Archivio Storico 2011-2017

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Alcolismo, la piaga più antica

04 Marzo 2011
La necessità di bere responsabilmente
C’era una volta un vecchio beone che se ne stava sempre nello stesso tavolo di quella stessa osteria, con il suo bicchiere di vino sempre sul punto di essere terminato e con il suo buffo e grosso naso rosso. Rideva, bofonchiava frasi sconnesse alla cameriera indaffarata tra i tavoli o giocava a carte con i suoi degni compari, litigando spesso con loro se un asso si presentava un po’ troppe volte nella stessa mano.
Sembra una storia conosciuta, una storia di un paese qualsiasi, di uno dei tanti bar che solo per legge da qualche anno non puzzano più di fumo.
Ogni giorno ci basta entrare in uno di questi locali per incontrare il vecchietto dal naso rosso.
L’alcol è la sostanza con la più antica storia di abuso. Da Noè in poi ha accompagnato l’uomo in ogni sua fase di sviluppo e di civiltà. Gli effetti psicologici e fisici del suo abuso sono conosciuti da altrettanto tempo.
Come la nostra società cambia e si evolve, così anche l’alcolismo è variato nei secoli.
La funzione dell’alcol, spesso sociale e funzionale alla vita dell’uomo, ha portato il vino, la birra e i diversi liquori a partecipare ed accompagnare ogni evento significativo della nostra esistenza. Festeggiamo ogni nuovo anno stappando lo spumante, così come sono di rito i brindisi ai compleanni, ai matrimoni o per sancire la riuscita di un affare. Si beve persino alla memoria di un caro estinto.
Il vino, nella sua sacra funzione di sangue di Cristo è presente in ogni cerimonia della Chiesa Cristiana, così come è spesso presente in molti altri riti religiosi. Il vino quindi come mezzo di comunicazione con la divinità.
L’alcol rimane ancor oggi la seconda sostanza psicoattiva per diffusione nel mondo, seconda solo alla caffeina.
I dati Eurispes indicano chiaramente che l’età del primo contatto con gli alcolici si è abbassata notevolmente. In Italia si aggira ora attorno agli 11 anni. Un dato davvero impressionante. Così come sono impressionanti i numeri relativi all’alcolismo. Si parla infatti di un milione e mezzo di persone dipendenti e di quattro milioni con abusi ricorrenti. Stiamo parlando di un numero di persone equivalenti a tutta la città di Milano, hinterland compreso.
Un altro dato davvero triste è quello dei decessi legati all’assunzione di alcolici: 195.000 ogni anno nei paesi dell’Unione Europea, 30.000 solo in Italia.
Si parla delle stragi del sabato sera, ma anche di tutte quelle morti “minori”, che non appaio all’onore delle cronache: le morti per malattie quali la cirrosi epatica o per quegli incidenti dovuti alla ridotta capacità di attenzione e cognitiva di chi alza il gomito in momenti in cui servirebbe avere tutte le facoltà ben presenti.
Il consiglio in fin dei conti, e dei numeri statistici, è sempre e solo quello: meglio un buon bicchiere di vino, gustato fino in fondo per il piacere di bere che molti bicchieri di alcolici tracannati per motivi che spesso non hanno nulla a che vedere con questa preziosa e divina bevanda.
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