La storia di Gianfranco è una storia di coraggio e di rinascita. Una passione per l’enogastronomia che lo ha portato ad orientarsi verso gli studi alberghieri, e, ancora studente, a lavorare come cuoco in un ristorante sulle rive dell’Adda, a Lecco, la sua città nativa.
Una volta diplomatosi ha incominciato ad esercitare la sua professione in alcuni ristoranti in Europa. Nel 2002, tornato in Italia per un periodo di vacanza, la sua vita è stata interrotta improvvisamente da un grave incidente stradale che gli ha fatto perdere l’uso delle gambe.
Dopo il periodo iniziale dedicato alla riabilitazione, la decisione di trasferirsi da Lecco a Castelvetrano, suo paese di origine. Passare del tempo nel luogo in cui era cresciuto da bambino e i ricordi spensierati che riemergevano, l’hanno portato alla decisione di acquistare un pezzo di terra e di iniziare a produrre olio extra vergine di oliva.
D) Gianfranco,mi racconti la tua terra?
R) Cinzia, sul territorio di Castelvetrano regna l’ulivo e gran parte dell’economia del paese gira attorno ad esso. Il periodo non felice che stiamo attraversando ha colpito anche questa realtà, e ha disaffezionato molte persone dal lavoro della campagna perché non riesce più a creare un reddito adeguato.
Come ti dicevo la cultivar regina è la Nocellara del Belìce, un’oliva grossa e tonda, che appunto ricorda una noce. E’ una cultivar che ha una storia antica. Pensa che nel 1600, sotto il dominio degli Aragona, nella zona furono create grandi piantagioni di olivi che, anziché mirare alla quantità produttiva, prediligessero la produzione di frutti di grosso calibro. In quell’epoca nasceva la Nocellara come si conosce oggi, oliva fra le più rinomate nell’immenso elenco delle olive italiane.
Dal 2009 ho aderito al consorzio DOP “Valle del Belìce”. Non sapevo nulla di agricoltura ne di commercializzazione. Ho trovato però subito degli estimatori che mi hanno dimostrato stima dandomi coraggio. Dallo scorso anno esporto i miei prodotti anche all’estero con un’etichetta differente.
D) Mi regali un tuo ricordo d’infanzia legato alla Sicilia?
R) Ricordo il sole infuocato, la gioia nell’immergere la testa in un secchio d’acqua gelata tirata fuori a mano dal pozzo… Ricordo la fame di noi bambini-cavallette al pensiero delle uova fritte nell’olio con le patate preparate dalle nostre mamme per l’ora di pranzo… Ricordo il cielo nelle serate siciliane, quando, seduti sulla veranda ammiravamo il tramonto con le sue luci e i suoi colori… Ricordi indimenticabili e bellissimi!
Ringrazio Gianfranco Tuoro per le sue parole. Un uomo determinato che ha saputo dare un nuovo senso alla sua vita.
Fotografia di Gianfranco Tuoro