Archivio Storico 2011-2017

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“L’olio come il vino. L’olivo come la vite.”

02 Gennaio 2014
Il Manifesto dell'olio di Luigi Veronelli
Recentemente, leggendo una copia del 2002 di “Ex Vinis” di Luigi Veronelli, ho trovato un articolo, o meglio, un suo Manifesto sull’olio d’oliva.

Veronelli voleva creare un documento con le linee guida rivolte agli olivicoltori italiani uniti dalla volontà di una produzione olearia basata su un olio estratto per cultivar, e dalla sola polpa delle olive.

L’articolo iniziava motivando l’accettazione della proposta tesa all’elaborazione di un progetto di controllo qualitativo di quello che, secondo lui e altre persone con cui collaborava, definiva “l’olio secondo Veronelli”.
Lui voleva dare ai contadini, citando le sue stesse parole: “la possibilità di essere protagonisti, di avere dalla terra che lavorano dura tutto l’anno, tanta pena d’inverno, d’estate, tanti sudori, tanti caldi, tanti freddi: faticante sinonimo di contadino.”

10 Aprile 2001:“E’ in corso un epocale mutamento sociale. Coinvolge appieno l’agricoltura. Il divenire, per molti aspetti rivoluzionario, del comparto olio d’oliva è già iniziato. E’ sostenuto dalle persone che hanno lavorato e lavorano per la qualità e l’onestà. Con i vecchi criteri si potrebbe fare al massimo un olio onesto. Con le tecniche mirate alla qualità (e non come succedeva “antan” alla quantità), sarà invece possibile fare oli d’eccellenza. L’olio come il vino. L’olivo come la vite.”Luigi Veronelli

Un vero e proprio “Manifesto in progress per una nuova cultura dell’olio d’oliva” di tredici pagine, voluto da Luigi Veronelli e realizzato da Olioro in collaborazione con Metapontum Agrobios. Poco tempo dopo si sarebbe occupato di un altro importante progetto, le denominazioni comunali, le De.Co.

Ora il custode della sua memoria storica è Gian Arturo Rota con il quale ha collaborato per quasi vent’anni. Gian Arturo sta mettendo a frutto l’esperienza acquisita dandone continuità nel sito “Casa Veronelli”. (www.veronelli.com)

Recentemente ha scritto insieme a Nichi Stefi il primo libro a lui dedicato, “La vita è troppo corta per bere vini cattivi“, edito da Giunti e Slow Food Editore.
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