Mio padre, formidabile ciclo-viaggiatore del globo mi ha sempre incuriosito e stupito con i suoi accurati reportage, di ritorno dalle sue vacanze in giro per il mondo a cavallo di una bicicletta. Ho vissuto, attraverso i suoi racconti, mirabolanti imprese in India, Cina, Thailandia, Malaysia. Ho sognato paesaggi esotici, animali, persone, colori così diversi dai nostri e così affascinanti da far venire voglia di correre all’aeroporto e partire per osservarli da vicino.
Come non rimanere affascinati nel sentirsi enunciare i piatti, a volte davvero inconcepibili per noi, che si possono trovare sulle bancarelle a Shanghai o di Bangkok?
Seguendo la mia curiosità mi sono così trovata a voler scoprire quali sono i cibi più strani al mondo. Non credo che vorrete le ricette di queste prelibatezze…
Prima di tutto ricordo le uova alla pipì di bambino di cui ho già ampiamente parlato nel mio articolo del 18-07-2012 “Curiosità in cuCina”. Che ne dite poi della tarantolata cambogiana? Una frittura di tarantole croccanti e pronte per saziare i commensali. Ottimi, dicono, anche i ratti alla pechinese, per chi non ha la fobia di questi roditori.
In Islanda pare che vadano matti, oltre che per lo squalo putrefatto, anche per il cuore caldo delle Pulcinelle di Mare, i buffi pennuti simbolo della vasta isola. D’altronde in Cina mangiano i nidi delle salangane, uccelli simili ai rondoni, che sono un impasto della saliva di questi volatili, mischiata a erbe e alghe. Gommosamente deliziosi, sembra.
Girando per le strade delle Filippine potreste incappare in un venditore ambulante di Balut, uova fecondate da circa 20 giorni che contengono quindi il piccolo pulcino di pollo o anatra.
In Corea del Sud il polpo viene servito così fresco che si mangia vivo, stando attenti a masticare i tentacoli per bene perché potrebbero muoversi e attaccarsi lungo le pareti dell’esofago facendovi soffocare.
Le cavallette, cotte o crude, per gli ugandesi sono come le patatine fritte: gustose e anche nutrienti. In Indonesia le puzzolenti cimici cotte sono una delizia e gli Aborigeni Australiani non aborriscono le larve di falena, molto proteiche. Gli scorpioni sono molto apprezzati invece in Cina. I grilli sono serviti in molte zone dell’Asia, i bruchi in Botswana.
I giapponesi, amanti del pesce, rischiano la vita gustando il velenosissimo pesce palla, ma si concedono anche un tocco elegante mangiando gli occhi del tonno e un po’ di brivido assaporando lo shirako, lo sperma di pesce crudo, ancora racchiuso nella sacca di produzione o una bevanda a base di placenta di maiale.
Gli arabi sono stati i primi a trovare gradevole il sapore dell’ambra grigia, una secrezione biliare delle balene che si può trovare sulle spiagge.
I cugini francesi sono estimatori convinti della carne di piccione. Gli Americani si abbuffano di testicoli di toro e i nativi del Nuovo Mondo pranzano volentieri con il castoro. Potete innaffiare il tutto con il vino di riso macerato assieme a serpenti velenosi, tipico del Vietnam. Tranquilli, l’alcool annulla l’effetto venefico.
E in Italia? Anche qui da noi ho scoperto piatti particolari, per stomaci robusti. Da brava piemontese non posso dimenticare il tapelucco, un trito di carne d’asino cotta nel vino rosso. E le cervella fritte? Sempre un piatto tipico della mia regione da assaporare nel fritto misto.
Le creste di gallo sono alla base del piatto medievale cibreo, ancora gradito in alcune zone di Italia.
Curiosa e saporita sembra essere anche la pajata, pietanza romana a base di intestini non svuotati di vitello. Potrei poi citarvi la torta di sangue di maiale, dall’apparenza innocua di una crostata di cioccolato.
Imbattuto tra le improbabili prelibatezze culinarie italiane, ma tra i primi posti anche nel hit parade mondiali resta il casu marzo sardo. Chi gradisce un po’ di formaggio aromatizzato alle larve vive di mosca?
http://fioresanremo.wordpress.com/2008/08/06/cani-e-scorpioni-fritti-i-cinesi-non-rinunciano-alle-tradizioni-maledetti-cinesi-5/
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