Regia: Robert Allan Ackermann
Protagonista: Brittany Murphy
Durata: 122 minuti
Anno: 2008

La giovane Abby, studentessa americana, si trasferisce a Tokyo per stare vicina al fidanzato Ethan.
Ma quando il ragazzo la lascia per trasferirsi ad Osaka, senza alcuna intenzione di portarla con sé, la poveretta si troverà a fare i conti con una lingua sconosciuta, la mancanza di un lavoro e l’immaturità tipica di chi ancora non sa cosa vuol fare da grande.
In una sera di pioggia, si rifugia nel ristorante specializzato in ramen che si trova sotto casa sua, e qui si accorge di come i noodles caldi sembrino avere un effetto positivo sull’umore dei clienti.
Decide quindi di chiedere al gestore di prenderla come apprendista e di insegnarle a cucinare i ramen, e l’uomo, dopo le molte insistenze della ragazza e convinto dalla moglie Reiko, accetta.
Sarà questo l’inizio dell’avventura di Abby con la cucina giapponese, un’avventura non facile durante la quale Abby dovrà imparare che per realizzare i propri sogni servono tempo e pazienza, e che prima di cucinare con le mani e con la testa, si deve cucinare con il cuore.
Il film è gradevole, con un retrogusto a volte agrodolce, che scardina i vecchi preconcetti americani sul Giappone e toglie finalmente all’Oriente il vecchio cliché delle arti marziali.
La storia incentra l’obbiettivo sulla filosofia orientale e sul difficile rapporto maestro/allievo, con qualche richiamo a Karate Kid (il maestro Maezumi infatti mette Abby a pulire i bagni e i tavoli, invece di insegnarle a cucinare i ramen) e un’accurata ambientazione nei quartieri popolari di Tokyo, senza per questo cadere nel banale.
Alla fine della storia, Abby-san lascerà il Giappone e tornerà in patria con una nuova consapevolezza di sé, e con la certezza di aver trovato finalmente la propria strada.
Perché la porta del destino si apre sempre dove meno te lo aspetti…