Il Medioriente: come per l’oriente, il medioriente considera sacro l’ospite e anche il piatto più semplice viene servito con convivialità e calore. Benché la cerimonia del tè manchi dell’etichetta, della raffinatezza e della bellezza strutturata della tradizione orientale, è comunque cosa certa che il tè sia per le popolazioni mediorientali un momento speciale, da assaporare e condividere, durante il quale l’ospite deve trovarsi e sentirsi al centro dell’attenzione.
Inizialmente, le popolazioni mediorientali consumavano infusi di assenzio, poi il governo britannico ai tempi del colonialismo impose il consumo di tè, e da allora questa bevanda la fa da padrona nei momenti di relax. Viene utilizzato il tè verde, che assieme alla menta dà alla bevanda un piacevole colore verde trasparente, molto diverso dal verde giada opaco del tè orientale.
Attualmente, il tè più utilizzato è il tipo gunpowder.
La menta è normalmente coltivata nel giardino della casa, più raramente viene acquistata, perché appena colta dà i risultati migliori. In alcuni paesi in inverno la menta non è disponibile, viene quindi sostituita con l’assenzio, e il tè prende un gusto più amaro.
Come si prepara il tè alla menta? Vengono utilizzate teiere solitamente in argento, dalle linee sottili ed eleganti. Le foglie di tè vengono poste sul fondo, la teiera viene riempita d’acqua e si lascia in infusione per un minuto. Si getta quindi l’acqua, che ha il solo scopo di ammorbidire le foglie, e si aggiungono la menta e lo zucchero. Si copre il tutto con altra acqua bollente, poi si lascia in infusione per due minuti. A questo punto si riempie un bicchiere e lo si riversa nella teiera, ripetendo l’operazione due o tre volte per mescolare l’infusione. Si lascia riposare altri due o tre minuti, poi si serve partendo sempre dagli ospiti, per la precisione dall’uomo più anziano. Solitamente si forma una leggera schiuma sulla superficie, che ossigena il tè e ne migliora l’aroma.
Il tè può essere servito in ogni momento della giornata, e va fatto “girare” almeno tre volte, durante le quali la bevanda assume un gusto differente dovuto alla parte che rimane nella teiera. La costumanza prevede quindi che, per poter effettuare i tre giri, la bevanda vada servita in piccole quantità, e comunque mai oltre la metà del recipiente.
Un proverbio marocchino, a questo proposito, recita:
Il primo sorso è amaro quanto la vita.
Il secondo sorso e forte quanto l’amore.
Il terzo sorso è dolce quanto la morte.
con ovvio riferimento al tè che da amaro diventa più dolce e più forte a causa dello zucchero e dell’infusione che vanno via via concentrandosi man mano che il livello della bevanda cala.
Da sottolineare la bellezza del servizio da tè in medioriente, che non è costituito infatti da tazze, ma da bicchierini di vetro o cristallo, sovente decorati con fregi d’oro o d’argento.
Sono pochi i negozi di oggetti mediorientali veramente originali e non “taroccati”, ma se avete occasione di trovarne uno potrete sincerarvi della bellezza di questi oggetti, assolutamente unici nel loro genere. In alcuni casi addirittura i bicchieri vengono scolpiti da singoli pezzi di cristallo, quindi ogni singolo bicchiere è un pezzo unico.
La cerimonia del tè riveste particolare importanza e solennità durante le riunioni maschili, che lo vedono protagonista soprattutto quando vi sono importanti decisioni in discussione.
Infine, per tradizione, uomini e donne prendono il tè separatamente, salvo casi eccezionali, e il servizio è affidato all’uomo o alla donna più giovane, figli dei padroni di casa. Se questo manca, magari perché vi sono solo maschi o solo femmine, l’incombenza passa al padrone o alla padrona di casa.
Si potranno utilizzare tè differenti, sistemi differenti, ma il tè nelle tre cucine è da sempre simbolo di aggregazione, di relax e di convivialità. Pertanto è interessante, anche senza allontanarsi dall’Italia, voler sperimentare queste diverse tradizioni nell’intimità di casa nostra. Inoltre, grazie alla globalizzazione del mercato, sono ormai facilmente reperibili i vari tipi di tè, nei negozi di gastronomia etnica. Se poi il tè “straniero” proprio non ci piace, anche solo acquistare i diversi servizi da tè, utilizzandoli magari con il nostro “banale” tè in bustina, può essere un modo per guardare al di là delle frontiere e per sentirci, una volta di più, cittadini del mondo.
Certo, sarebbe bellissimo assaporare il tè alla menta nella tenda di un tuareg o il tè orientale nella sala da tè di una geisha, ma sarà pur sempre un “viaggio”, anche se solo con la fantasia….
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