Archivio Storico 2011-2017

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Pericoloso calo di produzione dei mieli

11 Settembre 2013
Attenzione alla provenienza di quello che comprate!
Anno 2013, anno strano, terribile e complicato. No, non mi riferisco alle vicende, seppur pazzesche, legate alla crisi, ma vi voglio parlare di una cosa molto più vicina e toccante per tutti noi; belli, brutti, ricchi o poveri: il tempo, der Wetter come dicono qui in Austria.
No, non allarmatevi, nessun pistolotto meteorologico da parte mia su alte e basse pressioni atlantiche o africane, ma solo una serie di riflessioni sul come questo clima 2013 abbia influito, sino ad oggi, sulle produzioni a me care e delle quali cerco di raccontavi ogni volta a mio modo gli aspetti più interessanti e belli, le produzioni da parte delle api dei mieli.

Sono produzioni quelle dei mieli legate indissolubilmente prima di tutto alla salute delle api, in ogni parte d'Europa, ma in particolare i mieli sono dipendenti anche dal clima meteo che gioca una parte determinante sulla produzione mellifera.
Sì, i mieli sono anche clima.
A partire dal fatto che le api al di sotto o al di sopra di certe temperature non lavorano nelle bottinature sui fiori e sulle melate e in considerazione anche del fatto che i nettari dei fiori, siano questi di campo o i fiori di un grande albero - tiglio, castagno, acacia-, risentono nella loro composizione e quantità proprio del clima di quella particolare zona climatica in cui vivono.

Perciò, detto questo, diciamo anche subito che quest'anno, per certi tipi di mieli e per certe zone, è andata proprio male. Sentendo amici apicoltori in particolare nel nord Italia e in Austria e vedendo poi anche le produzioni delle nostre stesse api qui a Vienna e zone limitrofe, possiamo dire che il 2013 sia da definire, concedetemi un latinorum improvvisato "anno terribilis, horribilis", di quelli da dimenticare.

A seconda infatti delle diverse regioni o addirittura zone specifiche, arrivano notizie di cali ingentissimi nelle produzioni, cali che vanno dal 50% all'80% in meno della normale resa in mieli da parte degli alveari. Cioè le api, le quali, non mi stancherò mai di ripeterlo, non sono né macchine da miele né insetti addomesticabili e né obbligabili a lavorare, non hanno trovato le temperature e le condizioni meteo adatte per raccogliere i nettari e senza nettari buoni ed abbondanti, purtroppo, niente o pochissimi mieli mono o pluriflora.

Mi riferisco ad esempio al Miele di Acacia, di Tiglio, di Tarassaco, ai Millefiori primaverili. Un po' meglio sembra stia andando per le produzioni più estive; il rododendro ad esempio o il raro miele di lampone e anche sulle melate di pianura. Tutte queste notizie e valutazioni, direte voi, cosa possono interessare a chi i mieli li consumerà senza troppo curarsi di come sia andata la stagione mellifera? Invece io credo che un interesse ci debba essere e vi spiego subito perché.

Nel delinearsi di una situazione come quella di cui vi racconto, vi esorto anche in queste mie brevi righe, a ragionare sul fatto che sarebbe il caso che tutti noi, amanti e consumatori dei mieli a tavola e in cucina, provassimo bene ad informarci su cosa sia accaduto quest'anno nelle zone mellifere a noi vicine e direi anche che mai come quest'anno sarebbe opportuno cercare di fare una cosa sulla quale io insisto da anni, cioè "adottare un apicoltore".

No, non dico di farsi carico in questa crisi terribile che tutti colpisce della sua sopravvivenza. Lo dico invece nel senso proprio di andarselo a scovare, a cercare, a contattare, a conoscere perché solo così avrete una buona possibilità e probabilità di avere mieli italiani veri e provenienti da zone note, conosciute e magari anche amate e a voi amiche.

Con i terribili cali nelle produzioni dei mieli che vi ho citato prima il pericolo di arrivi straordinari sui mercati europei di mieli sud-americani o peggio ancora di mieli cinesi importati, sulla cui qualità e salubrità ci sarebbe a lungo da discutere, è altissimo, direi certo.

Come sempre sarà buona norma leggere bene e a fondo le etichette dei mieli da acquistare per capire l'eventuale presenza, se dichiarata, si spera, di mieli extra CEE. Il rischio, oltre a quello di avere in tavola prodotti non vitali, cotti, banali, puzzolenti e magari vecchi, è anche quello di comprare mieli nei quali spesso vengono trovate, con opportune analisi, sostanze con le quali in quei paesi, arretrati apisticamente,vengono ancora oggi spesso medicate le api: antibiotici in primis.

Se va bene, comunque al minimo si rischia di avere in tavola un miele fatto da api obbligate a bottinare, e questo purtroppo è possibile, da grandi vasche di acqua e zucchero scadente. Altro che fiori profumati e colorati che sbocciano in zone incontaminate.

Grande attenzione perciò è necessaria, direi obbligatoria quest'anno, nei vostri acquisti di mieli e, se siete veri appassionati di mieli, fidatevi solo dei nomi di apicoltori seri e noti, riconoscibili o, meglio ancora, come dicevo poc'anzi, andatevi a cercare e a conoscere un apicoltore, il vostro apicoltore di fiducia, in zone vicine e a voi note, parlategli incontrandolo. Sarà felice di raccontarvi dei suoi mieli. Lo conoscerete e conoscerete così tutti i suoi mieli per nome e cognome ed anche rispetto alle loro zone di provenienza. Avrete la certezza così di portare in tavola e in bocca un miele vero, italiano. Oppure francese, svizzero o austriaco se frequentate territori esteri a voi cari e amici.

Fresco, profumato, conosciuto e fatto nel rispetto totale delle api, questo è il miele che vi auguro di assaporare. Magari in questi "viaggi della conoscenza" potreste incontrare e farvi amiche anche delle regine vere, di quelle ronzanti sui favi, con splendide corone naturali. Quel miele che avrete così ricercato, scoperto e acquistato per voi diventerà improvvisamente… sacro, credetemi. Come sacra è l'amicizia da cui deriva.

Buoni mieli a tutti.
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