Archivio Storico 2011-2017

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Due giorni al castello

17 Dicembre 2013
Cucina naturale tra i bastioni
MENU'

“TASCAPANE IN FILIGRANA DI ZUCCA CON ROBIOLA AI TRE LATTI”

“COUS COUS AGLI AGRUMI”

“CANEDERLO DI PANE ALLE RAPE ROSSE E PEZZETTONI DI MOSTARDA SU LEGGERA PEARA' ALLA LIQUIRIZIA”

“GNOCCHI DI PATATA DOLCE IN SALSA DI CACHI”

Che ne dite di questo menù vegetariano? Interessante, vero? Io sono stata una dei fortunati ad aver ricevuto l'invito di “Emozione3 Gira l'Italia” per un weekend nell'affascinante Castello di Bevilacqua in provincia di Verona. Abito a pochi chilometri da questo splendido maniero e sono abituata alle bellezze medievali. La mia città, infatti è Montagnana il cui centro storico è circondato da mura del 1300 che resistono ancora intatte agli assalti del tempo.
Nonostante la mia famigliarità con torri e bastioni, il Castello di Bevilacqua, che conoscevo solo esternamente, è riuscito ugualmente a stupirmi con i suoi saloni dalle grandi vetrate, il gusto degli arredi, l'uso sapiente delle luci e l'accuratezza della sua cucina.

I piatti che vi ho presentato, però, non sono abitualmente sulla carta del ristorante. Erano le proposte per il corso di cucina naturale che faceva parte del programma.


Il giovane chef, Mida Muzzolon, è riuscito a tenere testa a 20 tra giornalisti enogastronomici e accompagnatori entusiasti. Non ci siamo limitati ad assistere all'esecuzione dei piatti. No, no il giovane Mida, un ragazzo d'oro di nome e di fatto, ci ha fatto lavorare davvero! Chi impastava farina, lievito e zucca a fettine sottilissime per i tascapane fritti e riempiti di gustosissima robiola ai tre latti, chi si cimentava nell'arte dello gnocco, altri impegnatissimi nella preparazione del cuscus e dei canederli. Io, vista la mia competenza, ho avuto l'incarico più difficile: ridurre in polvere finissima i tronchetti di liquirizia pura e scegliere le foglioline di menta per decorare il cous cous. Vi pare poco? Sembrerà impossibile, ma siamo riusciti a completare tutti i piatti in poco più di due ore.

Chi di voi conosce la Robiola ai tre latti del Caseificio Luigi Guffanti ? Io ammetto la mia ignoranza, non ne avevo mai sentito parlare! È stata una vera sorpresa. Dimenticatevi della robiola che siete abituati ad acquistare, quella simile al formaggio spalmabile. Niente di tutto questo. Il formaggio che mi ha conquistato è morbido, dalla consistenza setosa; la crosta edibile è vellutata, il profumo è intenso e il sapore deciso. È prodotto con tre tipi di latte: vaccino, caprino e ovino. Semplicemente straordinario.

Introdotti dalle descrizioni allegre e originali della sommelier, i vini del Consorzio erano perfetti per accompagnare le nostre “creazioni”! Una colazione piacevole e insolita, leggera, ma non banale.

Il pomeriggio era dedicato al Borgo Medievale di Soave e alla cantina Corte Adami. Io non ho potuto partecipare per un precedente impegno, ma so che la visita è stata interessante e molto gradita. Lo credo bene! Con la degustazione del Soave D.O.C “Vigna della Corte” e dell' Amarone della Valpolicella D.O.P., secondo voi avrebbe potuto andare diversamente?

La cena ci ha riservato un'ulteriore sorpresa. Siamo diventati per qualche ora dei novelli Sherlock Holmes. “Cena con Delitto” è una delle attrazioni delle serate al Castello. I due tavoli rotondi erano allestiti nella Sala della Musica, una delle tante di questa struttura. Atmosfera elegante, simpatia tra i commensali, “ciacole”, scambio di indirizzi, ipotesi sul possibile colpevole, risate, buon vino e ottimi piatti a base di baccalà. Emozioni da ricordare con grande piacere!

Dopo una giornata così intensa il riposo nella bella stanza affrescata del Relais del Castello deve essere stata la giusta conclusione. Così mi dicono, perché io, data la vicinanza, ho dormito a casa mia! Come mi sarebbe piaciuto, però, passare la notte sotto un baldacchino di velluto!

Al mattino, prima della partenza, i miei compagni d'avventura si sono rilassati con lo Yoga. Non si sono proprio fatti mancare nulla! Bello il Veneto, vero ragazzi?
Ah, a proposito di colpi di scena. Il colpevole era...il poliziotto!


Roberta Libero


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