Ogni promessa è debito, giusto? Come vi avevo anticipato, anche se a dirvi la verità non pensavo di fare così presto, mi sono recata a Pisa, a trovare i ragazzi di Ippoasi nella loro nuova “casa” e a scoprire qualcosa di più su questo meraviglioso, nuovo progetto di vita e di convivenza tra “tutti” gli animali, compresi gli umani.
Complice la festa patronale, e grazie all’ormai insostituibile presenza e disponibilità di Selena, mia fotografa di fiducia (nonché mia cugina, mia migliore amica e compagna di crociate…mi sa che ogni tanto le faccio anche pena…), ho deciso di non mettere troppo tempo in mezzo, e di addentrarmi nuovamente nei misteri di questo microcosmo di pace e tolleranza.
Giunte sul posto in lieve ritardo (ci siamo perse nella campagna pisana…) ci accoglie come sempre il sorriso di Christian che, battendosi le mani sporche di terra sui pantaloni, ci dà il benvenuto nella “reception” di Ippoasi.
Ciao Layla, bene arrivate.
Ciao Christian, come va?
Molto bene, grazie, al lavoro come sempre, qui il lavoro non manca…
Dai, ci dedichi qualche minuto per delle domandine veloci?
Ok, così poi vi faccio fare un giro…
(Ci sediamo su due seggioline attorno ad un tavolino di plastica.)
Allora, come avevamo detto nella precedente intervista siete qui da gennaio, giusto?
Esatto.
Riprendiamo da lì?
(Ride) Vai.
Dunque, come vanno le cose?
Beh, come vedrai tra poco il lavoro da fare fisicamente parlando è ancora tanto.
Per ora abbiamo recintato gli spazi principali, ma vanno ancora costruite le tettoie, le recinzioni interne e poi vogliamo attrezzare meglio il punto di accoglienza.
Dobbiamo poi sistemare l’area per il ricovero degli animali malati, le casette con i punti info… insomma, c’è n’è da fare…
(Mi mostra una costruzione alle sue spalle, con le porte chiuse da alcuni lucchetti)
Questo casolare per esempio, dovrebbe diventare una foresteria per gli ospiti, con delle aule didattiche per quanto abbiamo in visita le scuole, e con un settore info e gadget che ci consentirebbe di migliorare moltissimo le nostre possibilità d’accoglienza sia per i visitatori che per gli altri animali che dovrebbero arrivare, umani e non.
(ride)
Come vedi è chiuso, perché per ora non ce lo hanno ancora dato e non ce lo daranno subito, però quando sarà, anche per sistemare questo ci vorrà un bel po’ di lavoro…
Inoltre, dovrebbero farci avere a breve un altro pezzo di terreno che abbiamo già destinato all’agricoltura sinergica…
Sarebbe?
E’ una tecnica agricola inventata in Giappone, che si ispira alla cosiddetta “arte del non fare”.
In pratica, si coltiva senza forzare in alcun modo il terreno.
Niente concimi quindi, niente pesticidi, niente arature e sommovimenti artificiali delle zolle.
Si favorisce semplicemente l’auto-fertilità dell’appezzamento coltivato e se ne cautela il mantenimento, in modo da evitare qualsiasi dipendenza, tecnologica o chimica che sia.
Immagino che si tratterà di un agricoltura di sussistenza…
Certo, c’è anche lo scopo alimentare, ma a noi interessa soprattutto il progetto sociale.
Vogliamo utilizzare l’agricoltura come attività per chi viene a lavorare qui, per ritrovare un contatto “vero” con la terra, ma anche per illustrare a livello didattico cosa si può “non fare” nell’agricoltura.
Spiegati meglio…
Vedi, i principi dell’agricoltura intensiva sono gli stessi dell’allevamento su larga scala.
Massimo prodotto nel minor tempo, possibilmente al minor costo.
Questo però non sempre si traduce in qualità per chi consuma, anzi, spesso i prodotti dell’agricoltura intensiva sono avvelenati da pesticidi, concimi e coloranti artificiali che inevitabilmente poi passano nell’alimentazione.
Noi vogliamo fortemente far capire che si può coltivare raggiungendo una simbiosi totale con la terra, che diventa così fonte di cibo senza tuttavia essere una vittima dell’avidità e dello sfruttamento.
Vogliamo con l’agricoltura sinergica trasmettere a livello “vegetale” lo stesso messaggio che cerchiamo di trasmettere con il rifugio.
Un messaggio di pace, rispetto, amore e non violenza.
Come si vive ad Ippoasi?
(ride) Intanto, faticando.
Lavoro ce n’è e ce ne sarà sempre tanto, e chi viene a trovarci questo lo deve sapere.
Noi siamo nati come un “recinto” in qualche modo staccato dal mondo, mentre ora, come vedrai tra poco, siamo più visibili e in qualche modo più “accessibili”.
Questo cambiamento è stato davvero fondamentale perché ha aperto la nostra realtà al mondo, facendoci conoscere e portandoci non solo più visitatori, ma anche più volontari.
Questo è importante, perché ci porta molto più aiuto, ma diventa anche un lavoro in più.
Vedi, le persone rimangono affascinate dal nostro progetto di vita, e questo è normale perché ne colgono soprattutto l’aspetto poetico.
Ma al lato pratico, come ti ho detto, qui c’è da lavorare, e spesso si tratta di lavori che richiedono anche un certo sforzo fisico e un po’ di pelo sullo stomaco.
Quindi, nella scelta dei volontari dobbiamo fare anche un certo lavoro di screening, far capire che non è tutto rose e fiori e prevedere dei periodi di prova.
Fortunatamente, molti ragazzi arrivano già “preparati”, e quindi non è troppo difficile.
Adesso abbiamo 4 persone che probabilmente si trasferiranno qui per Ippoasi, e speriamo siano le prime di molte altre.
Inoltre, ci sono in cantiere diversi progetti di tipo sociale, dalle presentazioni nelle scuole alla collaborazione con il carcere di Pisa per il recupero di persone provenienti da realtà difficili.
Quindi, Ippoasi crescerà?
Certo, anzi Ippoasi sta già crescendo.
Forse la definizione migliore per Ippoasi non è più “fattoria della pace”, ma “laboratorio per la pace”, perché attraverso le nostre attività vogliamo non solo trasmettere un messaggio di simbiosi con tutto ciò che ci circonda, ma anche incoraggiare il prossimo al miglioramento delle relazioni non solo tra “umani”, ma soprattutto tra “animali” ed “animali umani”.
Il semplice riconoscimento, ad esempio, del fatto che anche l’uomo è un animale, con nessun diritto di prevaricazione sulle altre specie, ma piuttosto con il dovere assoluto di rispettarle, è una presa di coscienza importantissima che spesso segna il passaggio ad una consapevolezza più profonda che si traduce in un maggiore rispetto non solo per gli altri animali, ma anche per la terra, per il nostro pianeta e, in una parola, per la vita stessa.
Passiamo ad un argomento più “spinoso”…Christian, come “vive” Ippoasi?
(risata)
Diciamo che questo argomento prettamente economico non è esattamente il mio preferito, ma se ne deve parlare, giusto?
Allora, Ippoasi si poggia su due pilastri fondamentali, che sono il volontariato ed ovviamente il sostegno economico.
Il volontariato, come ho già detto prima, per noi è una forza insostituibile, ma dobbiamo sempre andare con i piedi di piombo quando accettiamo qualcuno, anche perché come capirai non possiamo appoggiarci solo a volontari occasionali, ma dobbiamo contare su persone che si fermano qui anche per periodi molto lunghi, a supportare chi invece c’è sempre.
Per questo motivo, prevediamo un periodo di prova di circa 3 mesi, che ci consente di conoscerci a vicenda e di stabilire se una persona se la sente di affrontare tutto quello che comporta vivere qui con noi, in una situazione comunque comunitaria, che non tutti potrebbero gradire.
Passando ad argomenti più pratici, ovviamente abbiamo delle spese da sostenere e sono ingenti, solo di fieno ad esempio spendiamo 1500 euro al mese.
Poi ci sono la frutta e le verdure per i maiali, i cereali per le galline, le spese veterinarie che sono sempre imprevedibili anche se il nostro veterinario, che è una vera e propria colonna del nostro progetto, spesso non si fa neppure pagare.
Ed ovviamente questi costi vanno affrontati ogni giorno.
Per potervi far fronte voglio dire subito, e ci tengo che tu lo scriva, che non abbiamo nessun finanziamento di tipo pubblico, neppure dal Parco Miglianina San Rossore di Massaciuccoli, che comunque già fa ampiamente la sua parte ospitandoci.
Tutto il sostegno economico sul quale possiamo contare arriva da privati, e la fonte principale di “reddito”, chiamiamolo così, almeno per consentirci di provvedere adeguatamente ai bisogni degli animali ospitati, è il sostegno a distanza.
L’adozione a distanza intendi?
Sì, ma bisogna fare un distinguo importante, perché la “nostra” adozione a distanza l’abbiamo praticamente inventata noi.
In che senso?
Vedi, generalmente l’adozione a distanza di animali “bisognosi”, come ad esempio accade in alcuni canili, è simbolica. Tu versi magari 5 euro al mese, assieme ad altre mille persone, e questo ti conferisce si l’adozione simbolica di un animale, ma non te ne dà diciamo l’esclusiva.
Nel nostro caso invece, ci teniamo che l’adottato e il suo “adottante” instaurino davvero un rapporto, anche se a distanza.
Abbiamo pertanto stabilito delle quote, ragionate, realistiche e soprattutto veritiere, che assicurano il mantenimento dei singoli ospiti.
Si parte dai 10 euro al mese necessari per una gallina o un anatra, per arrivare ai 100 euro di un cavallo, un asino o una mucca.
Per i grandi animali, la quota totale può essere divisa in sotto-quote da 25 euro ciascuna, e quindi si può contribuire totalmente o solo in parte al mantenimento dell’animale adottato.
Però, quando una quota è coperta del tutto, stop.
Nessuno può più adottare quell’animale, a meno che naturalmente qualcuno non interrompa il sostegno, liberando una o più quote.
Per ringraziare chi adotta gli ospiti di Ippoasi, noi pubblichiamo sul sito, alla pagina dedicata agli animali, i nomi dei benefattori.
Questi nomi sono presenti anche nei nostri stand illustrativi, e naturalmente informiamo i “genitori” adottivi della salute dei loro “figliocci”, con una comunicazione trimestrale per posta elettronica e con una lettera, corredata di foto, a Natale.
Questa esclusività e questi riconoscimenti, per quanto simbolici, secondo noi sono molto importanti perché non solo consentono di avere un “contatto” con l’animale sostenuto, ma anche di tenere “viva” la relazione, motivando il sostenitore a proseguirla.
E a giudicare dal fatto che i nostri ospiti non restano mai a lungo senza un sostenitore, e che i sostenitori vengono molto volentieri a trovare i loro beniamini, abbiamo scoperto di avere ragione.
Questo è molto bello, indubbiamente. Cos’altro puoi dirmi?
Bè, le nostre altre fonti di sostentamento sono come hai visto a Genova le cene benefit, le donazioni di ogni tipo, i fondi che riusciamo a raccogliere negli eventi ai quali interveniamo.
Per fare un esempio pratico, alla presentazione del libro “la dieta di Eva” è stata organizzata una cena benefit per Ippoasi, e lo stesso sarà fatto il 18 luglio, a Roma, durante un concerto lirico.
Insomma, per noi ogni intervento è un aiuto prezioso.
Inoltre, stiamo per varare un progetto di “riciclo solidale”, che potrebbe essere una nuova fonte di sostentamento per la nostra associazione.
Riciclo Solidale?
Sì, sai quanta gente c’è che magari ha in casa i vecchi attrezzi del nonno, o il decespugliatore della vecchia casa di campagna usato tre volte, o ancora magari la carriola che usava per fare giardinaggio?
Questi sono oggetti per i quali, nell’epoca del consumismo, non c’è grande mercato nel panorama dell’usato. In pratica, provare a venderli è fatica sprecata, a meno che non te li compri il vicino di casa.
Però, se sono oggetti che funzionano, spesso alla gente dispiace buttarli via.
Così restano negli sgabuzzini e nei garage a fare la muffa, fino a che non sono davvero inservibili.
Noi ci offriamo come “punto di raccolta” per questi oggetti, per dare loro una seconda vita ed evitargli la poco gloriosa fine del cassonetto.
Sono oggetti che per il nostro genere di lavori manuali possono essere davvero preziosi, e magari a chi ce li volesse donare può far piacere sapere che verranno impiegati in maniera costruttiva.
E’ un altro modo per recuperare risorse, evitando lo sviluppo di rifiuti ingombranti, e creando un circuito di solidarietà ed ecologia che al nostro pianeta può fare solo che bene…
Direi che è tutto per ora…ci fai fare un giretto?
Certo, venite con me….
(nel prossimo articolo vi presenteremo gli abitanti di Ippoasi, N.d.R.)
Volete sostenere Ippoasi?
Ecco come fare per essere anche voi protagonisti di questo meraviglioso progetto di vita:
Adozione a distanza semplice o condivisa.
Ogni ospite di Ippoasi ha una quota, stabilita in base alle esigenze e alle dimensioni della sua razza, che permette o può permettere di coprire il suo mantenimento.
Si può decidere di sostenere un “Ippospite” per tutto il tempo che si vuole, e se la cifra fosse troppo impegnativa (visto che non è che tutti possono adottare solo le galline, che costano poco…), è possibile coprire anche una parte della quota destinata ad un singolo animale.
Esempio: anche se l’adozione di Brio e Diddi equivale a 200 euro, l’adozione a distanza può essere fatta “acquistando” una o più quote per il suo sostentamento.
Di conseguenza, più persone possono adottare lo stesso animale per coprire il suo mantenimento mensile.
Ecco le quote:
- galline, anatre, conigli: 10,00 euro al mese.
- cani: 30,00 euro al mese.
- maiali, capre, pecore, pony: 50,00 euro al mese (divisibili in due quote da 25,00 euro).
- cavalli, asini, mucche: 100,00 euro al mese (divisibili in quattro quote da 25,00 euro).
- brio e diddi sono due cavalli speciali: sono i più vecchi del branco, 28 e 24 anni, e per problemi di gestioni sbagliate in passato, non possono più mangiare fieno normale.
Riescono a vivere solo grazie ad un fieno speciale, depolverizzato e pellettato molto costoso.
Per loro la quota è 200,00 euro al mese (divisibile in 8 quote da 25,00 euro).
Nella sezione Animali ospiti del sito di Ippoasi, troverete foto e storia di tutti loro, così potrete scegliere chi aiutare, e verificare quali sono gli ospiti adottabili.
Per qualsiasi informazione sulle adozioni a distanza scrivete a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Contributi economici in genere:
Come per le quote delle adozioni a distanza, ogni contributo di tipo economico può essere inviato all’associazione in diversi modi.
- tramite bonifico a Banca Popolare Etica
c/c intestato a Fattoria della Pace Ippoasi
IBAN: IT56B0501802800000000131885
- tramite versamento su Carta Poste Pay
n° 4023600641815859
intestata a Valentina Grazzini (Presidente dell’Associazione) - CF GRZVNT75S68D403L
- tramite donazione di 5x1000
Basta apporre la propria firma nella casella “Sostegno delle organizzazioni non lucrative…” e indicare unicamente il codice fiscale di Ippoasi ONLUS che è: C.F. 93069920507
Fonte: www.ippoasi.org
Per informazioni generali sull’associazione:
www.ippoasi.org
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Via Livornese 762 – San Piero a Grado – Pisa
Tel. 389/7629476
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