sostiene: lavoro, famiglia, amici, amore.
La sua ex-moglie, di cui è ancora innamorato, gli ha appena fatto sapere che è incinta e si è risposata.
E’ disperato e disilluso: tra sé e sé medita addirittura l’atto estremo del suicidio.
Senza alcun appetito, ordina meccanicamente un hamburger guarnito da riccioli di cipolla fritta. Lui, così abituato a ben altre portate, un gourmand amante della Borgogna e del Pinot Noir.
Persino il vino ormai lo disgusta.
Ha con sé uno zaino. Lo apre. Estrae una bottiglia.
L’ha prelevata poco prima dal suo caveau.
E’ la più preziosa che possieda.
L’ha custodita da sempre.
Château Cheval Blanc, 1961
Lo stappa.
I nostri occhi non si capacitano. Non vogliono credere.
Versa il vino in un calice di polistirolo e lo tracanna, inghiottendo un bolo di manzo macinato intriso nella salsa più insulsa dell’universo…
Ecco…
Lo scempio è compiuto…
Abbiamo appena assistito ad uno dei più dolorosi “enocidi” possibili.
Non tanto – e non solo – per il contenitore inadeguato o per l’abbinamento non proprio ortodosso.
Quanto perché il vino in questione è uno dei due Premier Grand Cru Classé A, il non plus ultra della classificazione enologica a St.Emilion, zona molto vocata subito ad est di Bordeaux.
Anzi, senza nulla voler togliere all’altro classificato, lo Château Ausone, il vino del Cavallo Bianco è « Monsieur Le Premier »
Da questa parte della Dordogna, il fiume che andrà poi a formare l’estuario della Gironda, i vitigni valorizzati da un terroir unico al mondo sono il Merlot e il Cabernet Franc, assemblati in modo inimitabile dagli enologi transalpini.
Lo Château Cheval Blanc è uno dei vini più costosi del mondo.
Una bottiglia Mathusalem (contenente 6 litri) di Château Cheval Blanc del 1947 è stata venduta a più di trecentomila dollari (circa duecentotrentamila euro) da Sotheby's nel novembre 2010. E’ stata la vendita di vino più costosa di sempre.
Il prezzo di un vino non sempre costituisce garanzia di qualità eccelsa. Ma in questo caso probabilmente sì.
Qui siamo nell’empireo del taglio bordolese, quella particolare maestria che consente ai viticultori locali di creare capolavori inarrivabili e che tutti, dall’Italia al Nuovo Mondo, imitano con risultati quanto mai variabili.
L’uvaggio prevede Cabernet Franc e Merlot, in percentuale circa pari, ma solitamente variabili in relazione all’annata.
E’ un vino che ha l’abilità di mostrarsi eccellente ad ogni età.
Nelle note di degustazione presenti sul sito web dello Château, all’annata 1947 si legge: « Straordinariamente giovane, è al suo picco di maturità e rimarrà straordinario per diversi altri decenni »
Il tratto assolutamente distintivo è la splendida armonia tra potenza ed elganza. Il suo motto prevede equibrio sotto ogni punto di vista.
Insomma, un vino sontuoso, per poche tasche…
Ma sognare costa forse qualcosa?
x5