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Pica, nome buffo per un problema strano

13 Maggio 2013
Quando il cibo non c’entra per niente
Lo sapevate che ci sono disturbi dell’alimentazione in cui il cibo non c’entra per nulla? No, non mi riferisco all’abuso di bevande, ma ad una particolare patologia che può insorgere nei primi anni di vita e che può proseguire fino all’età adulta.

Il disturbo in questione si chiama Picacismo, detto semplicemente Pica. Il nome di questo male deriva dal termine latino che stava ad indicare la Gazza, uccello ritenuto in grado di ingurgitare, oltre al cibo, svariati tipi di oggetti e materiali.

Una persona affetta da Pica ha la strana compulsione a divorare cose non commestibili quali cenere, legno, metallo, vetro o qualsiasi cosa a portata di mano.

Fachiri a parte, esistono davvero persone che ingurgitano le cose più strane. Le donne incinte sembrano essere più soggette a questo strano tipo di disturbo i cui esiti possono essere spesso fatali. Il 75% delle persone affette da questa patologia, se non muoiono prima per intossicazione, devono essere operate per rimuovere dallo stomaco ciò che è stato ingerito. I dati purtroppo rivelano che l’11% degli operati decede.

Questa patologia, codificata anche nel Manuale Diagnostico psichiatrico DSM, per essere definita Pica deve ricorrere per almeno un mese e non deve essere dovuta ad incapacità mentale del soggetto (ad esempio un grave ritardo mentale) o ad un’età troppo immatura per capire che un oggetto non è commestibile (i bebè è noto che mettano in bocca ogni cosa sia loro permessa).

A seconda della “predilezione” per un materiale o un altro, si possono avere specifiche denominazioni al fenomeno di Pica. Chi si mangia i capelli è affetto da tricofagia, chi mangia le unghie ha l’onicofagia. Chi si abbuffa di cenere di sigaretta ha la stractofagia, la litofagia invita a mangiare pietre, la xilofagia il legno, la coniofagia predilige la polvere, la acufagia obbliga a mangiare oggetti acuminati e pungenti.

Aprendo lo stomaco di questi stranamente ingordi pazienti, spesso i medici restano a bocca aperta, come è successo quando in un uomo hanno estratto 1440 oggetti ingeriti o quando si sono trovati a sgrovigliare più di quattro chili e mezzo di capelli ingoiati da una ragazza diciannovenne e appallottolati in quella che prende il nome tecnico di tricobezoario (molto simile alla classica palla di pelo che rigurgitano a volte i nostri amici gatti).

Una ragazza americana affetta da Pica racconta che l’impulso, nel suo caso a mangiare almeno cinque saponette alla settimana, è talmente irrefrenabile che a nulla serve la consapevolezza di avvelenarsi e di rischiare la vita.

Gli studiosi ipotizzano che alla base di queste pulsioni ci sia una carenza di minerali da parte del corpo, che porterebbe al vano tentativo di compensarla con l’ingerimento di materiali che possano contenerli. Questo effettivamente spiegherebbe come mai ne sono soggette soprattutto donne incinte, con notevoli esigenze nutrizionali e come mai introducendo integratori alimentari contenenti le sostanze di cui si ha carenza, spesso si fa regredire la patologia.

La spiegazione non è però accettata da tutti e la strada per capire meglio questo tipo di disturbo è ancora lunga. Chissà se riusciremo mai a scoprire davvero dove hanno origine le nostre pulsioni?

http://www.nikonland.eu/forum/index.php?/topic/11762-sarmede-tv-le-fiere-del-teatro/
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