Archivio Storico 2011-2017

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Street food alla Città del Gusto

15 Luglio 2013
molto più che “cibo di strada”
Giovedi è stata presentata alla Città del Gusto di Roma, davanti a un pubblico masticante di vecchi e nuovi addetti ai lavori (leggi giornalisti e blogger) l’ultima nata tra le guide del Gambero Rosso: “Street Food”. Si avete letto bene, il pubblico era “masticante” per il semplice fatto che prima di entrare nella sala dove si sarebbe tenuta la conferenza ci siam visti servire, direttamente dalle mani del suo inventore Stefano Callegari, un Trapizzino, una sorta di tramezzino (di cui riprende la forma) fatto di pizza bianca e farcito con le specialità tipiche di Roma (in questo caso pollo alla cacciatora); io lo ripeto sempre, questo è un duro lavoro ma qualcuno si sacrifica per voi, per poi potervene narrare ;)

Ma restiamo sul pezzo e torniamo a noi; questa guida – Street Food - ha il suo perché e a mio parere è l’ideale in un periodo come quello che stiamo vivendo. Nel 2013, con l’IMU che ci alita sul collo, con il fantoccio dell’IVA al 22% ammettiamolo, senza falsi perbenismi e snobismi di sorta, non tutti si possono permettere di mangiare spesso al ristorante e a volte nemmeno in pizzeria (in una città come Roma per esempio, anche una cena pizza/bibita oramai ha un prezzo medio che oscilla intorno ai 15 euro a persona).

Grazie a Street Food invece, scopriamo che ci sono posti meravigliosi, unici e veraci dove mangiare del buon cibo, cibo vero e di qualità a prezzi modici. La guida ci presenta 300 indirizzi, selezionati nelle 20 regioni italiane, dove possiamo gustare panini di ogni sorta, pizze fritte, crocchette, piadine, ma anche cibo etnico, paste e perfino polenta a portar via. Il “cibo di strada” si può gustare in loco (se il locale è attrezzato), in un parco nelle vicinanze (e per questo c’è l’icona di una panchina ad indicaci luogo e distanza), oppure semplicemente camminando tra le vie delle città italiane. Dalla Valle D’Aosta alla Sicilia scopriamo un Paese che nulla ha da invidiare allo Street Food americano o esotico, un cibo pregno del genio italico e del gusto della cucina mediterranea.

A tal proposito è proprio il genio che è stato premiato giovedi scorso, perché per ogni Regione è stato scelto un vincitore a cui si sono aggiunti due premi speciali: al panino dell’anno di Cristina Bowerman (Pastrami di lingua con giardiniera, salsa al ciauscolo e gelato di senape) e allo Steet food da chef, il Tris di trippe e Lampredotto di Valeria Piccini; mentre ho scoperto di non essere una fan accanita del lampredotto, il panino della Bowerman mi ha conquistato al primo morso, era quasi commovente, ti faceva pensare alla mamma, un panino rassicurante come lo è per il neonato l'allattamento al seno.

Ora potrei continuare con il mero elenco dei premiati, o parlandovi dell’origine dello street food ma son cose che potrete leggere ovunque, digitando le parole chiave su Google. Invece voglio parlarvi delle sensazioni, dei profumi, delle emozioni dell’evento che è seguito, una degustazione delle specialità premiate, in terrazza, sotto l’invidioso cielo romano, un cielo che prima ci ha illuso con il sole, poi ci ha castigato con la pioggia e infine ci ha graziato rasserenandosi.

Ricordo la prima cosa che ho assaggiato, il trapizzino, e l’ultima, il cannolo siciliano. Nel mezzo un delirio di sapori completamente differenti, esaltanti e a volte nuovi. Ma andiamo con ordine. A sentir le voci intorno, il trapizzino di Callegari ha colpito romani e non; immaginatevi di mangiare un triangolo di pizza con dentro del pollo che viene versato con un mestolo, pollo sugoso e profumato. A legger sicuramente non rende l’idea, siamo troppo legati ai classici gusti che accompagnano la pizza bianca, ma credetemi se vi dico che il risultato è invece un triangolino “sugnoso” e originale che ti fa esclamare “perché non c’aveva pensato nessuno prima!”

Spostandomi sulla terrazza della Città del Gusto mi ha accolta un brulicare di persone divise tra gli ultimi preparativi nei loro stand e il tentativo di tenerci lontani dagli assaggi. Si perché se è vero che la cena doveva iniziare alle 20 e prevedeva anche un esiguo numero di paganti, è anche vero che non c’è soggetto più difficile da arginare di un “addetto ai lavori” affamato. C’ha pensato la pioggia a fermare l’assalto e così ognuno di noi ha cercato e trovato rifugio sotto uno stand insieme al premiato di turno; a me è capitato quello della Bowerman. Son fortune.

Dopo un quarto d’ora circa, quando le gocce iniziavano a diminuire e un timido sole faceva capolino nel cielo plumbeo, come delle voraci lumachine siamo usciti da sotto gli stand e la scoperta dello street food ha avuto inizio.

C’era l’ “Opificio del Gusto” premiato per la Valle d’Aosta con il suo boudin alla barbabietola (un salame composto di patate, lardo, sangue di maiale e ovviamente barbabietola) e con il lardo di Arnad DOP servito divinamente adagiato su di una fetta di pane.

C’erano i ragazzi di “ Mangiari di Strada” venuti da Milano per deliziarci con i loro prodotti alla brace tra cui il diaframma di agnello (così semplice eppure indescrivibile), le bombette pugliesi (capocollo con ripieno di caciocavallo e prezzemolo) e una serie di bocconcini di cui ho gentilmente glissato l’assaggio, perché apoteosi del quinto quarto, come gli gnumareddi (involtini di interiora e aromi legati con budello) o i fegatini in rete, ma sulla bontà dei quali son stata rassicurata da alcuni conoscenti. Facciamo che mi fido.

Proseguendo nel mio giro gastronomico son passata con nonchalance da “La Folperia di Max e Barbara” di Padova che serviva polpo bollito (chiamato appunto “folpo" in veneto) e lumachine in salsa verde, all’assaggio di carni di maiale e wurstel bolliti del triestino “Buffet da Pepi” servite con dell’aromatica senape.
A questo punto vorrei chieder venia a chi, leggendo, resterà attonito dal mio comportamento.

Immaginatevi una donna che vaga scrutando i vari stand senza esser mai troppo invadente, fotografando, twittando e assaggiando, non per forza in quest’ordine, e si ritrova davanti allo stand della riminese “Lella” con Lella – appunto – intenta a farcire le sue memorabili piadine prive di lievito. Ora, la scelta sarebbe dovuta ricadere su quella con squacquerone e prosciutto, per approfittare della tipicità dei prodotti e poter assaporare una piadina fatta come Dio comanda e potervene parlare. Solo il caso ha voluto che quando son giunta allo stand, la Lella stesse farcendo con dell’industrialissima e diabolica Nutella le sue piadine e così…

Per ciò che riguarda il Lazio (in particolar modo Roma) ammetto che dalla guida non ho avuto molte sorprese, perché la maggior parte dei locali consigliati già li conosco e li apprezzo (Mizzica, Pizzarium, 200 Gradi solo per farvi dei nomi) ma il vincitore regionale “Mordi & Vai” è stata una scoperta. La vera romanità a farcire i suoi panini, con ripieni che vanno dall’allesso (carne lessata, di una tenerezza che non t'aspetti) al picchiapò (variante piccante e sugosa) e poi le stupefacenti polpette di bollito fritte con su un velo di pangrattato a ricoprirle. Il tutto e anche di più lo potete trovare al mercato di Testaccio in uno dei tanti banchi che ne fanno il mercato più noto e pregno di storia della capitale.

Arriviamo così al rush finale, mentre il mio stomaco mi chiedeva insistente "ed ora che mi hai fatto provare tutto ciò, non torneremo mica a nutrirci di insalate, cereali e legumi, vero?" e così, direttamente dall’Abruzzo sono giunti, per deliziarci, gli arrosticini de “La tana del lupo”: ma che arrosticini! Teneri e succosi come è veramente difficile trovarne in giro, anzi, ammettiamolo, come in quel di Roma io non ne avevo mai mangiati; il mio tour s’è concluso “in Sicilia” dove son stata corteggiata dalle alte focacce de “L’antica focacceria San Francesco” dalle morbidissime arancine (sì, arancine con la "e" finale) le panelle (frittelle di farina di ceci) e definitivamente conquistata dai cannoli siciliani guarniti con pistacchi e cioccolato, dei cannoli da Oscar!

Dopo questa serata son tornata a casa soddisfatta e satolla, ubriaca di sapori, ringraziando la mamma e il papà di vivere in un paese che ha davvero tanto da offrire anche culinariamente parlando; e allora cosa dirvi, che la scoperta continui anche grazie a questa guida.
primi sui motori con e-max.it
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