Ormai sono 3 anni che siamo presenti a Volterra, prima con il mercato mensile in piazza della Pescheria e poi quotidianamente con l’Emporio del gusto in Via San Lino
Ci hai dato grosse soddisfazioni: i Volterrani hanno potuto assaggiare e ritrovare i vecchi sapori del nostro territorio e il consenso è stato notevole
Vogliamo però stringere di più i rapporti, informarti mese per mese delle iniziative che intendiamo intraprendere sia all’ Emporio che al mercato, farti conoscere chi siamo, i nostri prodotti e aprirti le porte del nostro mondo che è fatto di attenzione alle piccole cose, condizionato dall’alternarsi delle stagioni e dai capricci del tempo.
Lo faremo in maniera informale, incuriosendoti, facendoti forse sorridere, presentandoci sotto un aspetto diverso, ma saremo sempre noi e potrai trovarci puntuali il primo sabato del mese per scambiare quattro chiacchiere su come sta andando la stagione, come maturano le nostre colture, come stanno i nostri animali. Anzi a proposito, sabato 7 maggio ci trovi in Piazza della Pescheria dalle 9 alle 14 con verdure, olio, formaggio, miele, pane e salumi
Ma non perdiamo tempo: ecco la prima puntata dei nostri “Dialoghi Fantastici” perché se non lo sapevi, in azienda troviamo sempre qualcuno con cui chiacchierare…..
“Buongiorno signor .. Olivo o… Ulivo? Già, come preferisce essere chiamato?”
“Ovvìa, dato che siamo in piena terra tosca, mi pare ovvio che Ulivo sia l’ appellativo che più mi si aggrada! Ma non mi formalizzo, anche Olivo va bene”
“Allora d’ accordo! Non pecchiamo di sciovinismo, Olivo è il cognome, ma nella vostra famiglia, in quanti siete, mi confondo sempre con l’ elenco dei nomi e spesso sbaglio”
“Siamo parecchi, anche in Toscana di parenti ne abbiamo tanti: ci sono Leccino, Moraiolo, Frantoio e Frantoiano, Pendolino, Maurino, poi ce n’ è uno dal sesso dubbio! Quando lo chiamano Razzo, quando Razza, mah! Avrà anche lui/lei le sua brave crisi di identità!”
“Ma come fate a riconoscervi fra voi? A decidere gli accoppiamenti?”
“Eh, non è semplice, anche fra noi esistono gli schizzinosi; ad esempio il signor Leccino disdegna di accoppiarsi con i suoi parenti stretti, vuole esser fecondato solo da altri. Preferisce il Moraiolo, il Frantoio. Ma poi, una volta fecondato produce le olive come pare a lui! Ci distinguiamo per alcune nostre caratteristiche: il portamento, l’ acconciatura della chioma (le foglie ovviamente), le preferenze di clima (chi odia il freddo, chi l’ umidità e chi l’ arsura), la forma e la consistenza della nostre olive, alcuni produco vere bombe altri piccole palline, ecc.”
“ Ma per garantire, diciamo ehmm …. il successo negli accoppiamenti, vi fate aiutare da qualcuno, ad esempio api, bombi ed altri insetti impollinatori?”
“Oh, no! Solo il buon Eolo con i suoi soffi, ci dà una mano. Quelli che parlano ricercato, ci chiamano piante anemofile. Siamo amici del vento, anche se qualche volta, specialmente qui a Volterra, se quella Tramontanaccia corresse un po’ più piano, non ci dispiacerebbe!”
“Ho notato che in questo periodo, vi stanno sforbiciando di brutto!!”
“Ma no, siamo al primo appuntamento annuale con il barbiere! I nostri capelli crescono talmente rigogliosi che, se non ce li tagliassero, ci avvolgerebbero fino a farci soffocare. Il secondo taglio ce lo fanno a settembre, ci tolgono polloni e succhioni, che poi non sono altro che i capelli vigorosi che ci crescono in estate, sui rami e sul piede. Sono capelli particolarmente vitali, vigorosi ed egoisti. Se non li tagliassero mangerebbero tutto loro, gli ingordi. Ed allora addio olive!”
“Ma questi rami vengono buttati via, è uno spreco!”
“E quando mai! Specialmente in toscana si dice che l’ olivo è come il maiale! Non si butta via nulla! Le foglie, prima venivano date appunto agli animali, quando l’ unica cosa che abbondava era la miseria. Oggi quest’ uso si è perso, ma le foglie, triturate insieme ai rami più fini, possono costituire un ottimo componente per il compost, ovvero ritornare alla pianta come nutrienti, dopo le naturali trasformazioni. Molti agricoltori, infatti, dopo la potatura lasciano foglie e rametti sul terreno per frantumarli con i trincia-stocchi. I rami medio-piccoli sono ottimi per il barbecue, accidenti ai francesismi, per la grigliata, insomma! Quelli medio grandi per la stufa e/o il caminetto, e quelli grandi, per tutti quei meravigliosi lavori di arte rustica nelle suppellettili e negli strumenti di cucina e di arte raffinata con gli intarsi ed i mobili di pregio. È vero, noi olivi toscani non cresciamo come i nostri cugini calabresi e pugliesi, che diventano dei veri giganti. Ma siamo come dire, più ricchi di venature, siamo più tormentati nella crescita e le nostre fibre lo testimoniano. Insomma siamo più piccoli, ma più bellini! Ovvia!”
“E di cosa vi alimentate, se è lecito chiedere”
“Beh, siamo talmente parsimoniosi, che ci accontentiamo degli scarti. Scarti degli animali, con le loro deiezioni, scarti dei vegetali che dopo la loro morte, si ritrasformano in sostanze nutritive per il terreno, scarti delle nubi con la pioggia che cade e scarti dell’ aria!”
“Dell’ aria?”
“Sì dell’ aria, di quella famosa anidride carbonica, che voi pazzi umani, state producendo sempre più freneticamente; noi ne facciamo, insieme a tutte le altre piante a foglia verde, delle scorpacciate pantagrueliche. La trasformiamo in ottima clorofilla e ve la togliamo di torno! Certo se continuate di questo passo a noi verrà l’ indigestione e a voi l’ intossicazione da riscaldamento eccessivo per l’ effetto serra. Per cui datevi una regolata!!!”
“Una creatura di così specchiate virtù non dovrebbe aver nemici, o mi sbaglio?”
“Si sbaglia, si sbaglia. Anche per noi come per tutti i buoni, le avversità fanno a gara fra loro a chi rompe più i …. Polloni! Ce n’è di tutti i gusti e di tutte le provenienze: dal troppo caldo al gelo, dalla siccità all’ alluvione per parlare del tempo; le mosche, maledette a loro, le tignole, il mezzo grano di pepe, per rammentar insetti, la rogna, la fumaggine, la piombaggine l’ occhio di pavone, per ricordare solo le malattie più conosciute. E poi si cresce tormentati! Hai a prova’!”
“ Mi parli un po’ dei suoi tempi di lavoro annuale”
“Adesso ci facciamo belli con i fiorellini, insomma mettiamo la mignola, che opportunamente impollinata, darà origine alle olive, che prima cresceranno fino verso settembre, poi cambieranno colore, con l’ invaiatura ed infine, opportunamente raccolte e subito frante, si trasformeranno in buon olio”
“Ma non sentite dolore quando ve le tolgono?”
“Macchè ci fanno il solletico, con quelle manine gialle sembra quasi che ci passino il pettine fra i capelli. Anche le varie macchine moderne ci rilassano con i loro massaggi. La bacchiatura invece no, ci fa male, ma per fortuna oggi non la pratica più nessuno”
“Insomma in Toscana sembrate felici!”
“Oddìo, felici è un parolone; di sicuro siamo orgogliosi di essere ormai parte del paesaggio e di fornire un olio che tutto il mondo ci invidia! Inoltre siamo orgogliosi di combinare i matrimoni”
“I matrimoni?”
“Certo, ad esempio il pinzimonio.
Come saprà sicuramente il pinzimonio è un modo tutto toscano di far “sposare” le verdure fresche con l’ olio. L’ etimologia infatti accosta la radice di “pinzare” con la il suffisso “monio” (matrimonio, patrimonio, ..). Altri invitati a questa unione sono, a seconda dei casi e dei gusti, il sale, il pepe, l’ aceto o il limone, ma la base dell’ unione rimane l’ olio extravergine di oliva.
“Nell’ argomento olio si corre il rischio di affogare, data la sua vastità, per cui propongo di parlarne un’ altra volta, la saluto signor Ulivo.
“Salute a lei, signor Giornalista!”
Francesca e Dino
" Gli ulivi sono una componente caratterizzante del nostro paesaggio "
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VOLTERRA ... Dialoghi fantastici della Filiera corta
Salve da Volterra, iniziamo oggi una rubrica che mensilmente ti aggiornerà su che cosa stiamo preparando noi, gli Agricoltori della Filiera Corta
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