Per giustificare il mio aumento di peso, al momento ancora gestibile ma su una via pericolosissima, vi darò conto di alcune visite a ristoranti che mi hanno colpita per diversi motivi.
Uno di questi è Alla Corte di Appiano Gentile.
Lo chef e patron del ristorante è Matteo Annoni, classe 1980 (un giovincello) che di esperienza in fatto di cucina può vantare un percorso di tutto rispetto. Il suo curriculum gastronomico? Eccolo:
Jean Yves Thomas al Bistrot di Balerna
Massimiliano Alajmo alle Calandre a Padova (3 stelle Michelin )
Jean Pierre Hirlemann al Cygne di Strasburgo (2 stelle Michelin )
Martin Dalsass al S. Abbondio di Lugano (1 stella Michelin )
Gianluca Bos al Conca Bella di Vacallo (1 stella Michelin )
Da tutti questi chef Matteo ha imparato, duramente, la vita della cucina. Una vita non facile e diversa da quella che appare normalmente al pubblico che segue i vari programmi televisivi e cooking show ormai offerti su tutti i canali web.
La passione è talmente forte che lo spinge a voler intraprendere da solo questa attività e lo fa proprio con questo ristorante che è a due passi da casa mia.
L’ingresso si affaccia proprio sulla piazza di Appiano Gentile, di fianco alla chiesa. L’insegna posta fuori proprio da questa corte non è particolarmente visibile e, quando chiedo spiegazioni a Matteo, mi dice che non ha potuto fare altro in quanto lo stabile è protetto dalle Belle Arti e quindi ogni forma di indicazione che si allontana dagli standard previsti è proibita.
La piccola corte, completamente ristrutturata, porta all’ingresso del locale e, in estate, può essere usata come accogliente dehors per apertivi o cene con un’atmosfera resa più romantica e piacevole dalle luci della sera.
Oltre al menu alla carta, un ventaglio di sapori molto interessanti che cambia ogni mese, Matteo propone anche due menu degustazione, uno di terra e l’altro di mare, fatti in modo da accontentare i gusti e i palati più esigenti, con una cucina comunque leggera e non scontata.
Io mi sono divertita con il menu degustazione terra che prevedeva:
Mille foglie di pasta fillo con carpaccio di manzo affumicato su barba dei frati, pomodorini confit e scaglie di castelmagno
Cavatelli verdi con cipolla di tropea su salsiccia croccante, pesto di rucola e ricotta affumicata
Scottadito di agnello su letto di radicchio tardivo, galletta di riso al rosmarino e salsa al taleggio
Bavarese alla birra con spuma alla gazzosa e profumo al cardamomo
Un equilibrio perfetto fra sapori mediterranei, quelli tipici del nord e i decisi gusti del centro.
Ad accompagnare il piacere di questa cena una interessantissima bottiglia di Blanc de Blancs Premier Cru di Veuve Fourny&Fils a Vertus, un Brut Nature che fa sentire tutta la sua potenza, la sua mineralità e la sua freschezza andando a braccetto con i sapori decisi del menu scelto.
Insomma, proprio dietro casa, scopro il gusto di un ristorante ben condotto, piccolo quel tanto che basta per farti sentire a casa, e con uno chef sempre alla ricerca di nuovi sapori da proporre con una ricerca di materie prime estremamente selettiva e attenta.
Già, perché il punto di partenza per Matteo sono sempre le materie prime, i doni della terra e del mare, da trasformare in modo magico in piatti da gustare.
Una pecca?
Sì: la carta dei vini, un pochino limitata e inadatta ad un menu così bello.
Ma ci stiamo già mettendo rimedio. E sarà una bella sorpresa.