L’alluvione che ha colpito la mia città, Benevento e tutto il comprensorio del Sannio, nella notte tra il 14 e il 15 ottobre scorso, oltre a provocare tre morti, danni ingenti a patrimoni abitativi e attività commerciali, ha messo in ginocchio anche il tessuto produttivo locale fatto di piccole e medie imprese che producono, tra l’altro, eccellenti prodotti agroalimentari: vino, olio, ortaggi, semi, pasta.
I danni ai vigneti, agli oliveti e alle colture in generale sono ingentissimi e il peso della ricostruzione si farà sentire sulle realtà produttive: ora mettere in fila cifre e dati concreti sulle abitazioni inagibili, le aziende distrutte, le tonnellate di merce inservibile è un dolore troppo grande e rimettere in piedi il tessuto produttivo in ginocchio sarà veramente difficilissimo.
Oggi più che mai uno degli elementi di ricomposizione di questo territorio devastato e frammentato può essere il prodotto tipico, fattore di rappresentazione dell’identità di una comunità che in quel cibo si riconosce.
È già partita la campagna virale#SaveRummo per lo storico pastificio beneventano che produce anche per la Coop e la Conad, una campagna efficace che dimostra i suoi sorprendenti risultati basati su una forte empatia nei confronti delle popolazioni disastrate e della concreta preoccupazione di risalire la china presto e bene. Una campagna semplice ma emozionale, capace di attirare l’attenzione perché partita dal basso, dal cuore della gente: una pennetta e la frase “l’acqua non ci ha mai rammollito” sono bastati per scuotere le coscienze e chiamare all’appello anche celebrità della televisione e dello spettacolo, come Selvaggia Lucarelli, Fiorello e Giancarlo Magalli, solo per citarne alcuni. Una pennetta che racconta alla community la sua storia, quella di un pastificio che ha segnato l’economia del Sannio e che è stato in grado di esportare non solo il prodotto in sé ma far conoscere a livello internazionale tutto un territorio di cose buone e genuine.
Non basta #SaveRummo: adesso della solidarietà hanno bisogno anche le piccole imprese della provincia, i vini di Paupisi, gli agricoltori di Castelpagano e le imprese olearie di Molinara.
Per questo, oggi più che mai, si avrebbe bisogno un sistema di promozione dell’identità agroalimentare sannita. L’unione fa la forza: si collabora per competere e si auspica che enti locali, Camera di Commercio, confederazioni, promuovano la cooperazione con crescente consapevolezza, con il compito di aggregare le energie espresse dalla stragrande maggioranza dei produttori locali.
Promuovere non solo il prodotto in sé, ma la sua qualità. Realizzare rete è possibile e vantaggioso e proteggere e valorizzare le imprese locali è un atto profondo di solidarietà di cui non beneficia il singolo imprenditore ma la collettività intera.