Non so voi ma a me la prima domanda che viene in mente, leggendo questo sottotitolo al Mangelo 2014 è: “ma perché, le altre guide chi le scrive?”
E qui si aprirebbero una serie di questioni che non avete idea, storie di recensioni comprate e vendute, storie di recensioni fatte senza andare effettivamente a mangiarci, in un ristorante; storie di recensioni su ristoranti che intanto han visto bene di chiudere i battenti (le potremmo definire “la Dama Bianca delle recensioni”) e via discorrendo. Alla base di tutto ciò i critici e giornalisti enogastronomici, di tutte le età (ne conosco uno, bravissimo, poco più che ventenne) con esperienze differenze e professionalità contrastanti. Personaggi noti che quando entrano in un ristorante fanno tremare la brigata in cucina e il personale di sala, altri, meno noti, che non perdono tempo nei convenevoli e si rivelano per quello che sono, vedendosi riservare un trattamento differenze che falsa la valutazione; e infine critici puntuali, accorti, professionali, con un palato che lèvate e conoscenze enogastronomiche da Oscar.
Ma il Mangelo è differente. Qui non sono gli esperti del settore a curare l’opera ma la gente comune, che va a mangiare nel ristorante, pizzeria, osteria di turno, vive la sua personale esperienza culinaria e poi, tramite il sito internet www.ilmangelo.it esprime il suo giudizio votando e commentando la cena o i pranzo. Tutto questo aiuta la redazione del Mangelo a compilare una serie di classifiche (la migliore cucina, il miglior ambiente, il miglior giapponese, la migliore pizza “atipica” ne sono solo alcuni esempi) stilate anno dopo anno, per fare una panoramica della ristorazione a Roma.
Per il 2014 La migliore cucina è risultata essere quella de La Pergola, che conferma il dominio incontrastato di Heinz Beck in quel di Roma, l’Imàgo ha conquistato il trono per miglior servizio e miglior ambiente, mentre il locale più romantico è risultata essere la Casina Valadier (e non si può certo dargli torto). Il ristorante più trendy è invece Caffè Propaganda ma attenzione, trendy non vuol dire “buono”. Segnalazione in negativo per Checco er Carettiere e Giggetto al Portico d’Ottavia, effettivamente rinomati in tutta Roma per i prezzi esagerati rispetto ai piatti proposti (qui definito, più specificatamente “peggior rapporto qualità prezzo”) anche se, va segnalato, i carciofi alla Giudia di Giggetto sono definiti - a furor di popolo - superbi.
Questa guida è una tra le più complete in circolazione, ben 865 i ristoranti romani presenti, dove 74 sono fuori porta ma raggiungibili in un’ora di viaggio in auto. In quest’edizione molte le new entry: Dolce (di cui vi ho parlato in una recensione passata), Romeo (idem) con una cucina di indubbio interesse capeggiata dalla Bowerman, e poi Bembo al Pigneto, la Santeria, l’Officina del Pesce, solo per fare dei nomi.
Unico neo della guida, forse, l’ordine di presentazione dei ristoranti che segue quello alfabetico, mentre sarebbe utile avere un indice in ordine alfabetico ma una presentazione completa delle recensioni in base alle zone, divise per quartieri. Credo che, se una sera mi trovassi in zona Ponte Milvio, piuttosto che Testaccio, sarebbe più semplice scegliere un locale tra quelli proposti, se questi ultimi fossero accorpati in base al criterio suggerito.
Restando sull’argomento “recensione”, per ogni locale, scorrendo la guida, si accede a svariate informazioni presentate con uno schema ben preciso che raccoglie le seguenti specifiche:
- Il costo medio di una cena (o di un pranzo nel caso il ristorante abbia la sola apertura pomeridiana) per una persona, escludendo bevande e vini.
- I giudizi per cucina, ambiente e servizio.
- L’indirizzo con i recapiti telefonici e ulteriori informazioni utili (come i giorni di chiusura).
- La recensione vera e propria con, nel virgolettato, i commenti più rappresentativi fatti degli avventori.
Verso la fine della guida troviamo una bizzarra carta di erbe, germogli e fiori edibili Koppert Cress con tanto di mini guida su come cucinarle, senza però alcuna indicazione su dove reperirle. In questo caso Internet vi illuminerà.
Di seguito gli indici, molto utili e facilmente fruibili, raggruppano i locali a seconda della loro vocazione: cucina francese, romantici, cucina aperta dopo le 24:00, wine bar e via dicendo; infine le mappe, che indicano una posizione approssimativa del ristorante per orientare la scelta dell’avventore seguendo la preferenza di zona, ma che in alcune tavole (come quella che raggruppa Campo de’ Fiori, Ghetto, Testaccio e Trastevere) risultano, per ovvi motivi, di difficile fruizione.
Oggi vi ho presentato la guida di Roma, ma ad onor del vero, le guide il Mangelo non illustrano solamente la cucina di Roma, si possono infatti trovare anche per grandi città come Genova, Milano, Napoli, Torino e Venezia e chissà, in futuro, con il cliente sempre più protagonista (vedi Tripadvisor) se e quanto riusciranno a svilupparsi, queste guide, e quando la loro esistenza influenzerà – promuovendolo - un cambiamento all’interno delle versioni più rinomate e celebri (non credo serva far nomi) per spingerle a considerare, a fianco del giudizio degli addetti ai lavori, anche quello di chi – quotidianamente – va a mangiare al ristorante.
x5
Il Mangelo (di Roma) 2014
Una prima guida scritta da chi va al ristorante
Pubblicato in
Letti per voi