Archivio Storico 2011-2017

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SOS Crisi

24 Novembre 2011
Il Banco Alimentare, parola d'ordine 'Niente Sprechi!'.
Il telegiornale assomiglia sempre di più ad un bollettino di guerra. Berlusca se ne va, Monti arriva e la Lega si incavola. Intanto, mentre loro discutono, la gente continua a far la fila alla Caritas. Così, mentre il Natale si avvicina e l'Italia si prepara a spendere la tredicesima in bollette anziché in regali, io inizio a guardarmi attorno. Acchiappo il telefono e chiamo la nostra Direttrice. 'Che ne pensi se ti faccio un pezzo sulla crisi?'. Arriva l'ok (non che ne dubitassi) e mi metto in caccia.
Un volantino affisso alla Conad mi ricorda che siamo in Novembre, e che quindi ci sarà presto la 'Giornata Nazionale della Colletta Alimentare'.
Presa da un'ispirazione (qualche volta mi capita) accendo il computer e contatto Gianni Vigogna, rappresentante del Banco Alimentare a Genova (l'ho sempre detto che l'aver fatto volontariato ha i suoi vantaggi anche a lungo termine...).
Mentre mi accordo per l'intervista, mi ricordo dei tempi in cui con la protezione civile a fare la colletta ci andavo pure io. Il pomeriggio passato a distribuire i volantini, i sacchetti, a preparare gli scatoloni... Una giornata che era una festa, perché al lavoro di gruppo si mescolava lo spirito di solidarietà che si avvertiva nell'aria. Ma bando alla nostalgia, e vediamo invece di dare qualche notizia in più su quella che, da 15 anni, è diventato un appuntamento fondamentale per la solidarietà nazionale.
Come ogni anno, il Banco Alimentare organizza alla fine di Novembre la 'Colletta Alimentare', un momento importante di condivisione, solidarietà e generosità, in cui con un piccolo gesto tutti possono dare un aiuto concreto a chi è meno fortunato. Al posto della solita donazione di tipo 'economico', viene infatti richiesto di donare una piccola parte della propria spesa, con la più totale libertà di scelta su quanto donare e quanto spendere. C'è chi dona un semplice pacco di pasta e chi due borse piene di roba, ma l'importante è il quantitativo finale, che in questi anni è andato sempre aumentando, così come il numero di volontari che si mettono a disposizione per la raccolta e lo stoccaggio dei donativi. Qualche cifra? Vediamole.
120.000 volontari che donano parte del loro tempo, permettono la realizzazione di questa giornata.
5.000.000 gli italiani che acquistano cibo per chi non può farlo.
9.400 tonnellate di cibo donato e raccolto durante l'edizione 2010.
8.159 strutture caritative aiutate (accolgono 1.400.000 poveri in Italia).
(dati tratti dal sito del Banco Alimentare)
A partire dal 1997 la Colletta Alimentare ha raccolto quantitativi sempre più ingenti di alimenti, arrivando a sfondare nel 2010 il tetto delle 9000 tonnellate. In una sola giornata vengono quindi raccolte significative quantità di prodotti che vanno ad integrare la raccolta delle eccedenze operata dal Banco Alimentare durante il resto dell'anno.
Secondo le ultime stime, nel nostro Paese oltre 3 milioni di persone vivono in condizioni di povertà assoluta e non riescono ad acquistare beni e servizi essenziali. Ma oltre ai 3 milioni di poveri 'assoluti', ci sono in Italia anche 8 milioni 272 mila poveri 'relativi', il 13,8% dell'intera popolazione. Le famiglie colpite da questo tipo di povertàhanno essenzialmente un reddito e una casa, ma vedono diminuire progressivamente il proprio potere d'acquisto a causa dell'aumento dei prezzi non solo dal punto di vista dei generi alimentari, che tutto sommato negli ultimi anni hanno subito i rincari meno evidenti, ma dal punto di vista dei beni e servizi. I continui aumenti di gas, luce, benzina, trasporti ecc.., beni di cui la gente non può fare a meno, incidono pesantemente sulla capacità d'acquisto dei beni di prima necessità. Le famiglie che si trovano in condizioni di povertà relativa si vedono quindi privare della possibilità di accedere ai beni essenziali perché non possono sottrarsi all'onere di pagare quelli messi a disposizione dallo stato. Secondo le stime ISTAT 2010, sono in difficoltà soprattutto i pensionati con reddito minimo, le famiglie con più di un figlio, le famiglie con un solo genitore e i padri separati.
Il Banco Alimentare, grazie alle 8.159 strutture caritative convenzionate, riesce ad aiutare 1,5 milioni di persone che si trovano in condizioni di difficoltà alimentare, non riuscendo a procurarsi quotidianamente il cibo necessario a nutrire sé e i propri cari. Tutto questo è possibile grazie ai volontari che quotidianamente donano il loro tempo presso i 21 magazzini della Rete Banco Alimentare e alla generosità dei volontari e donatori durante la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare.
Quali sono gli obbiettivi del Banco Alimentare? Essenzialmente la raccolta degli alimenti non commercializzabili, ridando valore e utilità a prodotti che verrebbero distrutti e che così possono essere impiegati in maniera socialmente utile, ma anche salvaguardare l'ambiente, riducendo il quantitativo di rifiuti messi in circolazione. Cosa si dona durante la colletta? Qualsiasi alimento non deperibile, ma soprattutto olio d'oliva, pasta, scatolame vario e alimenti per l'infanzia, come descritto dettagliatamente nei volantini distribuiti durante la giornata.

Intervista a Gianni Vigogna, responsabile del Banco Alimentare di Genova.

Il Banco Alimentare nasce in America (nel 1967, ndr), come si è insediato in Italia?

Il Banco Alimentare nasce in Italia nel 1989 su iniziativa di Monsignor Luigi Giussani e del Cavalier Danilo Fossati che era allora presidente della Star. Questi si era reso conto che nella produzione dei suoi prodotti moltissima merce del tutto commestibile veniva considerata scarto, magari per errori di pezzatura o per motivi legati alla produzione stessa, e decise quindi di iniziare un opera di ridistribuzione degli alimenti. Il Banco Alimentare nasce quindi come interfaccia tra i produttori, che avrebbero grosse difficoltà a distribuire personalmente le loro eccedenze a chi ne ha bisogno, e i destinatari di tali donativi, che sicuramente non potrebbero andare a domandare aiuto direttamente 'alla fonte'. Di conseguenza viene agevolata la grande distribuzione, che può così impiegare in maniera socialmente utile i suoi 'sprechi', e vengono agevolate tutte quelle associazioni che si occupano della ridistribuzione dei generi alimentari, che certamente non avrebbero modo di rivolgersi alle grandi aziende una per una. Il Banco Alimentare si occupa quindi di prelevare le eccedenze delle aziende private e di andare a ritirare gli alimenti messi a disposizione dalla AGEA, che altro non è che la rappresentante della comunità europea, e li ridistribuisce a tutte quelle associazioni che poi provvedono a farli avere a chi può averne necessità. Le associazioni a loro volta ci aiutano fornendoci un'informazione dettagliata su ciò che gli occorre, sulla tipologia di assistiti piuttosto che sul tipo di aiuto che viene dato, in modo che la ridistribuzione sia più mirata possibile. Questo perché ad ogni struttura si possa fornire quello che 'realmente' serve, ad esempio in una mensa dei poveri possono essere forniti anche alimenti a scadenza breve sapendo che verranno cucinati in tempi rapidi; ad un istituto di ragazze madri si darà preferenza senz'altro agli alimenti per l'infanzia; mentre per il tipo di assistenza oggi più diffuso, quello del 'pacco' di solidarietà, distribuito presso molte parrocchie, si dà la preferenza ad alimenti non deperibili, che possono essere conservati a lungo. Tutto questo viene fatto per far si che gli alimenti vadano non solo a chi ne ha realmente bisogno, ma anche per far si che chi ha bisogno riceva gli aiuti più adatti al suo caso.

Quindi voi raccogliete le eccedenze della grande distribuzione, come nasce l'idea della colletta alimentare, che invece si rivolge ai privati?

Dunque, l'idea nasce perché inizialmente ci si è rivolti alla grande distribuzione e poi al settore industriale agroalimentare, dove massicce quantità di prodotti agricoli vengono destinate al macero al solo scopo di non far abbassare i prezzi. Tuttavia ci sono prodotti che nella grande distribuzione, pur con le eccedenze del caso, non vengono mai prodotti in quantitativi tali da poter essere di qualche interesse per il Banco Alimentare, ed è il caso dell'olio d'oliva, degli alimenti per l'infanzia, dello scatolame. Così negli ultimi 15 anni la colletta alimentare ha rivolto la sua attenzione proprio verso questi alimenti, che sono ben specificati nei nostri volantini, e che sono proprio gli alimenti che la grande distribuzione ha più difficoltà a fornire.

La grande distribuzione che alimenti riesce a fornire?

Possono essere alimenti che non hanno incontrato il favore del pubblico e sono stati ritirati, o alimenti che hanno una stagionalità ben precisa come colombe, panettoni e uova di cioccolato.

Quali sono le altre azioni d'intervento del Banco Alimentare?

Abbiamo iniziato un programma di raccolta di alimenti freschi, attraverso un circuito di ristoranti, mense scolastiche e self-service che ci mettono a disposizione le porzioni avanzate durante il giorno. Questi alimenti non potrebbero ovviamente essere riproposti il giorno dopo, ma possono essere destinati alle mense dei poveri che in questo modo possono evitare uno spreco ingente di alimenti freschi e offrire un pasto caldo a chi ha bisogno. Questo tipo di intervento, un tempo impensabile a causa della deperibilità degli alimenti, è stato reso possibile dal riconoscimento a livello istituzionale della 'Legge del Buon Samaritano', che equipara il cliente al consumatore finale. Le porzioni di cibo vengono così ritirate e conservate tramite l'uso di abbattitori termici, e grazie a questo servizio siamo riusciti a distribuire in un anno circa 2.000 tonnellate di alimenti, pari a circa 10.000 pasti caldi. Un altro importante supporto al nostro lavoro è fornito dalla AGEA, cioè la comunità europea, che ci fornisce un certo quantitativo di alimenti non commerciabili come riso, formaggio e latte. Questi prodotti contribuiscono ad aumentare il pacchetto di beni messi a disposizione dal Banco, e quest'anno abbiamo tremato perché, a causa della crisi, sembrava che ci sarebbero stati dei tagli nelle forniture. Inoltre, a causa delle migliorie nella tecnologia, la grande produzione inizia a fornire quantitativi meno ingenti di alimenti, perché i prodotti 'fallati' sono sempre meno. Fortunatamente, almeno da parte della AGEA abbiamo ricevuto buone notizie. Infatti la Comunità Europea ha stanziato fondi per i prossimi due anni.

In questo momento di crisi quanto è aumentato il carico di lavoro per il banco alimentare?

In questo momento di crisi è aumentato considerevolmente, anche se il banco alimentare la crisi la avverte già da diversi anni. Diciamo che se prima la maggior parte erano pensionati, adesso troviamo anche famiglie che si sono viste diminuire progressivamente la loro capacità d'acquisto fino ad aver bisogno di rivolgersi a noi. Attualmente siamo a più di 60000 assistiti solo in Liguria.

Tuttavia si nota dai dati numerici che aumenta il bisogno ma aumentano le donazioni...

Sì, fortunatamente è vero che da quando è nata la colletta le donazioni sono andate sempre aumentando. Noi speriamo che quest'anno, che è stato fondamentalmente il peggiore e che ha visto anche i disastri alluvionali che hanno coinvolto la Liguria e la Toscana, il che si traduce non solo in un probabile aumento degli assistiti ma anche nell'assenza di tutti quei punti vendita che sono stati danneggiati, ci siano comunque dei dati positivi. Noi speriamo che questa 'esigenza di bene', che si avverte tangibile in questi tempi così difficili, ci aiuti per far si che anche quest'anno la raccolta vada a buon fine.

Come dire che la solidarietà non va in crisi....

Speriamo proprio di no!

Nota: nei 15 anni di attività in Liguria, il Banco Alimentare ha distribuito più di 17000 tonnellate di alimenti. Nel 2010 sono state raccolte 2035 tonnellate, di cui 1.590.000 kg forniti da AGEA, 156.000 kg messi a disposizione dalla grande distribuzione, 289.000 kg raccolti durante la Colletta Alimentare e 2.792 kg recuperati dalle mense scolastiche, più 10.710 porzioni di cibo provenienti dalla ristorazione. Nel 2010 sono state 65.512 le persone che hanno ricevuto assistenza con gli alimenti raccolti (dati gentilmente messi a disposizione dal Banco Alimentare).
Ho vissuto l'avventura della Colletta Alimentare per quattro edizioni. Ancora oggi resta tra i miei ricordi più belli dei miei anni in protezione civile. Ho voluto iniziare il ciclo dei miei articoli sulla crisi proprio da qui, da quell'esercito di volontari che, ogni anno, si muove per dare un aiuto concreto a chi ha bisogno, a chi non ce la fa più da solo. Che sia portando un cappello da alpino, una divisa gialla e blu della protezione civile, o semplicemente la pettorina della colletta, ogni volontario dell'ultimo sabato di novembre è una piccola goccia nel grande mare della solidarietà. In un tempo in cui dietro un'apparente normalità si può nascondere una reale situazione di disagio, l'opera del Banco Alimentare assume un duplice significato, perché dimostra a chi ha bisogno che non è solo, ma dimostra anche quanta generosità ci sia ancora nel cuore della gente.
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