Archivio Storico 2011-2017

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pabassinas, suspiros, guelfos, pirichittus

25 Marzo 2013
Il lato dolce della Sardegna
64 ricette in formato tascabile per cimentarsi con gli squisiti dolci sardi. Le fotografie permettono anche ai meno esperti di cucina dell’isola di riconoscere di che cosa si sta parlando…

Si fa risalire la gastronomia sarda alla preistoria mediterranea. Del resto la Sardegna è terra antica, lo percepisce chiunque si soffermi ad ascoltare mentre contempla il tempio di Antas piuttosto che la Giara di Gèsturi, le Domus de Ianas e le Tombe dei Giganti. Non sapete di cosa sto parlando? Conoscete solo qualche località turistica sulla costa o un nuraghe visto di sfuggita dal finestrino? Allora è venuto il momento di farvi un altro giretto in Sardegna, o magari di andarci per la prima volta: oltre alle bellezze del paesaggio e delle vestigia del passato rimarrete incantati dalla cucina, che si tramanda di generazione in generazione, costantemente innovata, come sempre capita con le ricette, ma tuttavia fedele alle tradizioni.

L’ottima cucina sarda è molto particolare e non assomiglia né alla cucina del Centro Italia né tantomeno a quella dell’Italia meridionale. Non è unta, non è piccante, non nausea. La Sardegna per secoli è rimasta isolata dal continente e gli scambi gastronomici avuti per gli ovvi contatti con il resto del mondo – Fenici, Cartaginesi, Romani, Spagnoli, Piemontesi – hanno arricchito un’alimentazione basata soprattutto sui prodotti legati alla pastorizia e all’agricoltura e – per i pochi che una volta vivevano sulle pericolose coste – al mare, per non parlare delle risorse naturali spontanee (una per tutte: la zuppa di finocchietti selvatici…) o della cacciagione.

E i dolci? Fino a pochi anni fa quando c’era un matrimonio le donne del paese aiutavano quelle delle famiglie degli sposi a preparare migliaia – sì, migliaia – di dolcetti e biscottini. Una settimana prima della festa nell’aria si sprigionava, a seconda della stagione, profumo di bucce d’arancia, di limone, di marmellata di fichi d’India… Le donne, di qualsiasi età, impastavano, cuocevano, modellavano pabassinas, amaretti, mostaccioli, sospiri, guelfos, pirichittus (o altri nomi simili, diversi a seconda del luogo).

Ancora oggi a carnevale si preparano le zipulas (da non confondere con le zeppole, frittelle del Sud Italia) e a Pasqua le pardulase letilicas. Gli ingredienti tipici dei dolci sardi sono le mandorle, la farina di grano, il miele e gli agrumi. La combinazione di questi elementi dà origine a una pasticceria unica, non comparabile con altre.

Se volete mettervi alla prova il libricino “Dolci di Sardegna” può esservi utile: descrive in modo semplice e chiaro sia come preparare i dolci della tradizione che nuove realizzazioni gastronomiche, e in appendice riporta anche qualche ricetta di marmellate e di liquori. Da nessuna parte compare il nome dell’autrice o dell’autore: mi piace pensare che l’editore abbia attinto all’esperienza di mamme, nonne e zie e abbia trascritto le loro originali ricette.
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