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Perché Amiamo i Cani, mangiamo i Maiali e indossiamo le Mucche?

26 Luglio 2012
un articolo scomodo per riflettere...
Perché Amiamo i Cani, mangiamo i Maiali e indossiamo le Mucche? Sembra una di quelle domande a trabocchetto, come 'di che colore era il cavallo bianco di Napoleone?', peccato che Melanie Joy si impegni per 200 pagine circa a spiegarti che di trabocchetti ce ne sono parecchi, ma non nel titolo.

--- Ciò che segue potrebbe urtare la sensibilità di molte persone, quindi se non ve la sentite date un'occhiata a tanti altri articoli interessanti che trovate su questo sito ---

Sei a cena da un'amica, arriva il piatto forte, un super stufato con patate, e le fate i complimenti, perchè è gustosissimo. Le chiedete la ricetta e lei vi dice: “Servono mezzo kg di carne di cane, patate, cipolle...”. Siete già corsi a rivedere la vostra cena alla toilette? È da questa situazione che l'autrice parte per scrollarci e farci riflettere. Perchè non si mangia Fuffy? E Fido? Prima di continuare a leggere passivamente, provate a rispondere! Non mangiamo gli animali domestici perchè gli vogliamo bene? Perchè li consideriamo intelligenti? Perchè Fido è fedele e Fuffy è adorabile quando gli grattiamo il pancino? Chi ci dice che non lo potrebbe essere altrettanto una mucca o un maiale?

Il problema è che molti di noi una mucca o un maiale non li hanno visti neanche in distanza. Spesso al supermercato scegliamo tagli di carne che non ci ricordano neanche lontanamente l'animale da cui provengono: non fa un po' impressione il coniglio intero, scuoiato, incellophanato nel banco frigo? E il maiale arrosto della fiera, dove si vede bene la testa intera mentre il ventre è affettato e servito agli avventori? Spesso è molto più semplice mettere nel carrello l'hamburger, la fettina di manzo, la cotoletta impanata, gli spiedini... tutti prodotti che ci fanno sentire bene e non in colpa.

Non sono tante le persone che rimangono indifferenti davanti alle zampe di gallina... e c'è un motivo! Se 'non mi ricordo' che sto comprando un animale, 'non mi ricordo' che ha avuto una vita, una madre, che è stato ucciso e che sto incrementando la domanda di quel particolare tipo di carne.

Melanie Joy, si è formata ad Harvard ed è psicologa e docente di psicologia e sociologia presso l’Università del Massachusetts (Boston); si potrà anche non condividere le sue posizioni, ma ha molto da raccontarci. Il terzo capitolo del libro spiega nel dettaglio le atrocità commesse per far arrivare i bocconcini di manzo, le costine di maiale o i petti di pollo sulle tavole americane... inutile dire che qualche paragrafo ho dovuto 'scorrerlo' molto velocemente per poter dormire la notte.

Ma avevo ancora una speranza: gli Stati Uniti... sicuramente da quelle parti la legge permetterà cose atroci, ma figuriamoci se l'Europa, il Vecchio Continente, non abolisce questo tipo di cose... e iniziamo a figurarcele, perchè è proprio così. Il Trattato di Amsterdam, e successivamente quello di Lisbona, decretano che gli animali sono esseri senzienti ('ottimo!' pensavo io). Nonostante questo sono permessi la castrazione dei suinetti o il taglio della loro coda anche senza anestesia; il debeccamento delle galline ovaiole; l'allontanamento dei vitelli appena nati dalla madre; le gabbie di contenzione per le scrofe che allattano; la morte per elettrocuzione delle volpi da pelliccia; il trituramento dei pulcini in eccedenza. Lo so che queste cose fanno schifo, che staremmo molto meglio a girarci dall'altra parte, ma esistono.

La speranza però non mi aveva ancora abbandonata: ok, magari l'Europa permette tutte queste pratiche... ma noi viviamo in Italia, dove sicuramente le mucche pascolano felici, le galline beccano in mezzo ai prati e ai maiali è riservato un bel recinto con pozza di fango annessa. Ho contattato un'amica veterinaria, spiegandole cosa stavo leggendo e chiedendole come fosse la situazione nella nostra zona. Mi ha spiegato che spesso negli Stati Uniti gli animali stanno meglio (!!!) perchè ci sono più pascoli. Mi ha raccontato di vitelli da carne chiusi in gabbia, alimentati in modo innaturale e uccisi prestissimo per ottenere una carne più bianca, di polli ammassati e con ore di luce controllate per il massimo della produttività, di mucche da latte legate per tutta la loro vita.

Mettiamo da parte un secondo la sofferenza degli animali e pensiamo da egoisti (non lo si fa forse abitualmente? Scusate la vena polemica, ma sto ancora pensando ai pulcini): ma nel nostro piatto, cosa ci finisce? Eh sì perchè non credo che ai maiali stipati nell'allevamento facciano spesso la toletta, così vengono imbottiti di antibiotici a scopo preventivo, ed è legale! Non sono permessi in Europa anabolizzanti e cortisone, il problema è che alcune inchieste, tra cui una di Report, portano in luce una situazione non proprio rosea. Per la cronaca, spesso neanche i macelli godono dell'igiene della cucina di Gordon Ramsay, quindi? Quindi nella vaschetta di polistirolo del banco frigo potrebbero esserci schifezze sia dentro che fuori dalla fettina di manzo.

Cosa fare allora? Per prima cosa pensare con la nostra testa, sia per quanto riguarda la carne che per altre cose. Oggi è normale l'arrosto di pollo tanto quanto era normale qualche decennio fa che le donne non votassero o che persone con la pelle scura fossero vendute come schiave.

Poi prendere coscienza di quello che accade magari a pochi km da casa propria. Abbiamo mai visto un allevamento? Come è possibile mangiare carne due volte al giorno e non aver mai accarezzato una mucca? Dove sono tutti i tacchini?

E poi ancora: si può limitare il consumo di carne, oppure diventare vegetariani, o vegani. Spesso si considera chi non mangia carne con un intellettualoide un po' hippy dalla faccia smunta. Ma la maionese è vegetariana, la parmigiana di melanzane è vegetariana, la torta Sacher è vegetariana, la pizza ai quattro formaggi è vegetariana, la banana split è vegetariana. Il cioccolato fondente è vegano, il croccante con frutta secca è vegano. Mi fermo qui perchè la salivazione inizia a farsi sentire...

Posso capire però che per alcuni queste alternative non soddisfano, ma almeno si può acquistare carne un po' più consapevolmente, magari a km 0, da un contadino di fiducia, oppure biologica. Esistono allevatori che privilegiano la qualità a discapito della quantità, ed è vero che se la fanno pagare, ma alla fine siamo ciò che mangiamo. Inoltre, diamo un'occhiata all'etichetta delle uova, perchè anche loro hanno una 'carta di identità': l'allevamento può essere in gabbia, a terra, all'aperto o da agricoltura biologica, e se per te non fa differenza, sicuramente per la gallina sì.
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